Daniele Stefanini è libero, il fotoreporter di Livorno arrestato in Turchia

Il fotografo arrestato dalla polizia durante la repressione dei movimenti di piazza. Le reazioni dei politici toscani

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 giugno 2013 16:05
Daniele Stefanini è libero, il fotoreporter di Livorno arrestato in Turchia

Daniele Stefanini è libero. Il fotoreporter italiano arrestato due giorni fa ad Istanbul dopo gli scontri di piazza è stato rilasciato dopo essere stato arrestato dalle forze dell'ordine. Quasi tre le settimane di proteste anti-governative in Turchia. “Una buona notizia, frutto anche della capacità di intervento delle nostre autorità diplomatiche e della mobilitazione della Toscana, a partire dall’Ordine e dal sindacato dei giornalisti. E tuttavia, una vicenda che non può non farci riflettere su quanto sia ancora fragile e poco tutelato il diritto di cronaca, soprattutto in situazioni di forte crisi”.

Con queste parole il presidente Enrico Rossi ha commentato la notizia del rilascio di Daniele Stefanini, il giovane fotoreporter livornese coinvolto negli incidenti di Istanbul di domenica scorsa. “Questo è il momento di ringraziare la Farnesina e quanti altri si sono attivati con le autorità turche – ha aggiunto il presidente – sono contento che Daniele possa presto riabbracciare i suoi cari a Livorno, ma certo il mio pensiero in questo momento non può andare che a Domenico Quirico, il giornalista della Stampa scomparso in Siria, e ai tanti reporter che nel mondo sono vittime di situazioni che hanno voluto semplicemente raccontare.

La democrazia e i diritti umani, in realtà, hanno come primo presupposto la possibilità di poter raccontare i fatti ed è questa possibilità, che per alcuni è anche un dovere professionale, che la Toscana difenderà sempre e comunque”. La Turchia nelle ultime settimane è stata teatro agli occhi del mondo di proteste contro il governo locale, scontri iniziati a piazza Taksim (Istanbul) e poi allargatesi in altri luoghi. Ad aumentare la rabbia dei manifestanti la posizione repressiva adottata dal primo ministro turco Tayyip Erdogan

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