La Toscana aderisce alla giornata contro la pena di morte

Si festeggerà il 10 ottobre in tutto il mondo. Quest'anno focus sugli Stati Uniti. L'assessore regionale Riccardo Nencini: "Una non soluzione e un attacco ai diritti della persona".

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 ottobre 2010 16:33
La Toscana aderisce alla giornata contro la pena di morte

La Toscana aderisce all'ottava giornata mondiale contro la pena di morte, che si celebra in tutto il mondo il 10 ottobre. "Lo facciamo con convinzione - spiega l'assessore alla promozione dei diritti umani, Riccardo Nencini -: noi che in Toscana, il 30 novembre 1786 e dunque ai tempi del Granducato, siamo stati il primo Stato nel mondo ad abolire la pena di morte. Lo facciamo perchè riteniamo la pena capitale una non soluzione, una misura crudele e irreversibile e un vero e proprio attacco ai diritti della persona umana". Quest'anno la giornata mondiale sarà dedicata in particolare alla situazione negli Stati Uniti e decine di iniziative - negli Usa certo, dal Texas all’Alaska compresi New York e Washington, ma in ogni parte del mondo - saranno organizzate in contemporanea, con incontri e dibattiti.

La Regione Toscana fa anche parte della “Coalizione mondiale contro la pena di morte”, associazione nata a Roma nel 2002 ed attualmente formata da 114 membri fra i quali ordini di avvocati, sindacati, governi locali e organizzazioni non governative, il cui scopo è proprio mantenere un riflettore acceso e contribuire a porre fine a sentenze ed esecuzioni capitali. Della Coalizione mondiale la Toscana è stata anzi una dei primi promotori e fin dall'inizio ha un proprio rappresentante in seno al comitato di direzione.

Quaranta esecuzioni quest'anno negli Stati Uniti Negli Stati Uniti come in qualunque altro Paese la pena di morte non fa certo giustizia. Dal 1977 ad oggi sono state giustiziate almeno 130 persone che sono poi risultate innocenti: fallibilità umana che si somma a volte a comportamenti discriminatori per razza o nei confronti dei più p overi e diseredati. Dall’inizio del 2010 negli Stati Uniti sono state eseguite 40 condanne a morte. In testa alla triste graduatoria c'è lo stato del Texas, con 16 esecuzioni.

L'anno prima, nel 2009, erano stati uccisi 52 detenuti in 11 Stati: Texas, Oklahoma, Missouri, Indiana, Alabama, Georgia, Florida, Vancouver, Ohio, Tennessee e Sud Carolina. Il no alla pena capitale di 26 Stati negli Usa e di altri 139 nel mondo Quindici Stati fino ad oggi, tra i quali Alaska, Hawai, Michigan, Minnesota, New Jersey e New Mexico, hanno invece abolito la pena capitale ed altri 11 hanno fatto scelte legislative a favore dell’abolizione. Nel 2002 la Corte Suprema ha proibito le esecuzioni di cittadini con “ritardo mentale” e nel 2005 è stata presa la stessa decisione per i soggetti che avevano compiuto un crimine punibile con la pena di morte prima dell’età di 18 anni.

Nel 2009 sono diminuite, sia pur di poco, anche le sentenze di condanna a morte. Un cambiamento in linea con quanto accade in altri continenti. Nel 2009 139 Stati hanno infatti abolito la pena di morte per legge o di fatto e dei 58 Stati non abolizionisti che rimangono “solo” 18 hanno eseguito sentenze capitali. (wf)

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