Sit-in dei maestri dell’artigianato artistico in piazza dei Ciompi

CNA richiede attenzione e sostegno economico a un settore variegato che conta 5 mila imprese a Firenze e 20 mila in Toscana: 1 su 4, però, rischia di chiudere quest’anno. Intervenuto il presidente Giani che ha annunciato lo stanziamento di ristori dedicati. Roberto De Blasi e Lorenzo Masi (M5S): “Maggiore attenzione rispetto alle loro esigenze”

Redazione Nove da Firenze
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27 febbraio 2021 14:49
Sit-in dei maestri dell’artigianato artistico in piazza dei Ciompi

Il 70% ha perso in meno di un anno il 60% del proprio fatturato, non hanno partecipato da marzo 2020 ad alcuna manifestazione fieristica locale, nazionale o internazionale, non hanno ricevuto ristoro alcuno tanto che 1 su 4 rischia di chiudere i battenti nell’anno in corso.

Sono le imprese dell’artigianato artistico, un esercito che in Toscana conta 20 mila imprese (circa 5 mila nella Città Metropolitana di Firenze) e 107mila addetti, attivi in 13 settori produttivi diversi dalla ceramica all’oreficeria, dalla falegnameria ai designer passando per argentieri, bronzisti, mosaicisti, restauratori, vetrai, pellettieri, sarti e così via.

Oggi sono scese in piazza a Firenze con CNA, nella cornice dei Ciompi che, fino ad un anno fa, era solita accogliere le loro mostre mercato, prima fra tutte Artefacendo, per richiedere attenzione e sostegno all’opinione pubblica, al Sindaco di Firenze, Dario Nardella e al presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, sia direttamente in quanto rappresentati di enti locali, sia come tramite verso il Governo Draghi.

Richieste già presentate lo scorso 5 dicembre con un presidio-installazione, sempre organizzato da CNA, in piazza della Signoria e la consegna di un memorandum agli stessi Nardella e Giani che, ad oggi, non ha avuto però alcun tipo di riscontro.

“Le attività dell’artigianato artistico, al pari di altri tipi d’impresa coinvolti nella filiera del turismo, risentono notevolmente delle esternalità negative prodotte dalla pandemia da Covid-19 per i distretti produttivi delle Città d’Arte. A differenza di altri operatori economici, dai ristoranti ai bar e passando per le guide turistiche, le imprese artigianali non hanno beneficiato di alcuno dei contributi nazionali della “saga Ristori”, né di alcun sostegno proveniente dalla Regione Toscana che, giova ricordarlo, ha competenza legislativa e amministrativa residuale esclusiva in materia di artigianato” ha spiegato Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana.

Un settore prezioso, che caratterizza il nostro territorio, ma allo stato attuale sempre più Fragile (come i manufatti che i hanno portato in piazza insieme ai loro strumenti di lavoro), composto in prevalenza da imprese individuali di cui (13mila su 20mila in Toscana), con risorse finanziarie insufficienti a reggere l’attuale situazione economica di stallo che si sta protraendo da troppo tempo.

Tale condizione di precarietà, unita all’assoluta mancanza di specifici strumenti di sostegno dedicati, potrebbe portare alla estinzione di interi mestieri tradizionali. Un patrimonio riconosciuto e tutelato peraltro dalla stessa Regione Toscana, sancito nella legge regionale 53 del 2008.

Come contrastare la situazione?

“In primis con lo stanziamento di adeguati fondi a favore delle imprese dell’Artigianato Artistico e Tradizionale, a partire dagli 8 milioni di euro inizialmente destinati alle imprese della somministrazione con bando regionale e non esauriti nell’ambito dello stesso bando – spiega Cioni - A questo proposito, si rendono necessari criteri di assegnazione delle risorse adeguati alla categoria che considerino un calo del fatturato di almeno il 30% rispetto al 2019”.

A seguire, la riapertura immediata delle fiere locali dell’artigianato organizzate dalle associazioni di categoria maggiormente rappresentative, sulla scorta di quanto già attuato in altre grandi Città d’Arte italiane, così come deciso, un esempio su tutti, dal Comune di Roma.

L’immediata disponibilità di spazi, ubicati nel centro storico di Firenze, dedicati all’artigianato di qualità che possa, in quella sede, esporre, promuovere e vendere i propri prodotti.

“Sembra che tale spazio possa essere individuato in uno dei contenitori immobiliari del centro di proprietà del Comune, ma proprio in questa incertezza trova spazio la nostra quarta richiesta: l’avvio da parte degli enti locali, siano essi comuni o la Regione, di un dialogo più autentico, continuo e proficuo con le imprese artigianali per il tramite delle associazioni come CNA che li rappresentano dal secondo dopoguerra” conclude Cioni.

Alla manifestazione erano presenti gli assessori Gianassi e Del Re e il consigliere De Blasi del Comune di Firenze e il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che ha annunciato lo stanziamento di ristori dedicati all’artigianato artistico.

“Con l’allestimento realizzato nel rispetto delle regole sul distanziamento, gli artisti artigiani hanno esposto e raccontato le loro opere – sostiene il capogruppo de Movimento 5 Stelle Roberto De Blasi – perché le condizioni per poter riaprire fiere e mostre all’aperto ci sono, non si capisce come mai mercati rionali e quello delle cascine possono esercitare e realtà come Artefacendo e Artour siano escluse. Abbiamo partecipato all’evento di stamane in piazza dei Ciompi organizzato da CNA con l’intento di sostenere la categoria; il 25 Febbraio abbiamo depositato una risoluzione chiedendo a regione Toscana e governo Nazionale:

1. Lo stanziamento di adeguati fondi, in favore delle imprese dell’Artigianato Artistico e Tradizionale, a partire dagli 8 milioni di euro inizialmente destinati alle imprese della somministrazione con bando regionale e non esauriti nell’ambito del medesimo bando.

2. La riapertura immediata delle fiere locali dell’artigianato organizzate dalle associazioni di categoria maggiormente rappresentative, sulla scorta di quanto già attuato in altre grandi Città d’Arte italiane, così come deciso, un esempio su tutti, dal Comune di Roma.

3. L’immediata disponibilità di spazi, ubicati nel centro storico di Firenze, dedicati all’artigianato di qualità che possa, in quella sede, esporre, promuovere e vendere i propri prodotti”.

“Le attività qui ricomprese, al pari di altri tipi d’impresa coinvolti nella filiera del turismo – conclude il consigliere del Movimento 5 Stelle Lorenzo Masi – risentono notevolmente delle esternalità negative prodotte dalla pandemia da Covid -19 per i distretti produttivi afferenti alle Città d’Arte; agli artigiani è consentito lavorare nelle loro botteghe ma viene impedita l’esposizione e la vendita dei prodotti realizzati”. 

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