La multiutility non s’ha da fare?

Calenzano e Sesto votano contro. Firenze, Empoli, Montespertoli e Pistoia approvano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 ottobre 2022 23:07
La multiutility non s’ha da fare?

Firenze, 20.10.2022 – Si è tenuta oggi, presso Firenze Fiera, l’Assemblea straordinaria dei soci di Alia Servizi Ambientali che ha autorizzato la fusione per incorporazione delle tre società pubbliche – Acqua Toscana, Consiag e Publiservizi – quale primo atto che dà vita alla Multiutility, la nuova società dei servizi pubblici locali (acqua, gas, rifiuti), partecipata da 66 comuni della Toscana Centrale, tra i territori dell’Empolese Valdelsa e le province di Firenze, Prato e Pistoia. L’Assemblea ha inoltre deliberato l’aumento di capitale della stessa Alia destinato al conferimento della partecipazione pari al 20,61% del capitale sociale detenuta dal Comune di Firenze in Toscana Energia Spa e della partecipazione del 3,9% del capitale di Publiacqua Spa detenuta dal Comune di Pistoia.

L’Assemblea ha deliberato un aumento di capitale scindibile di 3,5 mld delegandolo al Consiglio di Amministrazione. Tale aumento permetterà ad altri comuni di conferire le proprie partecipazioni e di procedere alla quotazione in Borsa. Tale operazione è subordinata ad articolato processo di controllo dei comuni azionisti che, quando lo riterranno necessario e opportuno, ridiscuteranno nei consigli comunali i diversi passaggi ritenuti critici. Il 51% resterà comunque nelle mani dei Comuni che deterranno tali partecipazioni attraverso una holding pubblica cassaforte. E’, infine, stabilito che nessun azionista non pubblico possa detenere più del 5%.

“Questo è un risultato storico – ha commentato il Presidente di Alia, Nicola Ciolini- cercato dai Comuni da più di 20 anni, dove oltre a superare tutte quelle che sono le diversità e sensibilità politiche, il risultato vero è quello di essere riusciti a mettere insieme le esigenze di territori diversi. Questo deve esser il punto di partenza perché nella seconda fase si possa allargare questo tipo di impostazione a tutto il territorio toscano. Voglio ringraziare coloro che da un anno e mezzo hanno lavorato a questo progetto complesso che se ha visto il risultato di oggi è stato proprio grazie al lavoro di tante persone, della determinazione dei sindaci”.

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L’approvazione della fusione da parte delle assemblee sancisce la nascita della Multiutility della Toscana ha commentato l’AD di Alia, Alberto Irace -. È un traguardo importante per questo territorio, raggiunto grazie ad un serio e lungo lavoro di squadra portato avanti scrupolosamente da tutti i soci e dai loro amministratori che ritengo doveroso ringraziare”.

“Oggi ha avuto luogo un passaggio epocale, a tratti doloroso – ha dichiarato Nicola Perini, Presidente di Consiag-. Abbiamo avuto il coraggio di prendere una decisione, di portarla avanti e poi si è concretizzata con l’assemblea di Alia. Siamo tutti felici del risultato ottenuto”.

“Abbiamo lavorato per questo risultato storico ed ora dobbiamo proseguire insieme in questo percorso, valorizzando i territori e la nostra regione” – ha commentato Simone Faggi, Amministratore unico di Acqua Toscana-.

“I comuni e le aziende coinvolte hanno coraggiosamente attivato un percorso di crescita che ha l’obiettivo di fornire ai cittadini e alle imprese toscane più e migliori servizi a tariffe sostenibili – ha dichiarato Lorenzo Perra, presidente di Publiacqua- Per una Toscana più efficiente e più verde.

Il Comune di Sesto Fiorentino però ha espresso un voto contrario alla fusione nella nuova multiutility e alla sua successiva quotazione in borsa nel corso dell’assemblea dei soci di Consiag che si è tenuta oggi e che ha visto la partecipazione in rappresentanza dell’ente del sindaco Lorenzo Falchi.All’interno della società, destinata a confluire nella nuova aggregazione regionale, Sesto Fiorentino rappresenta, con il 9,18 per cento delle azioni, il secondo socio dopo Prato.

