Carceri: i Radicali fiorentini appendono striscione su Ponte Vecchio

L’iniziativa si è svolta nell’ambito dei quattro giorni di mobilitazione straordinaria di sciopero della fame e di silenzio promossa dal Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 luglio 2012 18:18
Carceri: i Radicali fiorentini appendono striscione su Ponte Vecchio

Questa mattina una quindicina di militanti dell'Associazione radicale "Andrea Tamburi" ha esposto - per un'ora - dal loggiato del Ponte Vecchio, uno striscione di 6 metri recante la scritta "AMNISTIA": l’iniziativa si è svolta nell’ambito dei quattro giorni di mobilitazione straordinaria di sciopero della fame e di silenzio promossa dal Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito. “Nel corso degli ultimi anni l’Italia è stata più volte fortemente criticata dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo – ha dichiarato Maurizio Buzzegoli, segretario dell’Associazione- per aver violato i parametri sulla giustizia e sul regime penitenziario, denunce sintomatiche di uno stato fuorilegge in cui è assente lo Stato di diritto.

Come radicali, ci siamo nuovamente mobilitati per avanzare la nostra proposta di Amnistia: non solo punto di partenza per una strutturale riforma della giustizia ma anche per affermare nel nostro Paese la superiorità del principio della dignità umana su quello dell’esecuzione della pena. Un esempio: nei 18 istituti di pena toscani sono presenti 4068 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 3200 persone, 1/3 delle quali in attesa di giudizio. La nostra lotta nonviolenta – conclude Buzzegoli – non solo si rivolge al pianeta penitenziario ma anche a milioni di persone, anche non recluse, che da anni sono costrette a convivere con i tempi lunghi ed economicamente dispendiosi delle cause civili e penali.” Al contrario, dopo le proteste dei detenuti a Sollicciano a causa del sovraffollamento, il segretario provinciale della Lega Nord Firenze, Andrea Tavanti, rilancia la proposta di «mettere i detenuti a costruire nuove carceri.

Intanto – spiega –, per ovviare al problema in breve tempo, bisognerebbe che gli extracomunitari presenti nelle carceri andassero a scontare la propria pena nei Paesi d'origine. Così, si risolverebbe, perlomeno in buona parte, il problema. Ricordo, inoltre, che le carceri non devono essere dei lager, ma neanche degli alberghi a cinque stelle». Secondo l'esponente leghista, per combattere il sovraffollamento non servono indulti o decreti svuota carceri. Basterebbe, piuttosto, costruire nuove carceri e che siano proprio i detenuti a farlo».

Notizie correlate
In evidenza