Firenze: no way per Craxi, via libera per la Fallaci

Renzi: finché io sarò sindaco non ci sarà via intitolata all'ex segratario PSI. Altre vie intitolate allo storico Giorgio Spini e al regista teatrale Orazio Costa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 febbraio 2012 21:10
Firenze: no way per Craxi, via libera per la Fallaci

Con 17 voti a favore, 12 contrari e 8 astenuti il consiglio comunale di Firenze ha approvato ieri sera una mozione per intitolare una strada o una piazza a Oriana Fallaci, scrittrice e giornalista, scomparsa nel 2006. La votazione, dopo un lungo dibattito, ha visto il Pd diviso. Invece ha bocciato, con ampia maggioranza, la proposta di una nuova via Craxi. ''Qualunque sia l'opinione dei consiglieri comunali, a Firenze non ci sarà una via intitolata a Bettino Craxi, almeno fino a quando saro' io sindaco'' ha ribadito Matteo Renzi ieri in Consiglio comunale.

Ieri è stata decisa anche l'approvazione di una strada a Bobby Sands, martire della lotta nord-irlandese. L'intitolazione di una strada a Sands è stata proposta lo scorso anno da Francesco Torselli (Pdl) in seguito alle battaglie portate avanti dalla Giovane Italia e da Casaggì. Il consiglio ha approvato l'intitolazione di strade di Firenze anche a Giorgio Spini, Orazio Costa e Ilaria Alpi, giornalista italiana barbaramente assassinata nel 1994, così come ad una targa per il film "Amici miei" diretto da Mario Monicelli. “Soddisfazione per l’approvazione, nel consiglio comunale odierno, della mia mozione che chiede di intitolare una via di Firenze al grande storico Giorgio Spini”.

Questa la dichiarazione della vice capogruppo di FLI Bianca Maria Giocoli “E’ importante chiudere con questo atto l’anno del 150° dell’Unità d’Italia” ha aggiunto la consigliera. "Orazio Costa, oltre ad essere stato un grande regista teatrale è stato soprattutto uno dei massimi esponenti della pedagogia teatrale europea del Novecento, quale fondatore del metodo mimico -è l'intervento del consigliere del gruppo Misto di maggioranza Stefano Di Puccio- Il metodo mimico di Costa è stata la risposta italiana all’altro metodo di formazione dell’attore che è il metodo Stanislasky che poi fu rivisto da Stella Adler e Lee Strasberg e che influenzò il metodo omonimo dell’Actor Studio"Perché dedicare una strada ad Orazio Costa? Perché a Firenze ha dedicato gli anni più proficui della sua attività di regista e di formatore di nuovi attori, a Firenze dove ha vissuto dal 76 ha lasciato la sua eredità culturale donando al teatro della Pergola la sua ricchissima biblioteca.

Proprio alla Pergola dal 1979 sede la sua scuola, aperto a tutti come fatto educativo della personalità di ogni individuo, il Centro è improntato ai principi pedagogici ed umani elaborati dal grande teorico del teatro. Ma le notizie biografiche possono non essere altrettanto interessanti rispetto agli attori famosissimi che si sono formati alla sua scuola, intere generazioni di attori: Nino Manfredi, Rossella Falk, Giancarlo Sbragia, Gianmaria Volontè, Michele Placido, Gabriele Lavia, Monica Vitti, Remo Girone, e fra le nuove leve: Fabrizio Gifuni, Pier Francesco Favino, Luigi Lo Cascio e Alessio Boni.

Ma ci tengo a citare anche Paolo Coccheri e Marco Giorgetti e Marcello Prayer suoi discepoli e prosecutori della sua dottrina. La leggenda del Grasso legnaiolo che fu rappresentato proprio qui nel salone dei 500 , con Carlo Monni nel 1986. Al Maggio firma la regia di COME VI PIACE di Shakesperare, nel 1979 firma la regia in prima Mondiale di un testo teatrale di Mario Luzi dal titolo Rosales con Edmonda Aldini e Giorgio Albertazzi. Negli anni 1981 ’84 presenta alla Badia Fiorentina tutta la Divina Commedia, riproposta per intero, quando ancora non era di moda leggere pubblicamente Dante". “Ma non ha niente di meglio da fare il consiglio comunale che discutere sui nomi delle vie? E non sarebbe l’ora di finirla coi tiri incrociati delle provocazioni? È evidente che sul nome di Craxi si aprono nuove estenuanti divisioni, quelle che il Presidente della Repubblica Napolitano ci invita, maggioranze ed opposizioni, a lasciar da parte per il bene del Paese e nel nostro caso della città”.