“Oggi in assemblea - afferma Falchi - abbiamo ribadito la nostra posizione, espressa chiaramente anche nel programma elettorale votato un anno fa dai sestesi: siamo fermamente contrari all’ingresso di privati nella nascente multitutility. Nel settore dei servizi pubblici è senz’altro necessario innovare e individuare assetti e dimensioni in grado di permettere al nostro territorio di competere a livello nazionale e di garantire il massimo livello di investimenti nelle reti e nelle infrastrutture. Ma in nessun caso i servizi pubblici possono essere ricondotti alle logiche di mercato e alle speculazioni private a cui ci esporrebbe la quotazione in borsa”.

“La quotazione in borsa - prosegue - va in tutta evidenza in contrasto con l’esito del referendum del 2011 che ha stabilito come la gestione dell’acqua debba essere pubblica. Trovo sbagliato, soprattutto in questo momento storico, intraprendere una strada che già in passato si è mostrata fruttuosa soprattutto per il privato a scapito della collettività e degli utenti. Sarebbe stato molto più utile approfondire altre modalità di approvvigionamento di risorse per gli investimenti, come obbligazioni e green bond che avrebbero consentito una gestione interamente pubblica dei beni comuni, sottraendola alle logiche del mercato e del profitto per pochi”.

“Con la scomparsa di Consiag si chiude una bella stagione di coraggio e protagonismo da parte dei comuni - dice ancora Falchi - Nell’ultima notte dell’anno 1970, compiendo un atto senza precedenti, il sindaco di Sesto Oublesse Conti procedette all’esproprio e alla municipalizzazione della rete del gas, fino ad allora in mano ai privati. Da quell’azione, la prima del genere in Italia, nacque alcuni anni dopo Consiag, un consorzio tra comuni sorto per portare acqua e gas in tutte le case, gestendo il servizio come un bene comune. Con la creazione della multiutility imbocchiamo invece una strada opposta che, con scelte sostanzialmente irreversibili, apre a prospettive di mercato per il futuro dei servizi nelle nostre comunità”.

Anche a Calenzano martedì il Consiglio comunale ha votato all’unanimità, con 14 voti, l’Ordine del giorno presentato dalla Giunta comunale di Calenzano al Consiglio comunale per dare mandato al Sindaco di votare contro l'operazione MultiUtility nella assemblea della società partecipata Consiag S.p.A..

L’Ordine del giorno dettaglia le molteplici considerazioni e valutazioni negative sul modello scelto per l’operazione di aggregazione societaria anche in funzione della futura quotazione in Borsa della MultiUtility e, inoltre, fa appello ai Sindaci degli altri territori coinvolti nell’operazione di interrompere l’iter procedurale in atto e ad attivare “un confronto reale che parta da un bilancio serio sugli effetti del modello misto pubblico-privato sperimentato in questi anni, ripensando il progetto di aggregazione dei servizi e dei soggetti gestori pubblici per dare vita ad un nuovo modello d’impresa pubblica”.

“La multiutility non s’ha da fare” Così si esprime Ivan Moscardi, segretario della federazione di Firenze di Sinistra italiana, in merito alla fusione per incorporazione delle aziende che gestiscono i servizi pubblici locali, in particolare acqua e rifiuti. L’assemblea federale di Sinistra italiana, è stata antesignana quando nell’aprile del 2021, approvò un ordine del giorno, dove si dichiarava contraria non solo alla quotazione in borsa, ma a tutta l’operazione di fusione, e principalmente contro il gigantismo, infatti: “Noi critichiamo il gigantismo di questa aziendasostiene Moscardinon a caso è nostra convinzione che i servizi pubblici locali non debbono seguire le logiche dell’industrializzazione e dell’aziendalizzazione.

I servizi pubblici debbono essere erogati ai cittadini e non venduti, come dicono peraltro le normative vigenti. Da qui bisogna partire, altrimenti si va fuori strada. Se un servizio di pubblica utilità lo vendi al cittadino, questo diventa cliente. Invece il servizio pubblico deve essere erogato al cittadino, anche se questi non se lo può permettere per motivi di reddito. Quindi un’azienda enorme, come quella che in questi giorni sta nascendo, viene creata per ottimizzare i costi e questo avviene in due modi: uno, grazie alla compressione dei salari e dei diritti dei lavoratori, l’altro con la perdita di qualità nella gestione del servizio.

