"GKN, Draghi intervenga in prima persona"

Appello lanciato dagli ex presidenti della Regione Toscana Mario Chiti, Claudio Martini e Enrico Rossi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 agosto 2021 18:52

La vertenza Gkn è ormai una caso nazionale ed europeo, "il presidente del Consiglio deve intervenire in prima persona" con il suo prestigio e la sua autorità, e questo è decisivo per gli sviluppi della vicenda, sulla quale domani si riapre il tavolo convocato dal Ministero per lo sviluppo economico.

L'invito a Mario Draghi è centrale nell'appello al Governo lanciato dagli ex presidenti della Regione Toscana Mario Chiti, Claudio Martini e Enrico Rossi, che questa mattina i tre hanno illustrato in Palazzo Medici Riccardi a Firenze, sede della Città Metropolitana, insieme al sindaco di Campi Bisenzio Emiliano Fossi e al consigliere metropolitano al lavoro Lorenzo Zambini.

L'appelllo ha raggiunto le 6.500 firme - per lo più significative e autorevoli come quelle di Don Giovanni Momigli per la Curia fiorentina e di Severino Saccardi, oggi presenti in Palazzo Medici - e ambisce nelle prossime ore a superare il traguardo delle 10.000 adesioni.

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"Puntiamo al ritiro dei 422 licenziamenti da parte dell'azienda" ha detto nella sua introduzione in sindaco Fossi, una richiesta che ha bisogno dell'assunzione di un ruolo centrale da parte dello Stato italiano e di una "alzata di dignità" da parte della politica.

"Dove ci sono i lavoratori c'è la società con le sue istituzioni", ha detto illustrando l'appello Chiti: la vicenda Gkn investe tutto il territorio Toscana ed i suoi modelli di sviluppo. I valori della Toscana sono tutti rappresentati nell'appello, ha sottolineato il consigliere Zambini.

Per difenderli in concreto per Rossi è necessario adottare provvedimenti legislativi, perché l'economia non può dipendere dalla finanza. Ora l'appello, ha aggiunto Martini, deve diffondersi e funzionare da moltiplicatore degli effetti.

Massima solidarietà ai dipendenti e una ferma condanna del comportamento “grave e irrispettoso” tenuto dall'azienda. È il messaggio contenuto nella risoluzione bipartisan presentata dai gruppi consiliari del Partito Democratico, dei Cittadini di Bagno a Ripoli, di Per Una Cittadinanza Attiva, e della Lega, approvata all’unanimità nella seduta di ieri pomeriggio. Al centro della risoluzione la difficile crisi occupazionale che sta interessando i 422 dipendenti dell’azienda GKN Driveline con sede a Campi Bisenzio, avvisati il 9 luglio scorso attraverso una mail del licenziamento e della chiusura dello stabilimento fiorentino. Un episodio “grave”, si legge nella mozione, “non solo verso i dipendenti e le loro famiglie ma verso tutto l'indotto e, più in generale, tutta la popolazione dell'area metropolitana fiorentina e toscana, considerate le dimensioni e la portata dei licenziamenti, un vero e proprio dramma sociale”.

“Qualunque esito della vicenda – si legge nella risoluzione - deve tenere conto dell'assoluta gravità con cui si sono svolti i fatti e dell'atteggiamento dell'azienda multinazionale che, in spregio al rispetto degli accordi sindacali, ha proceduto unilateralmente ad assumere una decisione che non appare assolutamente giustificata dalle condizioni economiche poiché la scelta di chiudere lo stabilimento non nasce da difficoltà dell'azienda o del gruppo che ne detiene il controllo quanto da mere scelte aziendali e di riduzione dei costi”.

La risoluzione punta il dito anche contro il “grave e irrispettoso” atteggiamento tenuto dall’azienda in occasione del tavolo nazionale svoltosi il 15 luglio in Prefettura a Firenze, al quale era presente solo l’avvocato della multinazionale, che ha ribadito la ferma volontà di chiudere lo stabilimento e di trattare coi sindacati in assenza dei rappresentanti del Governo, della Regioni e degli enti locali.

A fronte di una situazione così preoccupante, l’obiettivo secondo il Consiglio comunale ripolese è “evitare che si abbassino i riflettori su questa vicenda lasciando, di fatto, facile gioco per i proprietari della Gkn Driveline”. Con la volontà, si legge ancora nella risoluzione, che “si apra un confronto serio tra l’azienda e le parti sociali per salvaguardare i posti di lavoro, per il ritiro immediato dei licenziamenti collettivi e l’attivazione degli ammortizzatori sociali” e che vengano utilizzati “tutti gli strumenti normativi ed economici a disposizione per impedire la chiusura dello stabilimento e consentire la ripresa della produzione”.

Il Consiglio auspica inoltre “che, quantomeno nell’ambito dell’Unione Europea, vengano definite regole comuni che impediscano facili delocalizzazioni, in particolar modo per quelle imprese che risultino beneficiarie di aiuti pubblici, che venga sempre più affermata una cultura del lavoro come base della dignità della persona umana, favorendo l'adozione di interventi diretti volti a garantire sempre maggiori tutele per i lavoratori, perseguendo una crescente omogeneità delle politiche sul lavoro tra gli Stati membri, e aprendo una non più rinviabile discussione sul tema delle delocalizzazioni”. E “coinvolgendo, infine, tutti gli attori delle filiere industriali strategiche per promuovere una giusta transizione ecologica e digitale che vincoli gli investimenti del PNRR alla difesa di un'occupazione stabile e alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”.

“Trovo molto positivo – afferma il presidente del Consiglio comunale, Francesco Conti -, il fatto che il testo sia stato condiviso da gruppi di maggioranza e minoranza e votato all’unanimità da tutti i rappresentanti dell’assemblea”. Nei giorni scorsi anche il sindaco Francesco Casini, insieme ai sindaci dell’area fiorentina e alle istituzioni regionali e nazionali, si era recato allo stabilimento per incontrare personalmente i lavoratori, portando la solidarietà ai dipendenti della GKN ed esprimendo a nome di tutta la comunità di Bagno a Ripoli una condanna ferma e rigorosa in merito alla decisione e al comportamento dell'azienda.

Il 19 luglio scorso, su deliberazione della giunta, il sindaco e una nutrita delegazione ripolese, accompagnati dal Gonfalone del Comune, erano intervenuti alla manifestazione in piazza Santa Croce a Firenze per esprimere la propria vicinanza ai dipendenti. “Come istituzioni – aveva detto il sindaco – non faremo alcun passo indietro nella difesa del lavoro, della dignità e dei diritti in questo territorio”.

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