Dal '900 che manca alla Seves da tutelare, Firenze però perde i pezzi

Avere un'opera in salotto, fatta con il vetro della Saivo e le mani d'artista, che oramai guardano solo gli ospiti

Antonio
Antonio Lenoci
26 marzo 2014 13:29
Dal '900 che manca alla Seves da tutelare, Firenze però perde i pezzi

Sotto gli archi di piazza della Repubblica a Firenze appare il chiosco che conserva un'opera di Gualtiero Nativi, classe 1921. Artista d'avanguardia, fondatore del Manifesto dell'Astrattismo. "Una volta la struttura era circolare ed il mosaico più ampio, poi fine anni '60 è stata creata la forma attuale che conserva i due mosaici sui due lati" spiega l'attuale proprietario del chiosco dedicato alle scommesse del Lotto ed alla ristorazione."Circa un anno fa il Comune di Firenze sembrava volersi occupare del restauro, poi non ne abbiamo saputo più niente" intanto le tesserine cadono."Nativi 1956 - Mosaici Saivo Firenze" basterebbe questo con tutte le frasi sentite sul '900 che manca a Firenze e sul far sopravvivere la ditta di Sesto, oggi Seves, ma ieri Saivo, a far tutelare il bene che perde pezzi nascosto dietro a due piante legate con la catenella per evitarne il furto.

Dietro questi due mosaici c'è la volontà di aprire il Museo del '900 che Firenze non ha e che farebbe ancor più grande una città radicata nel solo Rinascimento. Si tratta di una esposizione permanente su suolo pubblico realizzata con materiale locale, filiera corta, artigianato, Made in Florence, Do you known? Cosa ha da invidiare al Fontanello dell'acqua potabile realizzato con il vetromattone di Seves ed inaugurato al Sodo ad esempio? In quell'occasione si è parlato di eccellenza e di rilancio economico ed artistico.

Il decoro. Conservare con decoro, santo cielo!Evviva lo straniero. "Alcune guide turistiche lo sanno che c'è quest'opera e ci si soffermano con le comitive" bella figura. Il proprietario del chiosco poi però fa spallucce sull'opportunità di esibirlo in maniera più gradevole e consona al contesto storico. Spetta al privato? Spetta al pubblico? Firenze dov'è? 

Nativi. Ha partecipato ai movimenti d'avanguardia del dopoguerra: subito dopo la liberazione ha fatto parte del gruppo raccoltosi intorno a "Torrente" (1945). I suoi primi dipinti con inflessioni neocubiste sono del 1947. L’anno successivo fonda con i pittori Berti, Monnini e Brunetti, il gruppo Arte d’Oggi, con il quale organizza una serie di mostre omonime. Nel giugno del '49 espongono a La Strozzina di Firenze la Mostra Internazionale “Arte Oggi” che vede riuniti i lavori di astrattisti fiorentini e romani.

Nel 1950 firma con Monnini, Berti, Brunetti, Nuti e il critico Migliorini il Manifesto dell’Astrattismo, in cui viene proposto un purismo geometrico rigoroso. A partire dal 1950 le sue opere sono caratterizzate da una frammentazione in rettangoli. Nel 1953 è membro attivo del Groupe Espace di Parigi. Premi: Golfo della Spezia 1950, Premio del Fiorino 1960, 1961, 1964, 1969, Capo d'Orlando 1963, Termoli 1964, Pontedera 1956, Città di Lucca 1966, Città di Fiesole 1965, Verona 1969, gli è stato conferito nel 1977 il premio "Cino" della città di Pistoia.

Sue opere figurano in collezioni private e pubbliche, nelle gallerie d'arte moderna di Firenze, Roma, Torino, New York, Rio de Janeiro, Santiago; nella Galleria degli autoritratti e nel Gabinetto dei Disegni e Stampe degli Uffizi, e nelle raccolte comunali di Firenze, Arezzo, Gallarate, Livorno, la Spezia, Forte dei Marmi, Poggibonsi, Pontedera, Termoli, Jesi, Fiesole, Pistoia, S- Gimignano. Esposizioni personali a Firenze, Milano, Roma, Torino, Genova, Venezia. Mostre di arte astratta alla galleria d'arte moderna di Roma (1951-53-55), alle Quadriennali di Roma, alla biennale di Venezia (1952), alle mostre di arte italiana nei musei d'arte moderna di Vienna, Belgrado e Zagabria, alla Biennale internazionale di S.

Paolo del Brasile.SAIVO. Nel 1928 sorgeva a Firenze l'Istituto sperimentale per lo studio e l'applicazione del boro e del silicio, col programma di approfondire e sviluppare su un piano tecnico e scientifico lo studio della fabbricazione dei vetri ottici e relativa sperimentazione, destinata alla costruzione di strumenti di interesse militare per la Marina e per le forze armate in generale.

Nel 1940, IRI sollecitato dalla marina militare, rilevò l'Istituto, la cui produzione presentava alto interesse, costituendo, con la partecipazione di altri tre soci (la S. Giorgio di Genova, la Filotecnica Salmoiraghi di Milano, le Officine Galileo di Firenze, la SAIVO Spa (Società Anonima Italiana del Vetro e dell'Ottica), avente per oggetto la produzione industriale del vetro d'ottica e di altri vetri fini speciali.Le necessità belliche e la politica generale del momento imposero, nel 1941, la costruzione di un nuovo stabilimento, che venne in buona parte finanziato dalla Marina militare.Dopo il periodo bellico, venuto meno l'interesse per il vetro d'ottica, la SAIVO, che disponeva di personale altamente specializzato, riconvertì la sua attività sempre nell'ambito della lavorazione del vetro di uso domestico, ottenendo positive affermazioni e ampliando i suoi locali.

(Siusa, archivio Beni culturali)

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