Per questo rilanciamo la proposta della pubblicizzazione delle aziende dei servizi pubblici e ribadiamo che non è la proprietà delle azioni che determina se un’azienda è privata o meno, ma è viceversa la ragione sociale dell’azienda stessa che ne stabilisce la pubblicità. Infatti, la forma di società di capitali, che ormai da venti anni imperversa nella aziende di pubblica utilità della Toscana, se da un lato non va bene perché in queste società chi decide è in minima parte l’assemblea dei soci, formata dai sindaci, ma in larga parte dai C.d.A.

che spesso non rispondono nemmeno ai sindaci stessi, dall’altro non si addice ad un servizio pubblico, perché la società per azioni è un potente strumento inventato dai capitalisti per fare soldi.”

Moscardi ribadisce quindi che la migliore forma di gestione per i servizi pubblici è l’azienda speciale e ne spiega il motivo:” Moltissimi fautori della multiutility e del gigantismo, adducono come motivazione che se non si aggregano le attuali aziende, poi verranno scalate dalle grandi aziende del nord, come Iren e Hera o peggio ancora da quelle straniere. Ma c’è un modo molto semplice per evitare ciò, ovvero creare aziende speciali che sono totalmente pubbliche e hanno una forma societaria che non consente nessuna vendita a terzi, perché incedibile, ma soprattutto prevede che i bilanci preventivi e consuntivi vengano discussi dai consigli comunali.

In questo modo torna la democrazia nelle gestione dei servizi pubblici e si rende un senso ai cittadini nell’ andare a votare. D’altra parte oggi i consigli comunali e la politica tutta non hanno pressoché nessun potere. Le decisioni strategiche vengono prese altrove, da qualsiasi parte c’è sempre un vincolo esterno. E questo il cittadino lo sente ed è anche per questo che c’è una grossa disaffezione verso la politica e un grosso astensionismo, specie alle elezioni comunali. Il comune non conta più niente e con questa mega società, se verrà creata, conterà ancora più di niente.”

La posizione contro il gigantismo, è stata manifestata, la scorsa settimana, dai vertici federali di Sinistra italiana, anche in ambito del trasporto pubblico locale, criticando l’inefficienza di Autolinee Toscane trasporti, in virtù delle corse saltate, disservizi ai cittadini e bassi salari nei confronti dei lavoratori, il tutto a dimostrare che “grande” non è sinonimo di qualità e diritti.

Ma Moscardi tuona anche contro la quotazione in borsa. “Questa è una iattura, la ciliegina sulla torta. In questo modo il servizio viene privatizzato definitivamente e chi dice il contrario, sostenendo che comunque il 51% delle azioni rimane in capo ai comuni, prende in giro. Se un bene primario come l’acqua viene quotato in borsa, lo si mette in balia delle turbolenze dei mercati e un domani potrebbe accadere che il prezzo schizzi vertiginosamente verso l’alto, come sta avvenendo in questi mesi per l’energia e il gas, oltre al fatto che quando un titolo scende di quotazione, c’è da ricapitalizzare la società. Così in questo modo i cittadini pagherebbero due volte: direttamente con le bollette e indirettamente attraverso i comuni che saranno costretti a rifinanziare l’azienda.”

Pertanto Moscardi lancia l’appello a tutti i cittadini e lavoratori:” Ci opporremo in tutti i modi possibili alla creazione di questo obbrobrio, dalle vie legali ai referendum, comune per comune: la multiutiluty non s’ha da fare! Giù le mani dei profittatori dai beni comuni.”

A Firenze invece ieri è passata la delibera 2022/55 con cui il Comune dà il via alla privatizzazione dei servizi pubblici di acqua e rifiuti. L'impegno puntuale sugli emendamenti ha portato a un ampio voto favorevole (quasi unanime, con la sola astensione di Fratelli d'Italia) su un ordine del giorno che definisce un percorso chiaro da qui a dicembre.

"Dobbiamo garantire contenuti e concretezza a un atto di indirizzo molto chiaro, che dà anche valore a chi ha già presentato osservazioni in questa fase, come la Camera del Lavoro, che invece il Partito Democratico ha voluto camuffare nel proprio testo, su richiesta di Fratelli d'Italia" commentano Dmitrij Palagi, Antonella Bundu di Sinistra Progetto Comune.

