Mucca pazza: in Toscana negativi i test delle Asl su capi e mangimi

È in condizioni stabili la donna livornese di circa 44 anni ricoverata nel reparto Cure Palliative di Livorno e affetta dalla malattia di Creutzfeldt-Jakob. Tutti i test effettuati nel 2010 in Toscana su mangimi e animali hanno dato esito negativo.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 luglio 2010 16:41
Mucca pazza: in Toscana negativi i test delle Asl su capi e mangimi

La Toscana può contare su un sistema di controlli sulla sicurezza alimentare e veterinaria che funziona, avendo un elevato grado di efficienza. La riprova è anche il riconoscimento ottenuto dall'audit che il Ministero della Salute ha effettuato nella nostra regione la settimana scorsa con esiti molto positivi. Lo affermano gli esperti della direzione generale Diritto alla Salute all'indomani della notizia del ricovero nel reparto di cure palliative dell'ospedale di Livorno di una paziente livornese affetta da encefalopatia spongiforme bovina (Bse).

In Toscana è in vigore il sistema di sorveglianza per la Bse scattato nel 2001 con la normativa comunitaria. Si avvale di una doppia sorveglianza: una passiva, ovvero la vigilanza negli allevamenti, e una attiva cioè l’effettuazione di uno specifico test rapido su ciascun animale morto in stalla, durante il trasporto o macellato e destinato al consumo umano. Nel corso del 2008 nella nostra regione sono stati testati 964 bovini macellati e 1440 morti, per un totale di 2404 test effettuati.

Tutti hanno avuto esito negativo. Hanno dato esito negativo anche tutti i test effettuati su 853 bovini macellati e 986 morti, per un totale di 1839, effettuati nel corso del 2009. Anche tutti i test effettuati nel 2010 fino alla data odierna, hanno dato esito negativo. Serrata è anche la vigilanza dei mangimi. Grazie al piano messo a punto dal Ministero della Salute per la ricerca di farine animali nei mangimi, in Toscana le Asl dal 2003 al 2009 hanno effettuato complessivamente 1053 campioni di mangimi per la ricerca di proteine animali, di cui è vietata la somministrazione nella dieta dei ruminanti ed erbivori a partire dal 2000.

Tutti hanno dato esito negativo. La settimana scorsa gli ispettori ministeriali, che avevano il compito di verificare l'organizzazion e e il funzionamento degli strumenti di governo previsti dalle norme comunitarie e nazionali messi in atto dagli organi della Regione Toscana, dai Servizi di igiene degli alimenti e della nutrizione e dai Servizi veterinari delle Asl in materia di sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria, hanno accertato il forte grado di integrazione delle strutture regionali e territoriali, sia dal punto di vista organizzativo che informativo.

Soprattutto, hanno apprezzato il sistema di monitoraggio e controllo delle attività eseguite dalle strutture organizzative e dai Dipartimenti di prevenzione. (di Chiara Bini) Sono stabili le condizioni della donna di 44 anni ricoverata a Livorno È in condizioni stabili la donna livornese di circa 44 anni ricoverata nel reparto Cure Palliative di Livorno e affetta dalla malattia di Creutzfeldt-Jakob. I primi sintomi della patologia sono comparsi nel settembre 2008, ma la diagnosi è stata fatta nell’ottobre del 2009 dall'Istituto Besta (IRCCS) di Milano dove la signora era stata mandata per un approfondimento diagnostico.

La successiva gestione del caso è stata di tipo domiciliare, ad esclusione di una parentesi di ricovero durato 10 giorni nel febbraio 2010, presso il reparto di Medicina diretto dal dottor Alberto Camaiti. Solo la scorsa settimana, le condizioni generali della signora hanno indotto a ricercare un livello di assistenza più complesso che ha portato la donna ad essere ricoverata, venerdì 16 luglio, nell'Hospice di livornese, reparto che permette la presenza costante dei familiari, dove è ancora assistita. Le condizioni della paziente sono stabili e le funzioni vitali della paziente sono tutte garantite.

Per la gestione della paziente sono adottate le normali precauzioni indicate dall'Istituto Superiore di Sanità. “Sulla questione – ha spiegato Monica Calamai, direttore generale dell’Azienda Usl 6 di Livorno nel corso di una conferenza stampa organizzata questa mattina – mi sento prima di tutto di tranquillizzare sia la popolazione sia gli altri utenti del reparto e dell’ospedale, in quanto non esiste possibilità di contagio tra persone. Il caso è noto e gestito da mesi e il probabile contagio, in considerazione della lunga incubazione della malattia, risale probabilmente a molti anni fa.

Mi preme ad ogni modo sottolineare la nostra esigenza di tutelare la paziente e i suoi familiari. La direzione dell’Azienda farà il massimo sforzo per assicurare il loro diritto alla privacy”. Per quanto riguarda la trasmissione della malattia anche il direttore sanitario dell’Azienda Usl 6, Rosa La Mantia ha voluto tranquillizzare i presenti. “La patologia – ha detto – è gestibile nei normali reparti di degenza osservando delle “precauzioni standard”. La scelta del reparto è stata fatta in modo da poter garantire la massima tranquillità alla signora e la massima possibilità di accesso ai familiari”. Informazioni relative alla malattia sono poi state date da Giuseppe Meucci, direttore dell’Unità Operativa di Neurologia di Livorno.

“Questo tipo di patologia – ha detto – è presente da decenni: si tratta di una malattia che colpisce 1 o 2 persone su milione di abitanti e che, al momento, non ha alcun sbocco terapeutico”. La donna si trova attualmente nel reparto di Cure Palliative. “Non è in grado di comprendere e comunicare – ha affermato Costanza Galli, responsabile dell’Hospice – ma con funzioni degli organi vitali autonome e nella norma. È in condizioni stabili anche se qualsiasi infezioni potrebbe far precipitare la situazione”.

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