Ditta di abbigliamento cerca commesso gay

Polemica sulla richiesta particolare. Cresci: "Da grande voglio fare il commesso a Pontassieve" Lulli: "Basta stereotipi da strapazzo"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 novembre 2011 14:06
Ditta di abbigliamento cerca commesso gay

Un nuovo negozio mette un annuncio per reclutare personale con un requisito preferenziale. Un commesso, preferibilmente gay. Il Gruppo Diddi di Prato aprirà un nuovo punto vendita a Pontassieve al posto del negozio Sasch. Nei giorni scorsi l'azienda aveva comunicato l'intenzione di assumere un commesso gay perché i gay hanno più marcato il senso estetico e della moda e sono affabili e gentili verso la clientela. L'azienda spiega che l'annuncio è aperto a tutti e che la precisazione sul commesso gay voleva solo essere un'elogio agli omosessuali.

Ma ugualemnte fa scattare la polemica: insorgono associazione pro-gay e la Cgil: "Questa è una discriminazione al contrario". "Risponderò anch'io all'annuncio" dichiara divertito Alessandro Cresci, responsabile dipartimento Diritti Civili IdV Toscana e Consigliere Provincia Firenze, residente a Pontassieve. "Suppongo che sia - afferma Cresci - una trovata pubblicitaria, ma per me rimane una buffonata. Dovrebbero vergognarsi invece che insistere su questo tipo di messaggi. Forse volevano far passare un messaggio positivo del gay ritraendolo come dotato di buon gusto, senso estetico ed educato.

Suvvia l'educazione dovrebbe esser patrimonio di tutti. Ed è assolutamente falso che esser gay voglia dire essere esperti di moda. Facendo così forse vogliono relegare gli omosessuali a certi tipi di lavoro, una specie di macchietta stereotipata. Non scordiamoci che per le assunzioni esistono delle leggi che non discriminano né in positivo, come vorrebbero far intendere in questo caso, né in negativo i lavoratori in base alle loro condizioni personali." "Vorrei ricordare al Signor Zanna, ideatore di questo annuncio per soli gay, - continua Cresci - che gli omosessuali possono essere bravi o cattivi commessi come essere bravi o cattivi medici, ragionieri, operai, meccanici o dirigenti d'azienda." "Se per esser assunti dalla sua azienda - conclude Cresci - bastasse esser gay potrei un domani scrivergli anch'io così avrei un lavoro vicino casa invece che spostarmi tutti i giorni da Pontassieve a Firenze per recarmi alla mia ventennale occupazione nel settore ricambio autoveicoli evitando così di occupare, se vogliamo seguire questi cliché, un posto, forse, più adatto a eterosessuali.

Peccato solo che non sono certo un esperto di moda. Ma forse ha proprio ragione il Signor Zanna, che precisa di non esser gay, il buon gusto non è certo da eterosessuale se tutti fossero come lui." Commenta la notizia anche Tessa Lulli, membro commissione Pari Opportunità Provincia di Firenze: “Queste corbellerie accadono quando si ha troppo tempo per stare davanti alla televisione generalista a farsi inculcare stereotipi d'oltreoceano sulla vita dei gay stile 'will and grace'.

Sono decenni che le donne italiane sono costrette a combattere contro stereotipi nostrani ruspanti come 'la brava mogliettina' 'la brava cuoca' 'l'angelo del focolare' 'la brava mamma' 'la spietata donna manager', cortesemente che si risparmi agli omosessuali questo miserabile stereotipo con cui combattere per i prossimi decenni. Grazie."

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