Ermini: ''Stipendi parlamentari e regionali a 5.000 euro''

A chiederlo è il presidente del Consiglio provinciale dal tavolo di Festa Democratica durante il dibattito sui costi della politica. La risposta non si fa attendere: "Eliminazione di tutte le province". Al tavolo anche l'on. Ventura.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 agosto 2011 14:36
Ermini: ''Stipendi parlamentari e regionali a 5.000 euro''

"Rigore sulle incompatibilità. Evitare che vi sia chi fa il politico per tutta la vita senza avere mai lavorato" così il Presidente dell'Assemblea di Palazzo Medici Riccardi, David Ermini. "Stipendio massimo per consiglieri regionali e parlamentari? Dovrà essere fissato a 5.000 euro mensili - questo l'intervenuto alla festa del Pd nel capoluogo toscano. "Chiedo il limite di 5.000 euro per i parlamentari e i consiglieri regionali - spiega - ma anche l'incompatibilità del ruolo di parlamentare con altri lavori.

Dobbiamo fare in modo di evitare che vi sia chi fa il politico per tutta la vita senza aver mai lavorato". “Giusto rispettare il limite delle 3 legislature per i parlamentari, per favorire un ricambio e rafforzare un’idea di classe dirigente a contatto col Paese: a dirlo non è solo il sindaco Renzi ma in primo luogo lo statuto del Pd”. Sono le parole di Michele Ventura, vicecapogruppo PD alla Camera dei Deputati, nel suo intervento sui costi della politica ieri sera alla Festa Democratica di Firenze.

Hanno discusso con lui i sindaci di Scandicci Simone Gheri, di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi, il segretario regionale Uil Vito Marchiani e David Ermini, presidente del consiglio provinciale di Firenze, moderati da Ernesto Ferrara de La Repubblica e Claudio Bozza del Corriere Fiorentino. Ventura ha illustrato in primo luogo i punti salienti della contromanovra proposta dal PD: “Lotta all’evasione fiscale, abbassamento della soglia con cui si può pagare in contanti, un più preciso rapporto tra fornitori e clienti, prelievo unitario dai grandi patrimoni immobiliari, riforma del welfare per dare un aiuto concreto ai giovani, accorpamento delle province e integrazione delle funzioni dei comuni sotto i 5000 abitanti, stop ai doppi incarichi e al vitalizio ai parlamentari”.

E sulla tanto discussa casta dei parlamentari ha detto: “Ci sono innanzitutto da fare delle distinzioni da persona a persona e c’è da ricordare che in un paese corporativizzato come l’Italia le caste sono tante”. Da parte sua anche la volontà di rivitalizzare il ruolo della politica in un momento delicato come questo. “La politica è un punto essenziale per rispondere alle esigenze di una crescita positiva del Paese”, ha concluso Ventura. Vari gli interventi dei sindaci sui costi della politica e sulle necessarie razionalizzazioni: da parte di tutti volontà di chiarezza su ruoli e mansioni e abolizione di qualsiasi privilegio ma nello stesso tempo difesa del proprio operato, mirato a un uso lungimirante delle risorse.

“I miei pranzi incidono sul mio stipendio dell’8% quelli di un parlamentare dello 0,6%: ma io mangio al bar, i parlamentari al ristorante di lusso a prezzi scontati”, spiega Gianassi. “In quanto sindaci abbiamo fatto richiesta al partito di eliminare i privilegi dei parlamentari: personalmente non godo di trattamenti speciali, oltre alla tessera dello Scandicci Calcio”, commenta ancora Gheri. Favorevole al blocco dei tre mandati e strenuo difensore della parsimonia della Provincia anche Ermini: “In Provincia mangiamo tutti un panino al bar in mezz’ora pagato di tasca propria”.

E sulla questione del limite dei mandati aggiunge: “La politica deve essere la parte di una vita di una persona, non tutta la vita: finito il proprio incarico uno deve tornare al proprio lavoro”. Altro punto di vista, quello di Marchiani. “Bisognerebbe fare un indagine attenta per distinguere Comuni e Province virtuose e operare sulla base di questa: il costo delle funzioni degli organi istituzionali varia decisamente da ente a ente, basti pensare che a Pistoia corrisponde a 2 euro a cittadino, a Grosseto, dove risiedo, a 11 euro, come dimostra una ricerca della Uil, ci sarebbe da capire perché”, afferma.

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