Escalation di violenza nelle carceri toscane, sei agenti in ospedale

Stamani, verso le 11,30, nel carcere San Giorgio di Lucca, due detenuti si sono barricati nella propria cella

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 febbraio 2012 20:17
Escalation di violenza nelle carceri toscane, sei agenti in ospedale

Stamani, verso le 11,30, nel carcere San Giorgio di Lucca, due detenuti si sono barricati nella propria cella. Prima hanno smontato i letti e poi hanno utilizzato le parti di ferro (spalliere) come armi per colpire ripetutamente gli agenti intervenuti. Sei agenti di polizia penitenziaria sono stati trasportati al nosocomio cittadino. Uno dei cinque ha riportato la frattura di due dita della mano destra, con prognosi di 15 giorni. Mentre gli altri hanno riportato delle prognosi che vanno dai 5 ai 7 giorni.

I detenuti hanno, inoltre, lanciato bombolette di gas e solo il tempestivo e coraggioso intervento del personale di polizia ha scongiurato conseguenze ben più gravi, poiché i carcerati avevano preparato dell’olio bollente da scaraventare sul personale. "Avevamo manifestato le nostre preoccupazioni – e quanto dichiara Pasquale Salemme Segretario Nazionale del SAPPe – con una lettera indirizzata al Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Toscana, il 13 febbraio u.s., riguardo la presenza al carcere di Lucca del detenuto tunisino M.M., che già lunedì scorso si era barricato nella cella minacciando di darle fuoco e che già in diverse occasioni aveva aggredito il personale di polizia penitenziaria e diversi ristretti.

Avevamo invitato l’Ufficio del Provveditorato toscano a valutare l’opportunità di adottare dei provvedimenti urgenti atti a scongiurare situazioni ben più incresciose. Oggi è avvenuto proprio quello che avevamo segnalato con sei colleghi in ospedale.Siamo davvero preoccupati dell’escalation di violenza nelle carceri toscane e soprattutto dall’immobilismo degli vertici dell’Amministrazione delle carceri regionale. Dopo le aggressioni avvenute nei penitenziari di Firenze-Sollicciano, Porto Azzurro, Lucca, Pistoia e San Gimignano, siamo davvero stanchi di subire passivamente l’inerzia di un'amministrazione che non adotta nessuna idonea determinazione nei confronti di chi si è reso responsabile di episodi così gravi.

La sempre più critica situazione degli istituti della Toscana e la conseguente mancanza assunzione di concreti e seri provvedimenti da parte dell’amministrazione penitenziaria regionale non può e non deve ricadere pericolosamente ed esclusivamente sulle donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria. www.sappetoscana.it Il 20 febbraio incontro pubblico con il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Firenze, il provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, ed il garante regionale per i Diritti dei Detenuti. “Vite S.o.s.pese - Il sovraffollamento penitenziario: riforme di sistema e soluzioni urgenti” è il titolo dell'incontro pubblico che si svolgerà il 20 febbraio, a partire dalle 17.30, al teatro di Rifredi.

L'iniziativa è organizzata dai forum Politiche sociali e Giustizia del Pd metropolitano di Firenze metropolitana del Pd di Firenze e rientra nel percorso di avvicinamento alla conferenza programma tica del partito che si terrà il 30 e 31 marzo alla Limonaia di villa Strozzi. A confrontarsi sul tema del sovraffollamento nelle carceri saranno la capogruppo Pd nella commissione Giustizia del Senato Silvia Della Monica, il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Firenze Antonietta Fiorillo, il provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria Maria Pia Giuffrida, il garante regionale per i Diritti dei Detenuti Alessandro Margara, il responsabile Carceri e Diritti dei detenuti Pd della Toscana Roberta Rossi e il segretario metropolitano del Pd di Firenze Patrizio Mecacci.

Introducono Antonio Pala e Massimiliano Annetta, responsabili dei Forum Politiche sociali e Giustizia del Pd metropolitano. Modera Stefano Pagliai del Forum Giustizia del Pd della Toscana. “Questo incontro – dicono il segretario Mecacci e Antonio Pala – rientra nelle iniziative che abbiamo deciso di organizzare dopo la nostra visita a Sollicciano nel dicembre scorso. L'obbiettivo non è soltanto sottolineare l'abisso che attualmente separa la realtà carceraria da quanto prevede la Costituzione sulla funzione rieducativa della pena, ma anche individuare possibili soluzioni per migliorare le condizioni delle carceri italiane.

Siamo convinti che l'abuso del ricorso alla custodia cautelare, prodotto da leggi ingiuste e assurde come la “Bossi-Fini”, la “ex-Cirielli” e la “Fini- Giovanardi”, sia il primo nodo da sciogliere per far fronte all'emergenza carcere, altrimenti qualsiasi altra soluzione avrà solo il sapore di un ripiego”.

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