Ex Poste di via del Pratellino: il Riesame dà ragione al Comune

Accolto il ricorso, via libera alla demolizione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 agosto 2011 02:02
Ex Poste di via del Pratellino: il Riesame dà ragione al Comune

Il Tribunale del Riesame ha revocato il sequestro dell’immobile ex Poste di via del Pratellino, disposto dopo l’istanza presentata dalla società Gala, promissaria acquirente dell’immobile. Il sequestro era scattato alla fine di luglio e nei giorni successivi il Comune aveva fatto ricorso al Riesame. Nei prossimi giorni potranno iniziare le operazioni propedeutiche alla demolizione della struttura, così come previsto dall’amministrazione. Nel dispositivo della sentenza si legge che il Tribunale accoglie il ricorso dell’amministrazione e “ordina la restituzione del fabbricato al Comune”.

Il Tribunale osserva poi che il ricorso presentato dal Comune “è nel merito fondato”, ritenendo che “non sussistono i presupposti […] per l’adozione della misura cautelare reale del sequestro probatorio”. Ricostruendo la vicenda che ha portato al sequestro, si osserva che “in punto di fondatezza delle accuse mosse al pubblico funzionario, responsabile della direzione urbanistica del Comune, valutabile in questa sede solo in via incidentale, si rileva che l’esposto del marzo 2011 [della società Gala, ndr] fornisce una versione alterata dei fatti e dei presupposti giuridici che hanno condotto all’emissione dell’ordinanza sindacale di demolizione” e che “non vi sono dubbi sulla corretta adozione da parte del Comune dell’ordinanza di demolizione” in quanto viene ricordato che l’immobile venne costruito in via eccezionale in contrasto con il regolamento urbanistico vigente all’epoca (1968) e quindi sulla base di un titolo precario, che conteneva una clausola con la quale il Comune si riservava la facoltà di richiedere in qualsiasi momento e a sua discrezione la demolizione del fabbricato, circostanza di cui non potevano non essere a conoscenza i successivi acquirenti del bene.

Il Tribunale ricostruisce inoltre che “non vi sono dubbi che anche dopo i due interventi di bonifica effettuati nel 2003 e nel 2005 in alcune parti dell’edificio residuassero fibre di amianto”. “Il Comune - continua il Tribunale - ha quindi proceduto correttamente, in vista della demolizione, alla bonifica definitiva dell’edificio, già completata con esito positivo, come attestato da certificazione Asl del 27 luglio 2011”. (edl)

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