Rom: no dagli amministratori di Pistoia e Pisa

Enrico Rossi: «Invito a partecipare comunque ai bandi, oltre la polemica politica». On. Donzelli (Fdi): "Basta sperperi Pd, provocatori pericolosi". La cooperativa sociale Gruppo Incontro: “Aprite le porte delle vostre case e ospitate a pranzo un richiedente asilo”. Al Museo d'Arte sacra di Camaiore le migrazioni contemporanee

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 agosto 2018 15:11
Rom: no dagli amministratori di Pistoia e Pisa

«Ringrazio i Sindaci che hanno firmato ieri il protocollo per il superamento dei campi rom. Hanno aderito i Comuni di Lucca, Sesto Fiorentino, Prato e Carrara in prima linea con la Regione per eliminare i campi nomadi e per l’integrazione scolastica dei bambini. Resto stupito delle dichiarazioni degli amministratori di Pistoia e di Pisa che inseguendo la Lega fanno loro il solito ritornello ideologico “prima gli italiani”, dimenticando che gran parte dei Rom sono cittadini italiani a tutti gli effetti.

Invito i Sindaci di queste importanti città della Toscana – e con una presenza significativa di campi - a partecipare comunque ai bandi che stanno per essere emessi e ad usufruire delle risorse regionali che abbiamo messo a disposizione. Ritengo infatti che oltre la polemica politica e i pregiudizi dovrà prevalere il buon senso e che i Sindaci di quelle città al pari delle altre della Toscana siano interessati ad eliminare con strumenti umani e razionali la vergogna del degrado dei campi dal loro territorio» dichiara Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana.

"Rossi e il Partito democratico prima hanno creato i campi rom buttando milioni e milioni di euro. Ora per 'rimediare' sperperano altri soldi per premiare quelli che, grazie a loro, hanno vissuto per anni nell'illegalità. Questo non significa superare i campi nomadi ma creare un nuovo sistema di ingiustizia: gli italiani che fanno i salti mortali per pagare le tasse sono stufi di regalare soldi a chi non rispetta le regole". E' quanto afferma il parlamentare di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli commentando il protocollo d'intesa per l'integrazione dei rom in Toscana. "Il protocollo di oggi ha un sigillo chiaro: è stato firmato soltanto dai sindaci di Carrara, Firenze, Lucca, Prato e Sesto Fiorentino - sottolinea Donzelli - tutti del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle.

Emerge sotto gli occhi di tutti la differenza abissale che c'è con noi del centrodestra che vogliamo cambiare la Toscana. Per Fratelli d'Italia le regole devono valere per tutti i rom, come accade per tutti gli altri. Invece, ad esempio, la Regione fa di tutto per evitare di parlare dell'esclusione da questi progetti per tutti coloro che in questi anni non hanno rispettato le nostre leggi. Continuare su questa linea è una provocazione pericolosa: Rossi e la sinistra così fomentano la tensione sociale - conclude Donzelli - i toscani non accettano più questo sistema".

Aprite le porte e aggiungete un posto a tavola per un richiedente asilo. L’iniziativa nasce per combattere la chiusura, la paura e la diffidenza è promossa a Pistoia dalla cooperativa sociale Gruppo Incontro. Un’occasione unica per abbattere i pregiudizi e incontrare faccia a faccia i migranti ospitati sul territorio, per conoscersi a vicenda ed ascoltarsi. I migranti accolti dalle famiglie pistoiesi per un pranzo o una cena saranno accompagnati da un operatore o da un insegnante della cooperativa Gruppo Incontro e saranno scelti in base alla loro disponibilità, alla conoscenza della lingua italiana e alla propensione alla socialità.

L’iniziativa “Aprite le porte” si svolgerà fino al 20 settembre. per partecipare basta dare la propria disponibilità scrivendo a progettoinclusione60@gmail.com o telefonando a 345 9317168. “Aprite le porte è un’iniziativa che ha già avuto apprezzamenti e abbiamo già raccolto i primi inviti a cena – spiega Donata Carradori, referente progetto Cas per Gruppo Incontro - Pensiamo che sia un’occasione unica per iniziare a capirsi, a scambiare opinioni, a scoprire le cose che ci accomunano, per conoscersi a partire perché no dai piatti italiani, per poi parlare della cucina degli altri Paesi ed eventualmente anche per cucinare insieme.

Un pranzo o una cena diventano così un primo passo, alla portata di tutti, nella lotta all’indifferenza e all’emarginazione”.

