Papa Francesco a Firenze: la rossa Toscana paga le spese

200mila Euro per la visita del Papa. Il noto politologo Rudy Caparrini analizza l'evento che segna una frattura con il passato

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 settembre 2015 15:15
Papa Francesco a Firenze: la rossa Toscana paga le spese

Di Rudy Caparrini

Navigando sul sito della Regione Toscana, precisamente nella sezione che raccoglie gli atti della Giunta Regionale, capita di imbattersi in un documento che è da definirsi quantomeno sorprendente se ripensiamo alla storia politica non troppo remota della nostra Italia. Si viene, infatti a scoprire che la Giunta Regionale della Toscana, con la delibera n. 877 approvata nella seduta del 14 settembre, ha deciso lo stanziamento di un contributo di 200mila euro a favore della Diocesi di Firenze “a titolo di concorso per le spese sostenute per gli allestimenti per la visita di Papa Francesco a Firenze prevista per il 10 novembre 2015”.

Una cifra assolutamente considerevole, fulcro di una delibera che presenta altre condizioni di favore per la Diocesi Fiorentina. Dopo aver stabilito che la stessa Diocesi di Firenze si impegna a portare a conoscenza della Regione, entro il 30 settembre 2015, il programma della visita con indicazione del preventivo delle spese per gli allestimenti che saranno realizzati, la delibera della Giunta sancisce l’ulteriore impegno per la Regione di erogare, entro dieci giorni dalla presentazione del suddetto programma mediante un decreto dirigenziale, un anticipo del contributo in misura non superiore al 50 per cento.

La somma residua sarà corrisposta dopo che la Diocesi fiorentina avrà fatto pervenire agli organi competenti della Regione una relazione dettagliata della visita nella quale sono rendicontate le spese sostenute per gli allestimenti.Oltre al contenuto tutt’altro che trascurabile della delibera in questione, un altro elemento degno di essere rimarcato riguarda il proponente di un così importante stanziamento. Al contrariamo di quanto si potrebbe pensare l’iniziativa non è stata formulata da personalità politiche legate al mondo cattolico.

Il proponente della delibera è stato Enrico Rossi in persona, il presidente della Regione Toscana, uomo con una storia personale tutta di sinistra, iniziata col Partito Comunista e poi proseguita in tutte le formazioni eredi di tale tradizione, colui che ama ancora oggi definirsi un “comunista democratico”.Senza dubbio la delibera della Giunta scatenerà commenti di vario genere fra le forze politiche. Non mancheranno voci critiche contro la decisone di Enrico Rossi, che potranno basarsi sia sull’entità dello stanziamento sia su osservazioni di diversa natura.

Parimenti, ci saranno invece manifestazioni di assenso rispetto alla scelta del Presidente della Regione di contribuire a un evento che non è esagerato definire “storico”, giacché la visita ufficiale di un Pontefice in Toscana è un fatto che avviene molto di rado.Quel che è certo è che la delibera esprime in modo eloquente quanto sia cambiato il panorama politico italiano negli ultimi anni. Un decisione come quella di cui Rossi si è fatto promotore sarebbe stata impensabile fino a pochi anni fa perché non sarebbe mai stata accettata dai militanti di base della sinistra storica, quelle persone che frequentavano le Case del Popolo e che presentavano tratti fortemente anticlericali.

Ma i tempi sono ormai cambiati in modo irreversibile. Quell’Italia ritratta in modo magistrale dalle figure mitiche di Don Camillo e Peppone, che vedeva contrapposti i democristiani e i comunisti, non è che un lontano ricordo da menzionare nei libri di Storia.

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