Forum Unesco: inaugurato in anteprima mondiale il foyer del Teatro romano sotto Palazzo Vecchio

Sarà aperto al pubblico a dicembre. Il sindaco Nardella: “Risultato di portata storica perché è l’unico complesso di scavi romani che si può visitare a Firenze”. 300 partecipanti sono stati i relatori della tre giorni fiorentina

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 ottobre 2014 18:19
Forum Unesco: inaugurato in anteprima mondiale il foyer del Teatro romano sotto Palazzo Vecchio

L’inaugurazione in anteprima mondiale del foyer del Teatro romano sotto Palazzo Vecchio ha concluso il terzo Forum mondiale dell’Unesco sulla cultura e le industrie culturali. 

Quello che è stato svelato oggi per la prima volta, e che sarà aperto al pubblico nel mese di dicembre, è l’ultima delle quattro porte che si affacciano sul ‘cortile della Dogana’ dell’edificio simbolo della fiorentinità. La visita si è aperta attraverso la nuova scala che collega questa piazza urbana coperta con l’area archeologica, unendo in soli tre metri di dislivello il XXI secolo con il II d.C., in un viaggio indietro nel tempo. Posto nel quadrilatero fiorentino e tra i patrimoni mondiali Unesco, Palazzo Vecchio racchiude infatti circa 2000 anni di storia, offrendo una rilettura sociale e politica della città, dal teatro romano al periodo medievale, rinascimentale fino alla contemporaneità.

Nell’area in cui sorge il Palazzo e nell’antistante piazza della Signoria, si concentrano testimonianze che vanno dal periodo di fondazione della città romana di Florentia, impiantata tra il 30 e il 15 a.C., fino agli interventi attuali.Il taglio del nastro si è tenuto alla presenza del sindaco Dario Nardella, del direttore generale dell’Unesco Irina Bokova, del sottosegretario agli Affari esteri Mario Giro e del soprintendente per i Beni Archeologici della Toscana Andrea Pessina.“Oggi vediamo gli scavi romani su cui è fondato Palazzo Vecchio - ha detto il sindaco Dario Nardella -, mostriamo la Firenze del II secolo dopo Cristo e attraverso l’ausilio delle nuove tecnologie accompagniamo il visitatore lungo un percorso affascinante che presto sarà aperto.

É un risultato di portata storica perché è l’unico complesso di scavi romani che si può visitare oggi a Firenze”.Il teatro, che doveva contenere circa 5.000 spettatori, quindi di notevole grandezza, si trovava sotto gli attuali Palazzo Vecchio e Palazzo Gondi, con la cavea rivolta verso piazza della Signoria e la scena lungo piazza San Firenze e via dei Leoni. Si è di fronte al nucleo di servizi pubblici della città romana, dove c’erano i bagni, le terme e il teatro. Scendendo i gradini, si può finalmente apprezzare la muratura romana del ‘Vomitorium’, il percorso principale di accesso alla scena del teatro, che era utilizzato a fine spettacolo per il deflusso del pubblico.

In alto è possibile ammirare le volte più recenti che sostengono il pilastro su cui poggia l’udienza del Salone del Cinquecento, quasi un monito per ricordare che il simbolo del potere cittadino posa e si regge sullo spazio pubblico romano. Le passerelle portano poi all’interno del Vomitorium: si può vedere la prima traccia dell’ambulacro circolare del teatro, il corridorio circolare che serviva da ingresso dal suolo pubblico, che si snoda sotto il cortile della Dogana. Da qui, in un futuro prossimo, si immagina il vero ingresso al Museo di Palazzo, magari con un’architettura simbolica completamente in vetro.

Percorrendo la passerella, si può osservare sia il pavimento romano che l’ammattonato successivo, riconducibile già al tardo medioevo, quando le ‘burella’ medievali furono recuperate come prigioni cittadine. Si passa poi attraverso l’arcone in muratura poggiato dall’architetto Simone del Pollaiolo, detto Il Cronaca, sui muri del teatro per realizzare la parete est del Salone dei Cinquecento (quella di Leonardo e di Vasari). Le diverse qualità della tessitura muraria permettono il confronto tra gli esperti costruttori della colonia romana e quelli della repubblica fiorentina.

