​Infrastrutture: imprese toscane le chiedono a gran voce

 Il giorno dopo la manifestazione di Torino anche le imprese toscane fanno sentire la loro voce. A stretto giro l'intervento di Idra, che segue l'Alta Velocità

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 dicembre 2018 16:10
​Infrastrutture: imprese toscane le chiedono a gran voce

Il presidente di Confindustria Toscana Alessio Marco Ranaldo e i presidenti di Confindustria Firenze Luigi Salvadori; Confindustria Livorno Massa Carrara Alberto Ricci; Confindustria Toscana Nord Giulio Grossi; Confindustria Toscana Sud Paolo Campinoti, Unione Industriali di Pisa Patrizia Pacini, all’unisono sottolineano l’importanza dell’iniziativa promossa ieri a Torino da Confindustria e da altre associazioni di categoria, che riporta al centro del dibattito italiano uno dei temi fondamentali per la crescita economica del nostro Paese.

I presidenti toscani sottolineano che “senza infrastrutture adeguate il nostro territorio perde competitività. E’ l’industria che assicura, alla Toscana e al Paese, la crescita e, per lo sviluppo delle nostre imprese, sono necessarie infrastrutture che ci assicurino collegamenti rapidi con il resto d’Europa. Un territorio senza industria è un territorio destinato al declino e, oggi, in Toscana ci sono ancora, purtroppo, troppi nodi infrastrutturali da sciogliere: dall’aeroporto di Firenze, alla Tirrenica, alle infrastrutture portuali, alla grande tema dello smaltimento dei rifiuti.

E’ indispensabile porre fine alle discussioni, eccessive e interminabili, e dare corso positivo ai progetti già avviati. Ci preoccupa molto, invece, l’atteggiamento che alcune parti della maggioranza di Governo nazionale tengono su questi argomenti”.“Siamo a un punto quasi limite di pazienza", ha detto ieri a Torino il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, alla manifestazione 'Infrastrutture per lo sviluppo, Tav, l'Italia in Europa'.

"Cosa dovrebbero dire, allora, i cittadini che dalla Confindustria di Firenze, dopo un mese e mezzo, aspettano ancora un riscontro alla loro richiesta di incontro?" domanda Idra, associazione di cittadini iscritta al Registro Regionale del Volontariato della Toscana per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale, che segue il tema dei progetti di Alta velocità ferroviaria fin dal 1994.

Il 15 settembre il vice presidente di Idra Pier Luigi Tossani ha scritto a Luigi Salvadori, presidente di Confindustria Firenze, dopo il suo invito, nell’ambito di una riflessione sulla crescita e la sviluppo della nostra città, a sbloccare i lavori del tunnel TAV nella città patrimonio dell’Unesco.

“Riteniamo doveroso segnalare – scrive l’Associazione - che il progetto attualmente in corso di faticosissima cantierizzazione appare essere caratterizzato da incongruenze talmente rilevanti che difficilmente la sua prosecuzione – come tanti indicatori oramai suggeriscono - porterebbe benefici, non solo alla nostra città, ma anche alle imprese chiamate ad attuarlo”.

E aggiunge: “In particolare, poi, ricordiamo come le grandi aziende che hanno operato nel consorzio costruttore Nodavia, prima Coopsette e successivamente Condotte, siano incorse in uno stato di grave crisi, alle cui cause non sembra estraneo il complesso di sinergie negative strettamente legate alle incongruenze del progetto e ai suoi connotati contrattuali. Tutto lascia temere che analoga sorte potrebbe interessare anche la prossima impresa che ereditasse la mission di portare avanti i lavori nella modalità in cui sono stati finora concepiti e organizzati”.

“Sarebbe per noi un grande piacere – propone infine Idra - poterLe illustrare personalmente i motivi che ci spingono a formulare tali dubbi, e proporre, in spirito costruttivo, un percorso alternativo che permetta di uscire con efficacia e pubblica utilità dalla presente condizione di impasse.

Alla lettera era allegata una cronologia essenziale delle ultime vicende nel Nodo Alta Velocità di Firenze, dopo che il 17 gennaio 2013 un'inchiesta della Procura, dei Carabinieri del Ros e del Corpo Forestale dello Stato aveva sollevato gravissimi dubbi sulla qualità e sulla sicurezza dell'opera, sul rischio di infiltrazioni camorristiche e sull'esistenza di illecite connivenze da parte delle autorità di vigilanza: vennero sequestrati l’enorme trivella Monna Lisa e i conci destinati al rivestimento delle gallerie, ritenuti non conformi alle prescrizioni europee e a gravissimo rischio di collasso in caso di incendio.

Da Confindustria Firenze, a oggi, purtroppo, nessuna risposta. Forse quella cronologia (in allegato) mette a nudo con l’eccessiva crudezza dei dati oggettivi gli aspetti giudiziari, contabili e politici che hanno caratterizzato l’avventura TAV a Firenze?" conclude Idra.

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