Il Nabucco apre la stagione invernale del Comunale

Il capolavoro verdiano torna in scena dopo 37 anni e apre la Stagione di Opere e Concerti 2014 del Teatro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 gennaio 2014 23:56
Il Nabucco apre la stagione invernale del Comunale

Martedì 21 gennaio 2014, Nabucco di Giuseppe Verdi torna sul palcoscenico del Teatro Comunale dopo le recite trionfali del maggio 1977 quando Riccardo Muti, Luca Ronconi e Pier Luigi Pizzi ne fecero uno spettacolo leggendario. L’opera verdiana, per sei recite, si ripresenta al pubblico fiorentino dunque con una nuova produzione, la regia del giovane Leo Muscato, vincitore del premio Abbiati 2012 per la migliore regia, e la direzione di Renato Palumbo alla guida dell'Orchestra e del Coro del Maggio Musicale Fiorentino.

La vicenda biblica che ha luogo a Gerusalemme e Babilonia è rievocata volutamente in modo essenziale e stilizzato, complici soprattutto le scabrie e monumentali scenografie di Tiziano Santi, gli eleganti costumi di Silvia Aymonino e le suggestive luci di Alessandro Verazzi. Il dramma musicale che racconta del popolo ebreo schiacciato dalla schiavitù babilonese rivive sul palcoscenico grazie alla sapienza registica di Muscato che analizza sotto il profilo psicologico le componenti umane dei singoli personaggi e conferisce al capolavoro verdiano molteplici chiavi di lettura: “Potrebbe essere la storia di un conquistatore che a un certo punto si sente Dio, e per questo viene punito; oppure la storia di una principessa che scopre di essere figlia di schiavi e ha sete di potere o la storia di una giovane donna rapita e tenuta in ostaggio da un uomo che ama, un uomo che per salvare lei, tradisce l’intero suo popolo ; o quella di un profeta in crisi che in un momento di difficoltà cosi grande, vede la sua fede vacillare”.

Nella concezione del regista la messa in scena alterna momenti di azione frenetica a momenti di stasi in cui, come suggerisce la musica, l'azione si blocca lasciando spazio e tempo ai pensieri sospesi dei personaggi. Renato Palumbo intende offrire insieme un’interpretazione estremamente violenta e raffinata che imprima un’impronta eroica alla partitura, nel segno di una forte tensione ritmica e dinamica, nell’alternarsi di celebri interventi corali (su tutti il famosissimo Và Pensiero), di arie e di trascinanti e incisivi squarci sinfonici.

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