Lo dice il consigliere del Pd Andrea Pugliese che ieri pomeriggio “C’è chi l’ha amato – ha spiegato Pugliese- e chi vede in lui l’apice della corruzione. Sono stato socialista e mi sento d’esserlo ancora, ma pur riconoscendo alcune doti che quell’uomo ha avuto (Sigonella, una per tutte) non mi sento affatto di santificarlo. Direi che la questione può essere archiviata.Un tal Bargellini ha scritto due interi volumi sui nomi delle strade di Firenze, nomi splendidi, oche, torta, belle donne, acciaioli, tintori e così via, in un misto di modestia e creatività.

Se proprio quest’ultima ci vien meno possiamo imparare da New York: prima, seconda, terza, ecc. I numeri sono infiniti”. “Quella del leader socialista è una figura politica della prima Repubblica tanto rilevante quanto controversa - è l’intervento del capogruppo di Lega Nord Toscana Mario Razzanelli- E’ vero che fu eletto a capro espiatorio di un intero sistema e di tutta la classe politica di allora; l’unico che ebbe il coraggio di dire la verità. Ma un capro espiatorio, appunto, merita forse una più accurata riflessione, non certo un elogio.

Qui non si sta discutendo se fare oppure no un convegno sulla figura di Craxi, ma di intitolargli una strada. Al revisionismo storico ci deve essere un limite, a maggior ragione in questo momento. Abbiamo problemi più urgenti e magari invece di riabilitare i ‘meno colpevoli’ faremmo meglio a individuare i responsabili politici che hanno portato l’Italia sull’orlo della bancarotta con un debito pubblico di quasi 2 mila miliardi di euro. E ricordiamo che proprio durante gli anni di Craxi al governo, l’Italia ha un’inflazione a due cifre, e il debito pubblico viene quintuplicato per sostenere quella politica del voto di scambio e della corruzione che ha portato l’Italia sull’orlo della rovina”. “Nessuno vuol aderire a facili giudizi e semplificazioni su Bettino Craxi ma certamente non riteniamo in questo momento opportuno e giusto approvare l’intitolazione di una strada o una via a Bettino Craxi.

– afferma il Consigliere comunale Tommaso Grassi – In un momento storico e politico in cui la questione morale si ripropone ogni giorno, e in cui i partiti hanno tutt’altro che recuperato la fiducia nei cittadini intitolare la strada ad una persona che simboleggia una forma di arroganza del potere e comunque di gestione sicuramente personale della propria forza politica, non ci sembra assolutamente il momento giusto per dare un via libera come quello richiesto dalla mozione.” “Piuttosto ci sembra attuale la figura di Enrico Berlinguer, uomo improntato alla sobrietà personale e il cui messaggio risulta di particolare attualità riguardo alla questione morale, con la denuncia della progressiva degenerazione dei partiti politici e dell’etica nella vita pubblica.

- conclude Grassi - Per cui proponiamo una intitolazione di una via o una piazza ad Enrico Berlinguer e ci dispiace e ci stupisce che non si sia voluto portare avanti la proposta da parte del Partito Democratico e della maggioranza.” Un no alla proposta di intitolare una via a Bettino Craxi è arrivato da Giovanni Fittante Consigliere Idv a Firenze. Secondo Fittante, infatti, si tratta di una proposta inopportuna e fuori luogo. "Qui - sostiene Fittante - non si tratta di giudicare l’esperienza politica di un importante partito politico quale il Psi che ha fatto la storia d’Italia, bensì di dare un riconoscimento ad un personaggio politico che, al di la dei meriti o dei demeriti, si è sottratto alle Istituzioni italiane fuggendo all’estero.

Bene avrebbe fatto, al pari di altri, a farsi processare italiana affrontando i giudizi dei tribunali italiani con dignità.Credo - conclude Fittante- , che questa proposta non faccia un buon servizio neanche alla sua memoria rischiando di strumentalizzare la sua figura in una contrapposizione ideologica fine a se stessa". “Non ho votato a favore dell’intitolazione di una strada della città a Bettino Craxi come riportato nel Corriere Fiorentino di oggi -l’intervento del consigliere di FLI Stefano Bertini- Comprendo che si è trattato di un refuso, e che il mio nome è stato scambiato con quello del collega Enrico Bertini, consigliere PD, ma tuttavia credo sia importante a questo punto chiarire il mio pensiero.

