Del Carlo (Udc): “A pagarne il conto dipendenti e utenti”

"Evitare conseguenze peggiori e che a pagarne le spese siano i dipendenti delle aziende e gli utenti tra aumento dei biglietti e riduzione del servizio" a sostenere questa tesi l'esponente Udc in consiglio regionale.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 gennaio 2011 14:38
Del Carlo (Udc): “A pagarne il conto dipendenti e utenti”

“I primi segnali della riforma del trasporto pubblico locale toscano sono preoccupanti. La riforma è sicuramente necessaria per razionalizzare i servizi sia su gomma che su rotaia, forse arriva anche tardi, ma a questo punto deve essere graduale per evitare conseguenze peggiori e che a pagarne le spese siano i dipendenti delle aziende che rischiano il posto di lavoro e gli utenti, tra aumento dei biglietti e diminuzione dei servizi”. E’ quanto afferma il capogruppo Udc in consiglio regionale Giuseppe Del Carlo che manifesta preoccupazione sul trasporto pubblico locale: “Con la delibera della Giunta regionale del 28 dicembre – sottolinea - sappiamo che le risorse finanziarie per il 2011 ammontano complessivamente a 188.334.482,89 euro e che saranno assegnate alle Province e al Circondario Empolese – Valdelsa secondo criteri che rispettano le percentuali di assegnazione dell’anno 2010, se si atterranno ai criteri e prescrizioni indicate dalla giunta regionale stessa nella ridefinizione della rete e dei livelli quantitativi dei servizi di trasporto”.

Per quanto riguarda la provincia di Lucca, saranno attribuiti 17.408.458,87 euro con l’impegno, per la provincia, di riorganizzare il sistema esaminando tutti gli aspetti del trasporto urbano ed extraurbano. “Tutto ciò ci preoccupa – afferma il capogruppo Udc -. Faccio presente ai nostri amministratori provinciali che la ripartizione fatta dalla giunta regionale alle province è penalizzante per Lucca e pertanto occorre che ci sia una forte opposizione contro un metodo che ha sempre premiato altre realtà.

Intanto in questa fase le aziende di trasporto sono costrette a limare i propri bilanci e, di fronte a minori entrate, a tagliare costi e servizi. Tutto questo fa temere per il posto di lavoro di tanti dipendenti e per la qualità dei servizi”

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