Dopo le esposizioni di Nizza e Atene l’artista versiliese Carlo Carli conferma la sua attenzione e il suo impegno sul tema delle migrazioni contemporanee presentando una significativa raccolta di opere recenti al Museo d’Arte Sacra di Camaiore (Lu) dal 4 al 26 agosto 2018. La mostra, dal titolo “Famiglie in cammino verso la pace” è curata da Claudia Baldi e gode del patrocinio del Comune di Camaiore. Inaugurazione sabato 4 agosto alle ore 18:00 alla presenza dell’artista. 14 opere su tela più otto disegni preparatori per tornare a narrare – attraverso la pittura e con l’originale tecnica di stratificazione delle immagini propria dell’artista – i fenomeni migratori dei nostri giorni, con il loro carico di disperazione e sullo sfondo dei profondi effetti sociali, economici e culturali che essi innescano in Europa e in ampie regioni del pianeta.

Temi da cui l’artista non distoglie il proprio sguardo, indirizzandolo stavolta – dopo essersi dedicato alle tragedie del mare e ai bambini – verso la dimensione familiare del fenomeno, letto ancora in un’ottica positiva, di fiducia in un futuro che veda l’affermazione dei valori della pace e della fratellanza. Carli lo fa accostando il presente al passato, mettendo in relazione le immagini d’oggi con quelle dell’arte antica, coinvolgendo grandi Maestri come Giotto, Leonardo, Tintoretto e Caravaggio in una narrazione più che mai attuale di tematiche che segnano la storia dell’umanità: la fuga, l’aspirazione alla libertà, la discriminazione, l’accoglienza.

«Fra le scene tratte dalle Sacre Scritture dipinte dai pittori del passato e le immagini che quotidianamente troviamo nei giornali o vediamo in televisione esiste un legame fortissimo e una triste continuità», spiega Carlo Carli. «Nelle mie opere tutto ciò si unisce, trovando nel preziosissimo Museo d’Arte Sacra di Camaiore un’ideale collocazione. Ringrazio il priore della Confraternita del SS. Sacramento Antonio Palmerini per avermi dato l’opportunità di esporre in un contesto di così raro fascino e il sindaco di Camaiore Alessandro Del Dotto per aver concesso il patrocinio del Comune». «Il Museo d’Arte Sacra di Camaiore ospita oggetti che ci provengono dal nostro passato cristiano e in ognuno di essi c’è un valore storico, simbolico e culturale di cui noi siamo gelosi custodi», aggiunge il priore Antonio Palmerini.

«Aprire oggi questi ambienti alle opere di Carlo Carli, artista moderno, significa per noi collegare il passato al presente, o meglio significa ritrovare nel presente quegli stessi valori del passato: la sacralità della vita – in particolare della vita di chi è più indifeso, i bambini – e la centralità della famiglia». «In questo momento storico viviamo nostro malgrado una recrudescenza di istinti xenofobi e razzisti, in un clima che rende quasi impossibile trattare in modo sereno un tema come quello della migrazione che, è del tutto evidente, non si può governare con le urla e gli slogan, ma solo mettendo al primo posto una considerazione banale, ma che a volte sfugge in questa babele di parole: i migranti sono persone che cercano per sé e per le proprie famiglie un futuro migliore», dichiara il sindaco Alessandro Del Dotto.

«L’arte di Carlo Carli ha il potere di creare un cortocircuito con immagini che fanno parte del nostro immaginario, della nostra iconografia, riportando in primo piano i veri protagonisti di questo processo storico». Nel presentare la mostra la curatrice Claudia Baldi sottolinea come Carli focalizzi “la propria indagine artistica sull’aspetto umano e sociale di questo fenomeno doloroso e difficile, attraverso una visione di apertura all’altro, nel valore supremo della solidarietà che guarda alla storia passata come monito di insegnamento per il presente”.

«L’apertura verso una visione di speranza di pace è evidente nelle recenti opere incentrate sul parallelismo tra le celebri opere di Botticelli “La Primavera” o “S. Anna, la Vergine e il bambino” di Leonardo e le scene tratte dalla cronaca di madri e bambini in fuga dalle guerre», aggiunge la curatrice. «Qui il linguaggio si fa diretto ed essenziale, la rinascita diviene metafora di un sentimento collettivo di superamento del dolore, delle barriere erte da società cieche e ottuse che riscoprono nelle future generazioni il germoglio di una pace ritrovata». La mostra si può visitare fino al 26 agosto nei giorni di martedì, giovedì e sabato dalle 16:30 alle 19.30.

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