Sono contrario a intitolare un luogo della città a Craxi perché, se è vero che la memoria storica va salvaguardata, questa non può, nel caso del leader socialista, prescindere da quanto avvenuto alla fine della sua carriera politica, quando si sottrasse ripetutamente al giudizio della Legge per aver commesso reati gravissimi che denotavano atti contrari ai suoi doveri di parlamentare e uomo di governo. Per questo motivo il mio voto sulla mozione non sarebbe potuto che essere contrario”. “Da noi deve partire l’esempio di attaccamento agli istituti democratici e soprattutto l’esempio di onestà e di rettitudine.

Perché il popolo italiano ha sete di onestà. Su questo punto dobbiamo essere intransigenti prima versoi noi stessi, se vogliamo poi esserlo verso gli altri. Non dimentichiamo, onorevoli colleghi, che la corruzione è nemica della libertà”. Con questa frase dell’ex Presidente della Repubblica Sandro Pertini, il presidente Leonardo Bieber ha concluso il suo intervento dichiarando il proprio voto contrario all’intitolazione di una strada a Bettino Craxi. “Craxi è stato uno degli uomini politici più rilevanti della prima Repubblica – ha detto Bieber, ma anche uno dei più controversi.

Non si può non considerare nel giudizio complessivo la sua latitanza alle indagini di Mani Pulite che condussero alla sua incriminazione alla sua condanna con sentenza passata in giudicato per corruzione e finanziamento illecito. A vent’anni dall’arresto di Mario Chiesa e l’inizio di Mani Pulite – ha concluso Bieber- la proposta di intitolare una strada al leader socialista stride fortemente con l’esigenza, oggi più forte che mai, di ‘onestà e rettitudine’ come ci ha ricordato l’ex Presidente della Repubblica Sandro Pertini che ha incarnato i veri valori del riformismo socialista”. “Scegliere di intitolare una via a Bettino Craxi non significa assolvere o ignorare scelte, azioni e comportamenti che già la storia hanno condannato -questo l’intervento del consigliere del PdL Roselli- Detto questo però, credo sia necessario uno sforzo culturale complessivo per approfondire e valutare l’operato di una classe politica, in un preciso momento storico e sociale, liberi da un giudizio sommario che sicuramente influisce sui toni di un dibattito come quello di oggi.

Lo stesso presidente Napolitano scrivendo alla signora Craxi ci ha tenuto a sottolineare “che la figura di Craxi non può venir sacrificata al solo discorso sulle responsabilità sanzionate per via giudiziaria. Il nostro Stato democratico non può consentirsi distorsioni e rimozioni del genere” auspicando infine, “una più serena e condivisa considerazione del difficile cammino della democrazia italiana nel primo cinquantennio repubblicano”. Ma siccome non può essere questo il contesto di un percorso di questo tipo, mi limito a sottolineare il significato che per me ha l’intitolare o meno una via ad una persona o ad una personalità”. "Siamo felici - dichiarano Marco Scatarzi e Alessandro Draghi, rispettivamente Presidente cittadino e provinciale della Giovane Italia di Firenze - di poter affermare che la nostra proposta è stata raccolta in senso unanime, senza divisioni politiche e steccati, nella direzione del riconoscimento di un martirio che lasciò un grande segno.

Imprigionato e torturato per le proprie idee politiche nei Blocchi H, Bobby Sands seppe dimostrare ai propri carcerieri la determinazione e la forza di chi lotta incondizionatamente per la libertà del proprio Popolo e della propria Terra. Si lasciò morire di fame per non darla vinta a chi, dopo averlo privato della libertà, avrebbe voluto etichettarlo come un criminale comune, ignorando le rivendicazioni di tutto il movimento repubblicano per i diritti civili per l'indipendenza dell'Irlanda".

"Vogliamo simbolicamente dedicare questa vittoria - proseguono Scatarzi e Draghi - a quanti ancora oggi combattono, spesso nel più assordante silenzio degli organi di informazione internazionali, per l'autodeterminazione e la libertà. In Irlanda, ma anche in Palestina, nel Tibet, nel Karen e nel Saharawi".

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