Catturato latitante nelle sale della Galleria degli Uffizi

Incessanti pedinamenti conducono la Squadra Mobile all’arresto di un Super truffatore tedesco ricercato dall’Fbi per truffe “da milioni di dollari”. L'ex azionista del Borussia stava ammirando alcune statue di età ellenica in compagnia dell'ex moglie

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 marzo 2013 22:39
Catturato latitante nelle sale della Galleria degli Uffizi

Si è conclusa ieri, tra le celeberrime sculture custodite nella Galleria degli Uffizi, la latitanza di Florian Wilhelm Jeurgen Homm, tedesco di 54 anni, ex presidente del Borussia Dortmund, ricercato dall’Fbi statunitense per una truffa milionaria nel settore dei titoli di borsa, consumata tra il 2004 ed il 2007. L’operazione è stata portata a compimento dalla Squadra Mobile, alla quale -qualche giorno addietro- l’ufficiale di collegamento dell’Fbi presso il Consolato USA di Milano aveva comunicato l’arrivo in città dell’ex moglie e del figlio del ricercato, segnalando, conseguentemente, la possibile presenza sul territorio anche di quest’ultimo.

Immediate sono state le attività di indagine, svolte in stretto contatto con l’Interpol e la polizia statunitense: i congiunti del latitante sono stati “pedinati” dagli investigatori, i quali – con professionalità e discrezione – li hanno seguiti incessantemente dallo sbarco presso l’aeroporto cittadino alla visita agli Uffizi, dove i poliziotti hanno riconosciuto e catturato il ricercato. L’uomo, consapevole di essere gravato da un mandato di arresto a fini estradizionali, aveva deciso di non dimorare nel medesimo luogo della famiglia, scegliendo di incontrare i propri cari a Palazzo degli Uffizi, reputando evidentemente il sito artistico “off limits” per la polizia italiana o statunitense.

Proprio qui, invece, la Squadra Mobile lo ha tratto in arresto, consentendo l’avvio delle procedure di estradizione negli Stati Uniti. Un risultato ragguardevole: l’uomo, infatti, era stato condannato dal Tribunale Distrettuale della California per avere causato agli investitori danni superiori, complessivamente, ai 200 milioni di dollari. Unitamente ad altri soggetti, dopo avere costituito società nelle Isole Cayman, con Uffici in Spagna e nel Regno Unito, il truffatore aveva gestito ben 9 fondi (hedge funds), manipolando il mercato delle “penny stocks company”, piccole aziende pubbliche il cui capitale quotato in borsa è formato da azioni di valore inferiore a 5 dollari, un mercato molto aleatorio con ampie prospettive di guadagno oltre che di rischio.

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