Montedoglio: guasto alla diga

L'attivazione delle contromisure e il monitoraggio dopo l'emergenza. Salvadori a Città di Castello per un vertice con la Regione Umbria

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 dicembre 2010 22:18
Montedoglio: guasto alla diga

Firenze- Questa notte diverse frazioni di Anghiari e San Sepolcro sono state allertate ed evacuate in seguito alla rottura di una parte della Diga di Montedoglio, dove ieri sera si è spaccata una delle paratoie di superficie del canale scolmatore insieme al muro di contenimento che la sorregge. L'invaso artificiale di Montedoglio, realizzato tra il 1978 e il 1993, si sviluppa dalla stretta di Montedoglio per una lunghezza di 7,5 km, estendendosi anche nelle valli del Singerna e del Tignana per 3km, coprendo una superficie di oltre 800 ettari. Rimane alta l'attenzione a poche ore dall'emergenza.

Intanto è in corso a Città di Castello un vertice con il presidente della Regione Umbria al quale per la Toscana partecipa, su indicazione del presidente della Regione Enrico Rossi, l'assessore all'agricoltura Gianni Salvadori. In Toscana è ancora al lavoro il tavolo tecnico tra Protezione civile, Comuni, Prefettura, Carabinieri e Vigili del fuoco per monitorare la situazione, anche se il livello delle acque si sta progressivamente abbassando e l'allarme è rientrato. Questo grazie anche all'immediata attivazione delle contromisure che hanno visto il coinvolgimento di tutte le sale operative di Protezione civile, prefettura, Province e Comuni interessa ti, soprattutto Anghiari e San Sepolcro i cui sindaci ieri sera si sono prontamente attivati in stretto contatto con il prefetto di Arezzo, Saverio Ordine.

In via preventiva sono intervenuti anche i vigili del fuoco, che nelle ore più critiche hanno sorvolato tutta l'area con l'elicottero. Il guasto alla diga, di cui si stanno indagando le cause, ha provocato il venir meno del meccanismo di regolazione del livello dell'invaso con un conseguente incremento delle portate dell’acqua in uscita, circa 250 litri al secondo. Si è subito provveduto a regolare la portata emessa tramite il canale di fondo e l'evacuazione in via precauzionale delle abitazioni che si trovano nei centri minori interessati dal tratto di fiume: 450 persone, 300 a Sanseplcro e 150 ad Anghiari, hanno trascorso la notte fuori casa.

Non ci sono state aree allagate e già stamani i cittadini sfollati hanno potuto lentamente tornare nelle proprie abitazioni, constato i l progressivo abbassamento del livello della portata del fiume. L'acqua infatti sta defluendo attraverso lo sfioratore di superficie in modo del tutto compatibile con la tenuta dello scarico e non influisce in alcun modo sulla tenuta della diga. L’invaso di Montedoglio sul Tevere costituisce uno degli elementi fondamentali del sistema irriguo dell’Italia Centrale per le Regioni Umbria e Toscana e una una delle più grandi opere del genere in Europa.

Progettato da Filippo Arredi e Ugo Ravaglioli nel 1971, l'invaso ha una capacità di 150 milioni di metri cubi di cui 100 utilizzabili per programmi di restituzione al fiume, indispensabili non solo per le sue esigenze biologiche ma anche per quelle agricole. L'opera, iniziata nel 1977 è stata completata nel 1993 e da allora l'invaso è entrato parzialmente in esercizio progressivo, anche in relazione allo svilupparsi delle opere di collaudo effettuate dall’Ente Irrigu o Umbro-Toscano che lo gestisce, secondo le specifiche e sotto la vigilanza del Servizio Nazionali Dighe.

Proprio in questi giorni erano in corso le procedure di collaudo finale per la massima quota di invaso sfruttando lo scioglimento della neve. "Trattandosi di un cedimento strutturale di una parete in calcestruzzo e' evidente che non si puo' imputare alla natura o al caso le responsabilita'. Qui non si tratta di dividersi tra allarmisti e minimizzatori ma di capire subito cosa e' successo, se questo cedimento puo' avvenire anche nella parte centrale della diga e individuare le responsabilita' .

Prioritariamente va messa la diga in sicurezza.'' E' quanto afferma, in una dichiarazione, Alfio Nicotra, capogruppo provinciale ad Arezzo della Federazione della Sinistra. '' Da un punto di vista dell'ingegneria idraulica - prosegue Nicotra - la diga di Montedoglio ci e' sempre stata raccontata come un fiore all'occhiello delle pubbliche amministrazioni. Il cedimento di stanotte dice invece che qualcosa non ha funzionato nei materiali usati o nella stessa progettazione. Siccome dall'integrita' di questa diga dipende la vita di decine di migliaia di persone e di una intera vallata, e' bene che le inchieste appurino senza reticenze cosa e' veramente avvenuto''.

Nicotra ha annunciato di voler coinvolgere i consiglieri regionali della Federazione della Sinistra della Toscana e dell'Umbria per verificare se vi sono le condizioni per istituire una commissione interregionale di inchiesta sui fatti di questa notte.

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