Litfiba al Visarno: Pelù contro il Palazzo, Giachi lo delega ai Talent Show

Prosegue senza esclusione di critiche il dibattito tra Piero Pelù e l'Amministrazione fiorentina

Antonio
Antonio Lenoci
02 luglio 2015 10:27
Litfiba al Visarno: Pelù contro il Palazzo, Giachi lo delega ai Talent Show

Il frontman dei Litfiba si presenta alle porte delle Cascine entusiasta di poter incontrare il suo pubblico fiorentino con il quale è sempre meglio "Non dare nulla per scontato". Dal Teatro Puccini Piero Pelù e Ghigo Renzulli, ancora insieme nonostante tutto, raccontano una splendida storia iniziata nell'underground di Firenze e proseguita a suon di Rock, Rock e non solo viste le tante contaminazioni avvertite ed incontrate lungo un percorso attraverso gli ultimi anni d'oro della musica nuda e pura, quella della protesta che dopo il vinile ha graffiato anche i Cd, prima di rifugiarsi tra i mega degli Mp3.Milano, Firenze e Roma, ben tre scalette diverse perché le canzoni sono troppe e "servirebbe un concerto con troppi pezzi e per come vivo il palco io non ce l'avrei fatta neppure a 20 anni" sorride Piero.Piace, piace terribilmente il Visarno, dove il 23 luglio è in programma il concerto.

Piace ad entrambi. Piero si lancia addirittura in un complimento "Finalmente uno spazio degno di Firenze" che al pari di città come Pistoia o Lucca potrebbe dedicarsi di più alla musica.La protesta. Essere critico per Piero è una condizione imprescindibile, è come respirare. "Firenze merita di più. Non abbiamo neppure un assessore alla Cultura. La Cultura non è una Notte Bianca, quella è solo una grande vasca".

Ed ancora la sinistra scomparsa, il contraltare caduto che ha lasciato libero il sistema, fino ai guai dell'Europa e "gli ultimi" da difendere ad ogni costo come la Grecia. Un semestre europeo ancora da capire per poi tornare all'Inceneritore alle porte di Firenze, dove le mamme sono tante voci da ascoltare. Un fiume in piena? Un Terremoto. Diversamente la pensa il timido Ghigo che "le mie idee sono anche un po' diverse dalle sue", prende le distanze e vorrebbe parlare solo di sonorità e di spazi musicali "Non abbiamo riempito gli Stadi - spiega Renzulli - nella nostra carriera, ma perché non ci abbiamo neppure provato assiduamente.

Meglio fare il pieno in tanti piccoli contenitori dove il rapporto con il pubblico è tutta un'altra cosa" parla sempre meno di Piero, il Ghigo, ma quando parla spacca. Pelù, l'uomo nuovo dell'Estate Fiorentina che gli è stata rivolta contro e che invece "Ricordo con grande emozione, perché mi sono divertito molto ed ho imparato molto" è un cittadino di Firenze. "Passeggio e vado in bicicletta nelle mie Cascine" ricorda parlando del polmone verde di Firenze che però fa parte di un quadro in cui difficilmente si riconosce.

A pochi metri si apre la stagione del Puccini ed in rappresentanza di Palazzo Vecchio c'è la vicesindaca Cristina Giachi: "Pelù pensi ai Talent Show, è troppo impegnato per conoscere gli eventi culturali che si tengono a Firenze".Ed ecco riaccendersi ancora una volta il dibattito: i cantanti possono parlare alla pancia del popolo? Se di politica si occupa Jovanotti alludendo al lavoro gratuito che nobilita e forma il giovane attivista, può farlo anche Piero Pelù che accusa la carenza di spazi e la gestione amministrativa di una città d'arte? Meglio cantare e non parlare? Ma le canzoni sono testi, sono parole in libertà spesso guidate da un'anima ribelle.

Dipende da chi ascolta, saper interpretare parole ed accenti: da Gaber a Graziani, da Faber a chi ancora deve arrivare. La musica è politica, è un corpo che cambia in costante trasformazione.

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