Gli Statuti di Vinci del 1418 a cura di Paolo Santini

In un volume da Olschki Editore, fondamentale per gli studi universitari

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 novembre 2023 22:00
Gli Statuti di Vinci del 1418 a cura di Paolo Santini

E' stato da poco pubblicato e presentato a Vinci il volume numero 11 della Biblioteca Leonardiana. Studi e Documenti [cm. 17 × 24, xx-166 pp. con 16 tavv. f.t. a colori € 30,00 - ISBN 6890 7]. Nel libro Paolo Santini ripropone l’edizione degli statuti di Vinci del 1418, il cui testo, conservato all'Archivio di Stato di Firenze e finora inedito, è stato trascritto integralmente e corredato di un ricco apparato di note critiche e di saggi introduttivi.

Il testo integrale è preceduto da una presentazione di Vanna Arrighi, a lungo funzionaria del Ministero della Cultura e studiosa delle istituzioni medievali. Seguono una breve storia generale di Vinci e un’articolata analisi diacronica sulla storia delle istituzioni locali fino all’approvazione dei suddetti statuti. Essi si modellano sulla posizione di confine dell'abitato facente parte del contado fiorentino. La sua organizzazione, tra popoli e pivieri, podesterie e vicariati, inserisce Vinci nel sistema di potere territoriale sul confine con Lucca e Pistoia. Emblematica l'evoluzione dei rapporti con Cerreto Guidi e Vitolini.

La comunità vinciana è soggetta al rapporto con la dominante attraverso la presenza di ufficiali e magistrati fiorentini, normata dagli statuti. Fra trecento e quattrocento il podestà di Vinci assume un ruolo preminente sul territorio circostante, nella vita civile e giudiziaria, nel regolarne le attività economiche, le festività e i giochi. L'amministrazione comunale si compone di un consiglio generale e di ufficiali pubblici retribuiti, del camarlingo, del notaio e degli ambasciatori, dei paciarii, dei governatori della gabella. Sia il governo delle acque, sia il consumo di vino sono argomenti rilevanti degli statuti. Ma si definisce anche dell'attività dei beccai e dei mugnai.

Approfondimenti

La prima parte si chiude con un paragrafo dedicato alle cosiddette “suggestioni leonardiane negli statuti di Vinci”, emerse sulla base del ritrovamento, all’interno del codice, di un documento inedito sottoscritto da un notaio. Viene formulata una nuova ipotesi sulla rappresentazione della cascata d'acqua nel disegno di paesaggio, conservato al Gabinetto dei disegni e delle stampe nelle Gallerie degli Uffizi. L'acqua per Leonardo è l'elemento vitale per eccellenza, risorsa naturale esteticamente bella, grazie al suo gioco di flussi e vortici. Il genio se ne occupò sotto tutti punti di vista, come testimoniamo i numerosi disegni a tema idraulico e geografico.

Lo studio approfondito del contenuto e un’accurata analisi del manoscritto nel suo complesso hanno consentito di restituire finalmente alle carte l’ordine originario di composizione, circostanza che ha permesso – fra le molte altre cose – di rintracciare, nell’esame delle “riforme” aggiunte successivamente alla stesura del testo iniziale, sorprendenti informazioni relative ad alcuni fatti accaduti fra il 1473 e il 1474, anni cruciali nella vita di Leonardo da Vinci.

Nella seconda parte, incentrata sulla vita quotidiana a Vinci nel XV secolo, il volume ospita la trascrizione accuratamente commentata degli statuti, a sua volta preceduta da un indice delle rubriche che consente di ripercorrere agilmente la complessa struttura del corpus statutario, facendo rivivere la Vinci al tempo della podesteria, in cui crebbe il giovane Leonardo. Anche perché non c'è dubbio che il lettore curioso cerchi nel libro qualche indizio dell'origine del genio leonardiano nell'analisi delle caratteristiche sociali del suo paese, rappresentate negli statuti.

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