BuyWine: oltre 5 milioni di ordini all'estero per il vino toscano

Conclusa con successo la kermesse alla Fortezza da Basso. Il Consorzio Vino Chianti: “Niente trionfalismi"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 febbraio 2022 10:59
BuyWine: oltre 5 milioni di ordini all'estero per il vino toscano
ph Ilaria Costanzo

Più di 20mila degustazioni, 200 aziende, di cui la metà Bio, 110 buyer da 30 paesi e un valore stimato per oltre 5 milioni di euro di ordini solo nel breve periodo: sono i primi numeri emersi a BuyWine Toscana, la più importante vetrina internazionale del vino Made in Tuscany, che si è svolta venerdì 11 e sabato 12 febbraio alla Fortezza da Basso di Firenze.

L’evento è promosso da Regione Toscana insieme a Camera di Commercio di Firenze e organizzato da PromoFirenze. Il coordinamento della comunicazione è curato da Fondazione Sistema Toscana. L’edizione 2022 vede rinnovarsi il rapporto con True Italian Taste, MAECI, Assocamerestero, per il prezioso contributo nella selezione dei buyer da Stati Uniti e Canada.

Il valore dichiarato delle trattative condotte in BuyWine e confermato dalle interviste e dalle dichiarazioni live sugli incontri, supera i 5 milioni di euro solo nel breve periodo. Oltre il 90% dei meeting sono stati valutati soddisfacenti da seller e buyer e il 91,6% delle aziende ha affermato di poter proseguire le trattative di business.

L’interesse dimostrato dai partecipanti già nelle operazioni pre-evento svolte attraverso la piattaforma di matchmaking con oltre 10mila preferenze di incontro espresse tra aziende e compratori, ha prodotto 2.690 incontri, di cui il 78% sono risultati perfect match, ovvero reciprocamente richiesti. Gli appuntamenti sono stati generati sulla base della profilazione e delle preferenze espresse, grazie a un algoritmo di Matchmaking che sfrutta criteri di Artificial Intelligence, ai quali si sono aggiunti live meeting spontanei.

I buyer hanno apprezzato in modo particolare la professionalità con cui si sono presentate le imprese toscane, il packaging, la qualità e la varietà della gamma dei vini proposti da ciascun produttore (92,5%). Ottima la corrispondenza tra i prezzi proposti dai seller e le fasce di pricing ricercate dai buyer. Elevata anche l’appropriatezza dei quantitativi richiesti dai buyer.

Dalle interviste raccolte, un aspetto particolarmente apprezzato è lo storytelling insieme all’esperienza indotta dai wine tasting, due elementi sempre più caratterizzanti del Made in Tuscany. In questo senso il brand Toscana si conferma un prodotto di eccellenza con un’ottima reputazione a livello internazionale.

Tra i paesi più rappresentati tra i buyers Stati Uniti, Canada, Germania, Francia, Danimarca, Repubblica Ceca, Regno Unito, Polonia, Paesi Bassi e Svezia. Da registrare la conferma dell’interesse dal Nord America e un sensibile incremento dal Sud America, con una nutrita rappresentanza di buyer provenienti da Colombia, Perù, Cile, Argentina, Messico.

Al termine della due giorni in fiera, i buyer internazionali parteciperanno ad un Wine Tour sul territorio, scegliendo tra cinque itinerari ideati in collaborazione con le Camere di Commercio di Lucca, Massa Carrara, Pisa e Firenze. I tour alla scoperta del “terroir Toscana” avranno inizio oggi, domenica 13 febbraio.

“Attenzione al trionfalismo. È vero che, secondo i dati di Intesa Sanpaolo, le esportazioni del distretto del vino dei colli fiorentini e senesi hanno registrato per i primi nove mesi del 2021 un +17% rispetto al 2019, ma questo non significa che sia tutto rose e fiori. Anzi” A dirlo è il direttore del Consorzio Vino Chianti Marco Alessandro Bani a proposito dei dati diffusi da Intesa Sanpaolo nel suo Monitor dei distretti toscani.

“Nel settore del vino - continua Bani - ci sono situazioni molto diverse tra di loro: alcune aziende stanno faticando perché non gli viene concesso credito dagli istituti bancari. Quando si parla di crescita si deve far riferimento anche ad un maggior bisogno di finanza, necessaria a pagare l'aumento di magazzino. Questa crescita è tutta sulle spalle delle imprese e poco sostenuta dal sistema bancario”.

“Il mondo del vino è molto ampio – conclude il direttore del Consorzio Vino Chianti - e all'interno non ci sono solo aziende grandi. Ci sono anche quelle piccole che vanno aiutate. Ci deve essere allora un sistema generale di sostegno, a tutto tondo”.

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