Polemiche e ancora offese all'insegnante del progetto contro gli stereotipi di genere

L'assessore regionale Nardini: “La scuola è il luogo del rispetto e dell’uguaglianza”. Ma Michela Senesi, del Dipartimento Istruzione di Fratelli d’Italia continua a parlare di “indottrinamento gender” all’Istituto fiorentino “Marconi”. E il Capogruppo in Consiglio, Francesco Torselli: “Condanniamo le offese alla maestra, ma ci stupiamo dell’assordante silenzio quando a finire nel mirino erano state le mamme che avevano denunciato il progetto”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 novembre 2020 17:15
Polemiche e ancora offese all'insegnante del progetto contro gli stereotipi di genere

Firenze 21/11/2020 – “È una vicenda che dimostra quanto sia difficile superare gli stereotipi e quanto il lavorare per questo susciti ancora paure e pregiudizi. Credo, invece, che sia assolutamente necessario continuare e potenziare l'impegno culturale in tale direzione, un impegno che parta proprio dalle giovani generazioni affinché possano essere educate e possano impegnarsi a realizzare una effettiva parità tra donne e uomini, la cui mancanza si traduce in disuguaglianze, discriminazioni, se non addirittura violenze.

Per questo voglio esprimere la mia vicinanza e il mio sostegno all'insegnante della scuola elementare Marconi di Via Mayer a Firenze, bersaglio di offese inaccettabili, alla preside dell'istituto e all'assessora all'educazione del Comune di Firenze Sara Funaro”. L’assessora a scuola formazione e politiche di genere, Alessandra Nardini, interviene così a proposito delle polemiche nate intorno ad alcune esperienze didattiche sul tema della differenza di genere all’interno della scuola fiorentina. “L'elemento che trovo più confortante – prosegue - è che la netta maggioranza delle famiglie si sia esplicitamente schierata dalla parte dell'insegnante, difendendone l'operato e sostenendo l'importanza del contributo che la scuola può dare nell'educare al rispetto reciproco e all'uguaglianza e nel combattere retaggi culturali e stereotipi dannosissimi, che ancora oggi colpiscono negativamente milioni di vite, limitandone i diritti, colpendone la dignità, compromettendone la piena realizzazione.

La scuola – conclude - può e deve essere il luogo dove si creano le basi affinché tutto questo non avvenga”.

“L’allarme è stato lanciato da alcune famiglie di alunni frequentanti l’Istituto fiorentino “Marconi”. La volontà dei genitori di minori, che non sono d’accordo sulla realizzazione dei Progetti di educazione al Gender nelle scuole, non può essere stigmatizzata da parte delle Istituzioni scolastiche. La strumentalizzazione del mondo della Scuola per fini ideologici, che si celano dietro obiettivi educativi vaghi e poco condivisibili come quelli dell’educazione al cambiamento di sesso o ai concetti di omosessualità con i bambini delle scuole primarie e con gli adolescenti della scuola secondaria, ci sembra diseducativa e irresponsabile nei confronti dei nostri ragazzi -dichiara Michela Senesi del Dipartimento Regionale Istruzione con delega alla Scuola di Fratelli d’Italia- Diciamo basta a progetti infarciti di visioni ideologico-politiche dentro alle aule scolastiche, che non fanno che esasperare una situazione già, in questo momento, estremamente difficile all’interno degli istituti scolastici a causa del Covid. Siamo vicini ai genitori che hanno dato l’allarme e sono stati denigrati come manipolatori.

Continuiamo a ribadire che progetti caratterizzati da ideologie di parte e non condivise devono restare fuori dalla Scuola pubblica, laica e pluralista. Si lavori piuttosto sui temi dell’accoglienza e del rispetto nei confronti di tutti, senza fare propaganda ideologica per quanto di moda o presunta avanguardia culturale. Le istituzioni scolastiche, se volessero essere realmente laiche e inclusive non dovrebbero permettersi di dire che sono dalla parte di certe organizzazioni ideologicamente di parte mentre dovrebbero concorrere alla diffusione di valori condivisibili e condivisi, favorendo il dialogo e, soprattutto, il rispetto dello sviluppo psicologico dei nostri ragazzi, evitando di introdurre concetti educativi a sfondo sessuale che servono solo a creare confusione mentale nei nostri giovani, i quali saranno in grado di affrontare le tematiche del mondo omosessuale e transessuale con la maggiore età.

Il Ddl Zan porterebbe all’autorizzazione di certi progetti di Educazione Gender sulle scuole italiane. Tutto ciò sarebbe veramente deleterio per i nostri ragazzi che si trovano a vivere in una situazione attuale fin troppo caotica”.

Condanniamo le offese da qualsiasi parte giungano. A differenza della solita Sinistra partigiana che oggi si spertica con l’assessora Nardini per difendere la maestra della scuola elementare “Marconi” di Firenze, ingiustamente offesa, ma nei giorni scorsi non aveva aperto bocca quando a finire nel mirino di polemiche e attacchi erano state le mamme che avevano denunciato il progetto gender. Non ricordo l’assessora Nardini spendere parole per queste mamme, costrette a far cambiare scuola ai loro figli: mi sono, per caso, perso qualcosa?” replica all’assessora regionale a scuola formazione e politiche di genere, Alessandra Nardini il Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Francesco Torselli.

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