Scuola a Firenze: si riparte tra polemiche e proteste in Toscana

Il Sindaco Nardella ed il Sottosegretario Toccafondi riprendono i sindacati che però non mollano e rilanciano la manifestazione di Firenze

Antonio
Antonio Lenoci
14 settembre 2015 13:12
Scuola a Firenze: si riparte tra polemiche e proteste in Toscana

In Toscana campanelle ovattate. Se l'Italia ha già aperto i cancelli, in Toscana il primo giorno dovrebbe essere il 15 settembre, ma i sindacati confederali, Snals, Gilda e Cobas si sono dati appuntamento all'Obihall di Firenze e così hanno fatto i colleghi di Massa, Livorno e Lucca. Dario Nardella, sindaco del capoluogo e presidente della Città Metropolitana ha parlato di un "fatto inaudito, un autogol per gli stessi sindacati".

Dello stesso avviso il Sottosegretario Toccafondi che martedì 15 settembre ha in programma l'apertura delle lezioni all’istituto alberghiero Aurelio Saffi, da lui definito "Eccellenza del sistema scolastico fiorentino".Perché il sottosegretario ha scelto un Istituto Alberghiero? “Domani andrò in visita al Saffi di Firenze - racconta Gabriele Toccafondi a Nove da Firenze - perché per la scuola italiana, adesso più che mai, ha un ruolo fondamentale il rapporto sempre più forte tra scuola e mondo del lavoro è la chiave di volta per il futuro della scuola e dei nostri studenti.

E’ attraverso una reale e concreta alternanza scuola-lavoro che diamo un futuro ai nostri giovani, i ragazzi sono pronti per entrare nel mondo lavorativo. Stiamo cambiando la scuola italiana perché vogliamo dare ai nostri studenti la possibilità di misurarsi con il mondo del lavoro fin da subito. Negli istituti alberghieri, come il Saffi, questo tema è maggiormente sentito, in quanto queste scuole possiedono nel loro DNA l'esigenza di aprirsi al mondo produttivo”.

In merito alla manifestazione indetta a Firenze? “Il panorama riguardo alla scuola italiana dopo la riforma ci dice che molte persone parlano, alcuni scioperano il primo giorno di scuola, qualcuno si lamenta senza aver letto neppure la riforma, e c’è un governo che si muove per una scuola fatta per i ragazzi, torna ad investire sull’educazione, assume 100 mila insegnanti, mette 45 mln sui laboratori, raddoppia il fondo di finanziamento per gli istituti da 110 a 230 milioni.

Dispiace constatare che non vi sono motivi reali e concreti per cui indire un’assemblea sindacale il primo giorno di scuola, ma solo motivi ideologici di una certa parte che non accetta le novità che stiamo apportando al sistema scolastico italiano, non volendo quindi collaborare concretamente al miglioramento del nostro sistema scolastico ma lavorando per il mantenimento dello ‘status quo’” risponde Toccafondi.

I sindacati non mollano e rinnovano l'invito a partecipare al sindaco Nardella. Flc Cgil, Cisl Scuola, Snals Confsal, Gilda Unams e Cobas Scuola hanno convocato tutto il personale di città e provincia, docente e non, all'Obihall dalle 8 alle 12. Si tratta di un'assemblea-manifestazione alla quale parteciperanno anche organizzazioni studentesche e alcuni Dirigenti Scolastici, nel solco delle mobilitazioni contro la “Buona Scuola” che sono andate avanti negli ultimi mesi e con l'appello “Vogliamo dire ai genitori che non è una iniziativa contro gli studenti ma a favore di una scuola migliore". Alcune delle criticità sulle quali si basa la mobilitazione: i docenti precari esclusi dalle assunzioni pur avendone i titoli, i tagli al personale Ata e i limiti alla loro sostituzione imposti dalla Finanziaria, i rischi di conflittualità derivanti dalla nuova figura del cosiddetto “super-preside” e quelli di ritrovarsi criteri di valutazione dei docenti e qualità delle scuole “a macchia di leopardo”.Iniziative identiche in programma anche a Lucca e Massa.

