Famiglia: nei moduli la Lega Nord preferiva ‘padre’ e ‘madre’

Ma il Consiglio regionale respinge la mozione, alla vigilia della visita di Papa Francesco. Bambagioni (Pd): "Sulla genitorialità meglio evitare forzature verso forme non previste dalla legge"

Redazione Nove da Firenze
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21 ottobre 2015 19:23
Famiglia: nei moduli la Lega Nord preferiva ‘padre’ e ‘madre’

Firenze – Il Consiglio regionale ha discusso stamani una mozione presentata dal gruppo della Lega Nord in merito al mantenimento della dicitura "padre e madre" nei moduli per l'iscrizione scolastica e per l'accesso ai servizi regionali destinati ai minori. Alcuni Comuni, infatti, nei mesi scorsi avevano con proprie deliberazioni, adottato la terminologia neutra di "genitore".

Il Consiglio regionale ha respinto la mozione presentata dai consiglieri del gruppo Lega Nord Manuel Vescovi, Jacopo Alberti, Alberto Casucci ed Elisa Montemagni per conservare nei moduli di accesso ai servizi regionali per le famiglie con figli minori, la dicitura “padre” e “madre” e prevedere la firma congiunta. In questa prospettiva si esprime “sincero apprezzamento” per la Giunta di Arezzo, che ha ripristinato tale indicazione, sostituita da “genitore 1” e “genitore 2”. E’ stata Elisa Montemagni ad illustrare il testo. “Ci indigna particolarmente – ha osservato – che queste due figure fondamentali possano essere cancellate”.

Per Paolo Sarti (Si) la scelta del comune di Arezzo “è un passo indietro lungo il cammino che deve portare alla tolleranza, ad un’apertura verso altre realtà”. A suo parere la società è sempre più avanti della legislazione. Da qui il voto contrario del gruppo.

Secondo Alberto Casuccioccorre partire dal dato incontestabile che tutti, su questa terra, siamo stati generati da un uomo ed una donna”. “Nessuno può sentirsi discriminato dalle diciture ‘padre’ e ‘madre’ – ha aggiunto – La sostituzione è un impoverimento, non certo un arricchimento”.

“Non possiamo chiudere gli occhi di fronte alla realtà. Le coppie di fatto esistono – ha dichiarato Monia Monni (Pd), motivando il voto contrario del gruppo – Usare un termine generico non toglie diritti alla famiglia tradizionale, ma ha la delicatezza di prendere atto che in quelle scuole possono esserci dei bambini che semplicemente un padre ed una madre non ce l’hanno, ma hanno comunque dei genitori”.

La mozione che è stata respinta dall'Aula ha ricevuto il voto favorevole del consigliere Pd Paolo Bambagioni, che nel proprio intervento ha spiegato che: "Il mio voto in difformità dal Gruppo Pd per la conferma dei termini padre e madre nella modulistica regionale è frutto di una mia precisa riflessione, che non vuole entrare nel merito del dibattito attualmente in corso sulle unioni civili, con il Parlamento che sta discutendo di una legge che in fututo regoli le unioni tra persone dello stesso sesso o fuori dal matrimonio, tema che non era oggetto della mozione.

La mia posizione, tra l'altro, è favorevole al riconoscimento delle unioni civili, seppur contraria al matrimonio omosessuale e alle adozioni". "Il mio voto risponde alla volontà di tenere ben fermi i principi attualmente stabiliti dalla legge e dalla Costituzione, che prevedono una famiglia fondata sul matrimonio e quest'ultimo come l'unione tra persone di sesso diverso. Per questo ritengo doveroso continuare a utilizzare parole come padre e madre, essendo queste le uniche che rispondono fedelmente ai principi del nostro ordinamento.

L'uso che facciamo delle parole è molto importante, e utilizzare termini generici, anche a partire da un semplice modulo, a mio parere rappresenta una forzatura, in senso normativo ma anche culturale, verso delle forme di famiglia e di genitorialità che il nostro sistema attualmente non prevede". - ha concluso il consigliere Bambagioni.

Il Capogruppo di Forza Italia Stefano Mugnai ha convintamente assegnato il proprio voto favorevole e che ha prodotto sfrangiature anche nelle file del Pd: «Ciascuno di noi – ha dichiarato Mugnai in aula – chiama per tutta la vita padre e madre chi lo ha generato. Non si vede perché si debba fare ideologia sulla pelle dei bambini indicando, nella modulistica regionale destinata a famiglie con minori, i papà e le mamme come ‘genitore 1’ e ‘genitore 2’. Per questo Forza Italia assicura il proprio sostegno a una mozione di assoluto buon senso che, per altro, non nasce isolata poiché segue l’esperienza già portata avanti con soddisfazione dei cittadini dal Comune di Arezzo».

“Stiamo parlando di una scuola, nella quale il protagonista è il bambino, non sono i genitori – ha affermato il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani – Il bambino ha diritto ad avere per riferimento la società naturale, cioè un padre ed una madre. Anch’io voterò a favore della mozione”.

Il Consiglio regionale ha quindi respinto il testo.

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