Banche, in Toscana diminuiscono sportelli e dipendenti

I dati Bankitalia e l'allarme della Fisac Cgil

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 aprile 2024 10:23
Banche, in Toscana diminuiscono sportelli e dipendenti

In Toscana, dal 2022 al 2023 (dati Bankitalia), si sono persi 60 sportelli bancari (-3,8%). La maggior parte di questi sono su Firenze (12), ma sono le province più piccole a segnare gli andamenti peggiori come Pistoia (-8,7%) o Massa Carrara (-7,9%). Il dato regionale è in linea con quello nazionale. Analogo andamento se si fa riferimento agli ultimi 15 anni: la Toscana perde più di un terzo delle agenzie (-33,4%) con Pistoia (-44,4%) e Prato (-41,2%) le province che segnano le peggiori performance.

Con riferimento al numero di sportelli ogni 100.000 abitanti (che segnala il livello di capillarità del “servizio bancario”) prosegue la riduzione per tutte le realtà toscane. Seppur rispetto alla media nazionale (34 ogni 100.000 abitanti) la situazione locale risulti migliore (41/100.000), il dettaglio per provincia conferma ancora una volta una maggiore e progressiva rarefazione nelle province più piccole come ad esempio Massa (-7,5%), Pistoia (-8,3%) o Arezzo (-4,7%). Stabili invece il numero dei comuni bancati.

I dati di Banca d’Italia continuano invece a raccontare una decisa diminuzione dei dipendenti bancari: in Toscana il calo è più accentuato rispetto al dato italiano. Nel 2022 i lavoratori nel settore in Toscana erano 18.573 e in Italia 264.132, e nel 2023 rispettivamente 17.962 e 261.976. A livello provinciale Firenze è la realtà territoriale che perde di più (-8%). Nel 2015 i dipendenti in Toscana erano 24.156 e a livello nazionale 302.729.

Secondo Paolo Cecchi, segretario generale di Fisac Cgil Toscana, “i dati confermano il calo continuo e, direi, inesorabile rarefazione della presenza degli sportelli bancari, ma soprattutto dei dipendenti, nella nostra regione. Quest’ ultimo dato probabilmente risente anche delle politiche di delocalizzazione e diversa articolazione operativa dei vari gruppi bancari e finanziari, per cui occorre altresì tener conto di una più puntuale valutazione dei lavoratori che operano in attività ‘parabancarie’.

E’ evidente come le scelte delle banche, che stanno desertificando progressivamente il nostro paese (soprattutto il centro e il sud), e la nostra regione nello specifico, non tengano di alcun conto della complessità geografica e sociale della Toscana. Inoltre, si sottovalutano ancora una volta i ritardi, in termini di conoscenza digitale e finanziaria, di molta parte della popolazione che viene penalizzata dalla chiusura massiva delle agenzie; anche lo stesso moltiplicarsi delle frodi e delle truffe on line ne sono un naturale portato”.

Prosegue Cecchi: “Rinnoviamo ancora il nostro appello alle istituzioni e alle aziende di credito a trovare soluzioni opportune per il bene dei cittadini: gli sportelli mobili presenti a giorni alterni già sperimentati in alcune aree del Paese, oppure l’integrazione con altre tipologie di servizi, possono dare risposte a questo problema, insieme ad un’ampia campagna di educazione finanziaria per i cittadini toscani al fine di accrescere le conoscenze digitali e bancarie. La Fisac Cgil, come sempre, è disponibile a confrontarsi con le proprie proposte”.

In evidenza