​M5S tra opportunismo, meriti ed espulsioni: un appello da Firenze

Con la Senatrice Serenella Fucksia arrivano quasi a 40 gli espulsi dal Movimento, un quarto dei 163 Portavoce che sono entrati in Parlamento con le politiche del 2013

Antonio
Antonio Lenoci
11 gennaio 2016 19:50
​M5S tra opportunismo, meriti ed espulsioni: un appello da Firenze

“Bisognerebbe evitare di inviarli in Parlamento prima, anziché doverli espellere dopo e con varie conseguenze” queste sono state le prime parole di Paolo Chiarini, storico militante fiorentino e candidato alle ultime Elezioni Regionali con il M5S.

Il M5S rifiuta i rimborsi elettorali, i portavoce si impegnano a tagliare i costi della politica rinunciando a privilegi e benefit loro concessi ed attuano la riduzione dei propri stipendi restituendone parte in un fondo destinato ad iniziative politiche di sostegno all’occupazione, allo sviluppo della giovane imprenditoria e di ridistribuzione, mediante servizi, alla collettività. "Chi, dopo essere stato eletto non rispetta questi principi, non solo viola il codice di comportamento, ma tradisce un patto con gli elettori e impedisce di portare a termine le iniziative, mancando di rispetto nei confronti di tutti i cittadini che ne potrebbero beneficiare” afferma intransigente Chiarini, militante del Movimento fiorentino sin dai suoi primi passi.

L' ingegner Chiarini, esperto tecnico ambientale e noto nella provincia di Firenze per i suoi interventi in merito alla salvaguardia dell'area del Mugello ci aiuta a fare il punto sulla situazione dopo l'ennesima espulsione."Dobbiamo promuovere in Parlamento, il vincolo di mandato e la riconferma dei meriti oltre che per i ruoli politici, anche per i ruoli dirigenziali negli Enti pubblici" questo è l'appello che l'esponente del Movimento lancia da Firenze."A differenza degli altri colleghi, non ha restituito le eccedenze degli stipendi di diversi mesi arretrati - ricorda Chiarini - e, dopo vari solleciti da parte dello Staff, in violazione ripetuta del codice di comportamento, è stata indetta una consultazione con gli iscritti per valutare la sua espulsione.

Una votazione, avviata dopo ripetuti richiami attraverso un sondaggio, dove oltre il 90% dei votanti ha espresso il suo parere favorevole e quindi con una procedura ed un’espressione ampiamente democratica".Numeri? "Hanno partecipato alla votazione gli iscritti certificati al Movimento, esprimendosi con quasi il 93% a favore dell’espulsione, solo il 7% è risultato contrario".Anche Chiarini ha votato? "Ho espresso il mio parere a favore dell’espulsione, ma è importante fare alcuni chiarimenti e considerazioni.

Ritengo giusto che venga garantito il rispetto delle regole di rendicontazione e soprattutto gli accordi di mandato per i quali si viene eletti e sui quali i cittadini ripongono la loro fiducia esprimendo un consenso elettorale. La limitazione degli stipendi, il rifiuto di privilegi e benefici di carica, nonchè la riduzione dei costi della politica sono uno dei principali motivi, ancor prima del programma elettorale, per i quali si viene votati ed è quindi un dovere garantirli con il massimo rispetto.

Certe persone non sarebbero state elette senza appartenere al Movimento non è certo per le loro capacità, opinioni, meriti e caratteristiche personali, erano dei meri signor niente nella quotidianità".

Consigli per evitare ripensamenti? "Dovremo trovare il modo di evitare prima, che persone non rappresentative del Movimento entrino in Parlamento, anziché dover risolvere dopo con l’espulsione di questi individui. Se la pensi diversamente, nessuno ti costringe a candidarti nel M5S. Personaggi del PD e giornali scrivono che questa non è democrazia, ma una dittatura del leader politico. Andare contro la linea del Movimento, o votargli contro in aula, non rappresenta una democratica libera scelta d’opinione, ma significa non trovarsi in accordo con i principi del Movimento, e quindi non rappresentarlo e neanche rispettare il mandato con cui si viene eletti".Qualcuno ha approfittato ed è salito sul carro? "Alcuni si sono trovati già sopra e alcuni ne approfittano, perché sfruttano il Movimento per essere traghettati e poi tradendo ignobilmente gli impegni, vivono di rendita grazie ai notevoli stipendi e benefici.

Nel Movimento ci sono delle regole che devono essere, prima motivate e condivise e poi rispettate, e chi non le rispetta deve essere responsabilizzato. Democrazia non è tradire e fare ciò che si vuole, ma rispetto sociale e garanzia degli impegni presi. La libertà ce l’hai, nessuno ti candida con la forza".

Una volta dentro però, non esistono vincoli. "Il Movimento si autoregola, le espulsioni sono una garanzia per i cittadini e sarebbe necessaria maggiore consapevolezza e attenzione nella selezione. Dobbiamo garantire il vincolo di mandato per i rappresentanti del M5S e chi si dimette o viene espulso, non deve trovare rifugio nel Gruppo Misto, ma tornare alla propria vita senza benefici ed il suo posto deve essere reintegrato con il successore così come da esito elettorale.

Stessa cosa andrebbe garantita anche per gli Enti Pubblici con la riconferma periodica dei ruoli. La garanzia di impunità e di controllo permette di entrare a 25 anni e stazionarci a vita, fino all’arrivo della pensione, casomai d’oro, anche senza svolgere debitamente le proprie funzioni. Ogni tanto la conferma sarebbe dovuta e se la tua condotta è stata negativa, dovresti essere sostituito dai tanti altri che avrebbero merito e attendono un importante ruolo nel quale impiegarsi con dedizione al servizio della collettività".

La perdita di un rappresentante quanto pesa? "Significa depotenziare il gruppo eletto, la mancanza dell'operato di una unità meritevole, un elemento in meno al sostegno delle votazioni in aula e una persona che percepisce indebitamente uno stipendio, non più tagliato come i colleghi onesti, senza poter essere questo posto reintegrato dal successore votato in lista, casomai di ben più merito e capacità. Inoltre con l’espulsione beneficiano di tutti i privilegi, senza più nessun controllo o impedimento, se non quello della loro coscienza".

Qualche soluzione? "Prima di tutto dignità e coscienza dei singoli e poi una consapevole scelta e selezione da parte della base. E’ necessario trovare il modo di evitare che furbi opportunisti di varia estrazione approfittino dell'apertura del Movimento per scopi personali di arrivismo, denaro e potere, danneggiando il Movimento stesso e impedendo all'intero paese di attuare riforme politiche che migliorino la società al fine del benessere collettivo e della giustizia sociale" conclude Chiarini.

In Foto Paolo Chiarini, sulla destra, sul palco pre elettorale con Giacomo Giannarelli , Presidente del gruppo consiliare regionale, Vice-presidente della Quarta Commissione (Territorio, Ambiente, rifiuti, Infrastrutture), Segretario della Commissione di Controllo, Presidente della Commissione d’inchiesta su Monte dei Paschi di Siena Fondazione MPS, Commissario nella Commissione istituzionale per la ripresa economico-sociale della costa toscana
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