Clima, ecco cosa scatenò l'alluvione il 2 novembre 2023

L'assessora regionale Monni: “Fronte temporalesco inchiodato per ore sulla fascia centrale della Toscana”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 marzo 2024 16:00
Clima, ecco cosa scatenò l'alluvione il 2 novembre 2023

Firenze – “Fronte temporalesco inchiodato per ore sulla fascia centrale della Toscana”. Così l’assessora Monia Monni ha definito l’evento eccezionale che ha colpito la nostra regione il 2 novembre 2023, ma che “non deve trovarci impreparati, alla luce del cambiamento climatico oramai in corso”, ha spiegato, nel corso dell’audizione in commissione Territorio, ambiente, mobilità, infrastrutture, presieduta da Lucia de Robertis (Pd).

E ricordando quanto la Toscana abbia investito ed investa nella difesa del suolo, circa 200 milioni l’anno, l’assessora ha informato della costituzione di un Comitato tecnico scientifico, con il compito di individuare come debbano essere modificate le modalità di progettazione delle opere e come si debba operare per la gestione del rischio, “tema centrale sia dal punto di vista culturale educativo che di comportamenti”. Per sintetizzare quanto accaduto possiamo concentrarci su alcuni numeri: 18.723 aree allagate; 10.382 imprese colpite per 283 ettari; 29.000 alloggi coinvolti; 2000 persone al giorno le forze in campo; e ancora: 1300 mezzi coordinati; 12 colonne mobili regionali e 15 nazionali. Un concentrato di strutture e volontari che ha fatto davvero la differenza, e che ha coinvolto 22.000 persone e 12.000 mezzi.

I danni stimati ammontano a 2 miliardi e 700 mila euro; di questi 977.000 circa sono andati alle strutture pubbliche; altrettanti al settore produttivo; 600.000 euro al privato. E passando ai vari interventi, Monni ha concluso parlando di un territorio fragile, che l’opera dell’uomo ha reso spesso più evidente, “ma conoscere queste fragilità ci permette di agire per ridurre i rischi”.

Nel dibattito sono intervenuti la presidente della commissione Lucia De Robertis, il vicepresidente Alessandro Capecchi (FdI) e il consigliere Massimiliano Riccardo Baldini (Lega), che hanno avanzato molte domande e richieste di approfondimento: dalle famiglie ancora fuori dalle proprie abitazioni agli inventari sulle frane; dal rischio idrogeologico al piano di protezione civile; dalle effettive somme urgenze al rapporto tra pianificazione e messa in sicurezza; dalla norma sui tombamenti alla rottura degli argini; dalla manutenzione al sistema delle competenze ed a quello dell’allertamento.

Cristiano Benucci (Pd) ha invitato invece ad affrontare i cambiamenti climatici con coraggio e determinazione, attraverso investimenti e azioni adeguate. Un ringraziamento per l’opera svolta, in occasione dell’evento alluvionale del novembre scorso, è stato espresso da Francesco Gazzetti (Pd). Come chiosato dall’ingegner Giovanni Massini, che ha accompagnato l’assessora: “la Protezione Civile ha funzionato, ed anche l’aiuto dell’Italia ha fatto la sua parte”.

In tema di Protezione civile l’assessora ha affermato come possa non essere del tutto positivo avere uno specifico Ministro, poiché la Protezione civile interessa trasversalmente ogni comparto amministrativo e di governo. E nella consapevolezza che il rischio non si azzera ma si riduce, anche Monni ha voluto ringraziare tutti, a partire dalla presenza dei rappresentanti del Consiglio regionale, alle istituzioni, ed a tutti i soggetti che a vario titolo sono intervenuti nella fase dell’emergenza, e non solo.

L’incontro con l’assessora Monia Monni è stata anche l’occasione per rispondere all’interrogazione della consigliera Elisa Tozzi (FdI), sulla messa in sicurezza dell’argine destro del torrente Marina, presso Villa Montalvo, nel comune di Campi Bisenzio. 

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