Le Unioni dei Comuni come strumento strategico delle politiche del territorio

Hanno partecipato per il Ministero dell’Interno, il Sottosegretario Saverio Ruperto, e gli esponenti della Regione Toscana, la Provincia di Pisa , di Anci e Uncem

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 aprile 2012 18:05
Le Unioni dei Comuni come strumento strategico delle politiche del territorio

“Le Gestioni associate: definizione normativa, sequenza attuativa e prospettive future”. Questo il titolo dell’iniziativa che si è tenuta ieri a Pisa e che si è proposta di approfondire la riflessione sulle prospettive del processo di gestione associata con i responsabili politici e amministrativi dello Stato, della Regione Toscana e dei Comuni coinvolti, alla luce dei vincoli e delle opportunità che la normativa da una parte, e il contesto socio economico dall'altra, propongono.

La normativa di questi ultimi mesi, che introduce per i piccoli comuni il concetto di obbligatorietà delle gestioni associate, induce ad un atteggiamento di consapevolezza della necessità di garantire una risposta istituzionale nel breve/medio periodo, vista l’incertezza dei tempi e delle modalità operative di attuazione del cambiamento. I Comuni più piccoli sono stati, infatti, chiamati a misurarsi con processi di riprogettazione organizzativa, che comportano un notevole sforzo e la mobilitazione di competenze sia di livello amministrativo che organizzativo e manageriale. Hanno partecipato per il Ministero dell’Interno, il Sottosegretario Saverio Ruperto, e gli esponenti della Regione Toscana, la Provincia di Pisa , di ANCI e UNCEM. “Dato importante emerso dal convegno, riportato dal sottosegretario Ruperto, – ha sottolineato Aldo Morelli intervenuto in rappresentanza di UNCEM Toscana – è quello che verrà presentato al Parlamento sul Codice delle Autonomie, il definitivo stralcio dell’articolo 16 del decreto 138/2011.

Articolo che non avrebbe consentito ai Comuni, sotto i mille abitanti, di poter programmare in maniera adeguata ed omogenea il percorso di riforma per l’esercizio associato delle funzioni poiché questi enti sarebbero stati svuotati di qualsiasi competenza per affidarle ad un nuovo livello, le più o meno fantomatiche unioni municipali; né questi Comuni avrebbero potuto far parte di Unioni più ampie con Comuni di altre dimensioni demografiche. Tale articolo avrebbe potuto mettere in discussione anche il percorso effettuato in Toscana di costituzione delle Unione dei Comuni, costringendo i Comuni sotto i mille abitanti ad uscire da questi nuovi enti.

Un caos politico amministrativo, quindi, che adesso sembra definitivamente superato.” Dato importante quello di oggi quindi – aggiunge Morelli - che risponde alle sollecitazioni fatte da UNCEM Toscana che sul tema si era già da tempo espressa ponendo la necessità di ricostruire un nuovo percorso organico e partecipato di revisione del quadro istituzionale. In Toscana di concerto con la Regione Toscana è stato portato avanti un ottimo lavoro sulla questione delle funzioni associate che con la Legge cosiddetta Nencini, 68/2011, ha portato alla trasformazione delle Comunità Montane in Unioni montane dei Comuni”. “Il consenso costruito sui territori è stato importantissimo – ha commentato il Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani – affinchè questa operazione si realizzasse senza che i Comuni non obbligati fuoriuscissero dal sistema territoriale che le Comunità Montane avevano garantito, raggiungendo ottimi risultati.

Quasi tutti i Comuni, salvo poche eccezioni, compreso quelli con abitanti superiori a 10.000, oggi fanno parte delle nuove Unioni. Tutto questo ha importanza vitale per costruire nuovi enti solidi sul territorio, capaci di garantire i servizi prima erogati dalle Comunità Montane e quelli dei Comuni che saranno assegnati al nuovo ente”. “Certo la partita non è finita – ha concluso Morelli – anzi ora si apre la parte più importante per il salto di qualità nell’ampliamento dell’erogazione dei servizi che i nuovi enti locali possono offrire.

Ciò sarà possibile se i Sindaci, protagonisti del nuovo ente, che è diretta espressione dei Comuni stessi, concepiscano questo nuovo strumento come un luogo di rilancio strategico per le politiche sociali ed economiche del territorio”.

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