Livorno e zone limitrofe si fermeranno dal 15 al 18 settembre tre ore al giorno. Negli altri capoluoghi, ci saranno iniziative analoghe nei giorni successivi al 15 settembre. A Firenze tiene banco anche la protesta del Comitato "L'infanzia non si appalta", la portavoce Francesca Vadi racconta a Nove da Firenze: "Abbiamo saputo che le Cooperative hanno avuto molte difficoltà nel trovare gli educatori, gli organici sono stati completati in fretta e furia la settimana scorsa.

Sono educatori e non insegnanti, assunti part time con il contratto delle Cooperative sociali e non del mondo della scuola pubblica e faranno 5 ore al pomeriggio. Le nostre preoccupazioni derivano dalla mancata esperienza di queste nuove figure, fatto salvo qualcuno che ha lavorato sempre in cooperativa presso Asili Nido, ma le esigenze sono diverse. Questa sperimentazione non nasce da un progetto pedagogico, vedremo cosa succederà, ma i genitori non sono stati informati in alcun modo su come si articolerà il pomeriggio, lo scopriremo a scuola iniziata".

Qualcuno ha sollevato il dubbio che le cooperative potrebbero fornire educatori fin troppo preparati rispetto agli insegnanti entrati per concorso. "Non sono insegnanti, sono assunti come educatori con un contratto che consente alla cooperativa di risparmiare: prenderanno rispetto ai colleghi della mattina quasi la metà perché fanno 25 ore fuori dai contratti collettivi. Avranno anche diplomi o altri titoli.. ma sono educatori e non insegnanti".In 15 scuole comunali il pomeriggio sarà appaltato al Consorzio Metropoli. "In seguito alle riunioni del 10 settembre - spiegano le mamme del Comitato - abbiamo finalmente scoperto chi sarà a percepire uno stipendio netto che non arriva a 800 euro al mese: in alcuni casi sono le precarie del Comune che non hanno superato l'ultimo concorso e quindi non hanno possibilità di lavorare altrimenti, in altri si tratta di personale che già lavorava per le coop e che proviene dai nidi, con esperienza solo sulla fascia 0-3 e non manca qualche caso-limite.

Vogliamo dire con forza che non è questo il modo in cui si seleziona personale che dovrà avere una mansione tanto delicata e che le bambine e i bambini che frequenteranno le scuole in appalto vivranno una forte discriminazione rispetto a quelle/i che saranno nelle scuole interamente comunali. Non vogliamo affermare che individualmente queste persone non saranno in grado di svolgere il loro lavoro, magari saranno o diventeranno bravissime e anzi a queste lavoratrici che hanno accettato condizioni così svantaggiose va la nostra più totale solidarietà".L'apertura delle lezioni si è già tenuta in gran parte d'Italia: "Abbiamo fatto un enorme sforzo perché siate protagonisti" questo ha detto il ministro dell' Istruzione Stefania Giannini, che apre in Molise il nuovo anno scolastico, ai quasi 9 milioni di studenti al primo giorno di scuola.

Ai microfoni della trasmissione Rai Unomattina ha aggiunto: "Troverete molte novità, a cominciare dal potenziamento di materie importanti, come la matematica, le lingue straniere, l'arte e la musica".Giannini ha ricordato che il 2% dei precari ha rinunciato alla proposta di assunzione nella fase B del piano di immissione in ruolo, un processo di assunzioni che "limita rispetto agli anni scorsi la mobilità dei docenti, ma gli insegnanti vanno dove ci sono gli studenti" ha sottolineato il ministro mentre prosegue la discussione tra "deportati" e "stabili" che vede anche i Social Network battibeccare sul posto fisso distante da casa ed il posto da precario vicino alla famiglia.

Oggetto del contendere anche la clausola sulla rinuncia che non consente più di poter partecipare ad assegnazioni di cattedre.Il sottosegretario all'Istruzione, Davide Faraone, è andato invece nella sua Palermo con Don Luigi Ciotti, presidente di Libera.

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