“Ricordiamo che il 49% della Multiutility sarà detenuto fin da ora da privati e gestito secondo una logica di profitto. Il resto sarà distribuito tra i 67 comuni che vorranno aderire, con percentuali diverse di partecipazione sulla base della dimensione degli stessi. Questo implicherà una diversa capacità di intervenire tra le diverse realtà territoriali, con maggior peso del Comune di Firenze”.“A quale titolo – sottolineano i consiglieri del MoVimento 5 Stelle De Blasi e Masi - potranno pertanto i sindaci dei Comuni più piccoli esprimersi sulle scelte della Multiutility, che andranno comunque a incidere significativamente sulle bollette e tariffe dei propri cittadini?”.

Tutto il Movimento toscano è al fianco dei comitati e dei consiglieri comunali che si oppongono al progetto della multiutility. Ad affermarlo in una nota congiunta sono i deputati toscani Riccardo Ricciardi e Andrea Quartini e le consigliere regionali del Movimento 5 Stelle Irene Galletti e Silvia Noferi.

“Sono d’accordo – spiega il capogruppo del gruppo misto – Italexit Andrea Asciuti – che nel progetto multiutility, che interessa 66 comuni della Toscana, il 51% delle quote rimanga pubblico. Sul discorso della “finanza” non si mette in discussione lo strumento, ma gli uomini che dovranno essere scelti nei Consigli di Amministrazione. Su questo, invito, a fare scelte oculate. Le multiutility – prosegue Asciuti – potranno essere utili a patto che ci sia il coraggio di fare scelte politiche come la costruzione di termovalorizzatori, visto che, a volte, siamo costretti a pagare aziende straniere per poter smaltire i rifiuti all’estero".Infine – conclude il capogruppo del gruppo misto – Italexit Andrea Asciuti – occorre potenziare, senza dubbi, anche le politiche delle 3 R riciclo, riduci, riutilizzo”.

Vicchio il circolo del Partito Democratico condivide l'obiettivo di costituzione di un'unica holding dei servizi pubblici locali, auspicabilmente con un successivo allargamento ad altri territori fino ad arrivare a un soggetto regionale: "Ci esprimiamo però in maniera critica e contraria sull'ipotesi di quotazione in Borsa delle holding, convinti che il profitto finanziario contrasti con l'interesse pubblico e generale e che siano possibili strumenti diversi per affrontare il tema del finanziamento delle società".

Nella seduta del consiglio comunale di Empoli è stata approvata la delibera per la creazione di una holding di servizi della Toscana. I gruppi del Partito democratico e di Questa è Empoli hanno votato compatti in modo favorevole: «Il progetto della Multiutility ci convince innanzitutto per gli obiettivi che intende perseguire -afferma Simone Falorni, capogruppo del Pd- A partire da quello di dotarsi di un soggetto industriale forte, capace di competere con le altre grandi holding dei servizi pubblici locali del Paese, anche perché la nostra Regione è già diventata terra di conquista e lo sarà del tutto se non interveniamo in tal senso.

Dotarsi quindi di una dimensione del genere è indispensabile per poter riuscire ad aggiudicarsi le prossime gare e poter aumentare la capacità di investimento delle nostre aziende, che consenta ad esempio una maggiore manutenzione della rete idrica e la realizzazione di impianti per uno smaltimento dei rifiuti a costi più bassi, investimenti attualmente insostenibili con l'assetto societario in essere.

La sostituzione di numerose tratte di rete idrica vuol dire maggiore sostenibilità e risparmio di dispersione dovuta a tubature vecchie; maggiori risorse per realizzare impianti di nuova generazione per lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati significa sostenibilità ambientale grazie ai processi di lavorazione della materia, da trasformare per nuovi e diversi utilizzi.

Valorizzare finalmente e davvero i principi e i valori dell’economia circolare, in cui questo territorio ha creduto e investito fra i primi, e fermare il rialzo continuo delle tariffe, anche e soprattutto dei rifiuti, oggi in costante crescita, pure per l’assenza di impianti che sostituiscano le ormai superate discariche.

