Febbraio 2002, quando il giovane Renzi scatenò il rimpasto in Palazzo Vecchio

Da segretario della Margherita fiorentina (aveva appena 27 anni) fece dimettere tre assessori e il sindaco Domenici fu costretto a ricalibrare la sua squadra della quale faceva parte anche l'attuale presidente della Toscana Eugenio Giani

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 gennaio 2021 15:36
Febbraio 2002, quando il giovane Renzi scatenò il rimpasto in Palazzo Vecchio

Matteo Renzi, ex presidente della Provincia di Firenze, ex sindaco di Firenze, ex presidente del Consiglio, attualmente senatore di Firenze e leader di Italia Viva, in questi giorni sta tenendo banco nel panorama politico italiano per la decisione di ritirare dal governo due ministri e un sottosegretario, aprendo di fatto una crisi dagli esiti non prevedibili.

Già all'inizio della carriera politica Renzi si è fatto notare per la capacità di sbloccare situazioni a suo avviso da "smuovere". Ad esempio il 16 febbraio 2002, in qualità di giovane segretario della Margherita fiorentina (aveva 27 anni) smosse pesantemente le acque della giunta di Palazzo Vecchio guidata dal sindaco Leonardo Domenici facendo dimettere i suoi tre assessori cioè Simone Tani, Giacomo Billi e Andrea Ceccarelli. Renzi disse: "Abbiamo cercato un dialogo, non ce l’hanno concesso, ora aspettiamo cosa dirà Domenici". "Non c’è nessuna crisi istituzionale", replicò Domenici. 

Il numero due dei popolari, Lapo Pistelli, invitando al dialogo sottolineò che non si trattava di una posizione imposta da Roma. 

Trattative, incontri, riunioni. Dopo poche settimane, l'accordo fu trovato e il 4 marzo 2002, il sindaco Leonardo Domenici firmò l'ordinanza con le nuove deleghe di giunta. Vicesindaco venne nominato Giuseppe Matulli (Ppi, Margherita); entrarono come nuovi assessori Elisabetta Tesi e Emilio Becheri; venne confermato Simone Tani mentre fu preso atto delle dimissioni di Giacomo Billi e Andrea Ceccarelli.

Questa, a puro titolo di curiosità, la nuova giunta Domenici, partorita dopo le trattative con Renzi e gli altri segretari della maggioranza (una giunta nella quale era presente anche l'attuale presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, in qualità di assessore allo Sport, Tradizioni popolari, Toponomastica e Relazioni internazionali).

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