L'abolizione delle Province e il futuro di chi ci lavora

Ma anche il destino delle funzioni di cui saranno svuotate con l'approvazione del percorso di riforma all'esame del Governo e del Parlamento

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 novembre 2013 19:29
L'abolizione delle Province e il futuro di chi ci lavora

FIRENZE - L'abolizione delle Province e il futuro di chi ci lavora, ma anche il destino delle funzioni di cui saranno svuotate con l'approvazione del percorso di riforma all'esame del Governo e del Parlamento. Di questo si è parlato nella tavola rotonda promossa dalla Cgil Funzione Pubblica di Livorno questa mattina nella sala consiliare della Provincia della città. "Le vostre preoccupazioni – ha ribadito ai rappresentanti sindacali l'assessore alla presidenza della Toscana, Vittorio Bugli – sono le stesse preoccupazioni sulle quali abbiamo aperto un confronto in seno alla Conferenza della Regioni".

Un primo passo, ha ricordato l'assessore, è stato fatto la settimana scorsa, con la firma dell'accordo tra Conferenza delle Regioni e sindacati, assieme a Governo e Comuni, che prevede l'istituzione di un tavolo permanente di confronto nazionale (ed altri tavoli territoriali e regionali): sulla trasformazione delle Province ma anche sulle unioni di Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti e in genere sul riordino degli enti locali, con l'obiettivo in particolare di salvaguardare posti e retribuzioni dei lavoratori.

"E' un percorso – ha proseguito Bugli – che dobbiamo riuscire però a portare avanti tutti assieme, coinvolgendo ad esempio i parlamentari per la presentazione di emendamenti e chiedendo al Governo di accelerare l'iter del disegno di legge costituzionale". L'assessore ha poi ribadito quella che è la posizione delle Regioni, per cui è indifferibile una riforma del sistema istituzionale che parta dall'abrogazione del Senato e dalla sua sostituzione con una Camera delle autonomie. "Va bene un provvedimento-ponte come il ddl Delrio – ha spiegato – ma se ci si limita a svuotare le Province e a ributtare verso il basso le loro funzioni, c'è il forte rischio che si produca un assetto istituzionale ingestibile, destinato ad infrangersi sulla prima barriera.

Perciò è necessario che in questo percorso siano coinvolte le Regioni, in modo che possano regolare con proprie leggi la redistribuzione delle nuove funzioni sul territorio". "La Toscana vuole esserci – ha concluso Bugli, rivolgendosi ai rappresentanti delle istituzioni e dei sindacati – e ci sarà in una posizione di grande responsabilità, ma potrà farlo se le priorità che abbiamo indicato saranno accolte dal Governo. E' questa la prima e più importante sfida che, solo se uniti, potremo vincere".

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