Dal varco, camminando sopra i gradini in cotto ed il lastrico rinvenuti nello scavo, si entra così in via di Bellanda, strada medievale della fase delle case torri (XII-XIII secolo) e, attraverso questa, nel medioevo fiorentino. La passerella conduce poi nella prima vera sala in cui è anticipata l’idea dell’allestimento definitivo. In basso, si può apprezzare la stratificazione archeologica che narra l’evoluzione, nel tempo, della città, dalle burella del teatro romano alle vie del Medioevo fino ad oggi.

Infine, sullo sfondo della passeggiata, prima di uscire, si possono ammirare quattro statue romane, provvisoriamente rimosse dalla parete nord del Salone dei Cinquecento per i restauri, restituite al proprio tempo. Cooperativa Archeologia, che sta realizzando gli scavi del Teatro Romano e l’allestimento del foyer del teatro, per conto del Comune e con la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologica della Toscana, ha corredato la visita di alcuni apparati video, che sono stati proiettati sulle mura del teatro e hanno illustrato la storia del Palazzo e del teatro.

I video, progettati e realizzati appositamente per quest’area archeologica dal gruppo creativo Cameranebbia di Milano, sono stati proiettati sia sulle mura del Vomitorium che nel punto in cui è stata ritrovata via di Bellanda. Il primo, sulla parte romana, ha fatto rivivere il corteo degli spettatori della Florentia del secondo secolo d.c. che si apprestavano ad entrare in teatro, giocando su sagome e ombre rielaborate; il secondo, sulla parte medievale, è consistito in un’elaborazione computerizzata e animata di un affresco di Giotto, una suggestione di un’architettura dell’epoca, giocata sulle geometrie e sui giochi di luci e ombre.

Entrambi erano accompagnati da una sonorizzazione che ne ha aumentato la suggestione.Oltre 300 i partecipanti da tutto il mondo, 140 giornalisti, 20 incontri, 90 interventi, due tavole rotonde e una mostra in tre giorni. Sono questi i numeri del terzo Forum mondiale dell’Unesco che si è svolto a Firenze dal 2 al 4 ottobre co-organizzato da Unesco, dal Governo italiano, dalla Regione Toscana e dal Comune di Firenze.

Il forum, dedicato al tema della Cultura, creatività e sviluppo sostenibile si è concluso oggi con la presentazione della Dichiarazione di Firenze che propone dei mezzi efficaci per integrare la cultura nell’agenda di sviluppo post-2015 che sarà discussa l’anno prossimo nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Approfondimenti

La dichiarazione è stata resa pubblica alla presenza di Irina Bokova, direttore generale Unesco; Dario Nardella, sindaco di Firenze e Mario Giro, sottosegretario agli Affari Esteri.

“Vitalità culturale è sinonimo di innovazione e diversità – ha dichiarato Irina Bokova, direttore generale Unesco -. La cultura crea posti di lavoro, genera ricavi e stimola la creatività: è un vettore multiforme di valori e identità, nonchè una leva che promuove l'inclusione sociale e il dialogo”.

“Per includere pienamente la cultura come principio ispiratore di tutte le politiche di sviluppo – si legge nella Dichiarazione di Firenze - chiediamo ai Governi di garantire l'integrazione, nell'Agenda dello sviluppo post-2015,di specifici obiettivi e indicatori dedicati al contributo della cultura, in particolare nel quadro degli obiettivi propostidal Gruppo di lavoro aperto delle Nazioni Unite sugli obiettivi di sviluppo sostenibile: riduzione della povertà, cittàsostenibili e urbanizzazione, istruzione di qualità, ambiente e cambiamento climatico, parità di genere e emancipazione femminile, inclusione sociale e riconciliazione”.

Tra i punti della “Dichiarazione di Firenze” quelli dedicati alla “piena e totale integrazione della cultura nellepolitiche e strategie di sviluppo sostenibile a livello internazionale, regionale, nazionale e locale”; “ai sistemi di governance della cultura e della creatività devono rispondere alle esigenze e ai bisogni delle popolazioni” e tra le richieste della “dichiarazione” anche quella dedicata alle “aree urbane e rurali come laboratori viventi di sviluppo sostenibile”. 

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