La Multiutility è un progetto ambizioso, che si colloca nel solco del pensiero politico del nostro territorio e coerentemente ha visto i nostri Sindaci non solo tra i sostenitori ma tra i suoi promotori. A distanza di 25 anni dalla nascita di Publiservizi, questo territorio, ha scelto nuovamente di stare un passo avanti, per provare a cogliere l’opportunità di giocarsi da protagonista un ruolo nella potenziale ridefinizione del quadro dei servizi pubblici locali nella nostra Regione.

Quanto alle dimensioni della Multiutility, riteniamo di insistere sul fatto che il progetto si rafforza quanto più tende verso la dimensione regionale, soprattutto se si estende a territori con aziende sane. Riteniamo, infatti, che se, da un lato, sia stato giusto, ad un certo punto, partire con chi ci stava (si parla di 65 Comuni delle Province di Firenze, Prato e Pistoia), allo stesso tempo non si debba e non si possa rinunciare a portare avanti in prospettiva futura il percorso volto ad allargare il perimetro della Multiutility stessa, per renderla più competitiva al cospetto degli altri competitors nazionali e internazionali.

Ciò detto, bene che si sia messo dei paletti rispetto alla nostra presenza nel progetto Multiutility. In particolare, avanzando la richiesta di partecipare alla Multiutility mediante la Publiservizi, una holding sana e un prezioso strumento di rappresentanza territoriale.

Sotto il profilo della partecipazione pubblica, è previsto che il 51% sia sempre in mano ai soci pubblici, i Comuni, una garanzia affinché siano evitate eventuali fughe in avanti da parte di soci privati.

Così come è emersa una giusta attenzione rispetto alle scelte da assumere in materia di logistica, perché si dovrà tenere conto del valore rappresentato dalle attuali sedi delle aziende e, in ogni caso, della necessità di favorire il personale rispetto alla ubicazione di eventuali nuove sedi. Senza dimenticare l’avviato e prezioso confronto con i sindacati, che andrà coltivato il più possibile, auspicando che si giunga al più presto a sottoscrivere il protocollo d’intesa su cui le parti si stanno confrontando.»

Anche il consiglio comunale di Montespertoli , che si è tenuto lunedì 17 ottobre, ha approvato la delibera per la costituzione della holding di servizi della Toscana.

«La costituzione della Multiutility è un processo molto complesso ma di grande importanza per lo sviluppo della nostra Regione - dichiara Giacomo Giusti, segretario del Pd di Montespertoli –. Basti pensare all’ingente capacità di investimento, che una grande società di gestione dei servizi può portare, in un periodo storico in cui non si è più nelle condizioni di tollerare ad esempio l’enorme dispersione idrica che oggi ci contraddistingue o nel verificare che i rifiuti vengano riciclati e smaltiti in maniera sostenibile, sia ambientalmente che economicamente, che l’energia sia prodotta sempre più in modo rinnovabile, assicurando al contempo la regolarità della fornitura.

Naturalmente sono molte le preoccupazioni, a partire dalla rappresentatività dei comuni più piccoli nelle sedi decisionali, ma anche rispetto alla esigenza di un profilo di responsabilità sociale d’impresa che dimostri come una società moderna porti un contributo ai cittadini più fragili».

A Pistoia il consiglio comunale di mercoledì 19 ottobre ha approvato il nuovo statuto della cosiddetta Multiutility con 29 voti favorevoli (Fratelli d’Italia, Ale Tomasi Sindaco, Centristi Forza Italia, Amo Pistoia, Lega, Partito Democratico, Civici Riformisti) e 3 contrari (Pistoia ecologista progressista).

Prima della presentazione del provvedimento da parte dell’assessore Margherita Semplici, il gruppo Pistoia ecologista progressista ha presentato una questione sospensiva per il rinvio della trattazione della delibera per poterla discutere in modo più approfondito e sviluppare il confronto con la cittadinanza, richiesta che il voto del consiglio ha respinto.

Dopodiché l’assessore alla gestione delle aziende partecipate Margherita Semplici ha spiegato il complesso e articolato provvedimento, discusso durante 5 commissioni consiliari alle quali hanno partecipato comitati, associazioni di categoria e sindacati.

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