Scuola: due edifici su tre non sono a norma di legge

Due edifici su tre non sono a norma di legge, per questo è urgente mettere subito in sicurezza il 65% delle scuole italiane.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 agosto 2010 15:09
Scuola: due edifici su tre non sono a norma di legge

Due edifici su tre non sono a norma di legge, per questo è urgente mettere subito in sicurezza il 65% delle scuole italiane. Lo chiede Contribuenti.it, l'associazione dei contribuenti italiani, che ha commissionato uno studio alla KRLS Network of Business Ethics, dal quale emerge che in Italia solo il 46% delle scuole ha il certificato di agibilità statica, contro il 98% della Germania, il 93% della Francia, il 92% dell'Inghilterra, l'89% della Spagna, il 77% della Polonia, il 71% del Portogallo, il 64% della Romania, il 58% della Bulgaria e il 53% dell'Albania che chiude la classifica. "Per combattere l'evasione fiscale bisogna far comprendere agli italiani come vengono spesi i loro soldi.

Tre contribuenti su quattro chiedono di investire sui giovani e sulla pubblica istruzione affinchè tutti gli edifici scolastici siano a norma" dice il presidente di Contribuenti.it, Vittorio Carlomagno. In occasione del convegno sulla 'Tax compliance ed evasione fiscale' tenutosi ieri a Capri, è infatti emerso che in Italia, due scuole su tre non sono a norma. Appena il 35% degli edifici, infatti, ha il certificato di agibilità statica, quello di agibilità igienico sanitaria, nonchè il certificato prevenzione incendi. Questa dichiarazione si aggiunge alla denuncia fatta nei giornis corsi da Oreste Giurlani, vice-presidente nazionale di Uncem, secondo la quale “non è concepibile che i fondi CIPE per la messa in sicurezza degli edifici scolastici restino ancora bloccati dopo la loro messa a disposizione da parte del Governo”. Tema caldo, quindi, alla vigilia della riapertura delle scuole che non può essere ulteriormente disatteso. “A questo punto - sostiene Giurlani - non resta che sollecitare il Governo a sbloccare i fondi presso il Cipe per effettuare interventi urgenti per la messa in sicurezza dell’edilizia scolastica, ricordando che le risorse finanziarie ci sono, ma non sono state erogate”. Oltretuttto, in periferia è tutto pronto per intervenire.

I comuni montani toscani, infatti, sono stati informati, a sua tempo, proprio da Giurlani della decisione assunta dalla Conferenza Unificata di concertare un programma straordinario di interventi urgenti sul patrimonio scolastico finalizzati alla messa in sicurezza e alla prevenzione e riduzione del rischio connesso alla vulnerabilità degli elementi, anche non strutturali, degli edifici scolastici. A questo proposito era intervenuto anche il sottosegretario alle Infrastrutture, Mario Mantovani che aveva annunciato che entro l'estate 2010 sarebbero arrivati i fondi del primo stralcio Cipe (35 milioni di euro) per la messa in sicurezza degli impianti scolastici direttamente ai Comuni e alle Province.

Mantovani aveva a garantito altresì che il governo stava già lavorando per sbloccare anche la seconda tranche pari a 423 milioni di euro. L’estate volge al termine ma non si vedono i fondi nè della prima nè della seconda trance! “La condizione strutturale degli edifici scolastici, soprattutto quelli di montagna - ricorda Giurlani - si presenta in maniera differenziata sul territorio nazionale e risulta, quanto mai necessario, procedere rapidamente all’assegnazione dei fondi Cipe, per consentire a molti Comuni di effettuare gli interventi urgenti evidenziati dalle ultime rilevazioni.

L’edilizia scolastica non può essere trascurata, è una priorità per tutti, Governo ed enti locali”. Solo con risorse economiche certe sarà possibile permettere, a chi è già in regola con le normative, di investire nella manutenzione delle strutture già esistenti, nell'ampliamento e la costruzione di nuovi edifici e completare i lavori di adeguamento e messa a norma.

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