Le condizioni di vita dei Rom a Firenze

MEDU fa appello alle istituzioni perché parallelamente si attivino di fronte ad una grave situazione di violazione dei diritti e della dignità delle persone che persiste oramai da circa dieci anni e non si può più ignorare.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 giugno 2010 19:43
Le condizioni di vita dei Rom a Firenze

Lunedì 28 giugno 2010 alle ore 16 presso la Biblioteca delle Oblate di Firenze, MEDU presenta il rapporto “L'Europa invisibile”, descrivendo il lavoro svolto e invitando ad un confronto istituzioni e terzo settore sui ruoli e le responsabilità di fronte alla situazione degli insediamenti spontanei di Rom rumeni nell’area fiorentina. Dopo due anni di lavoro, dopo aver assistito 277 pazienti e regolarizzato a livello sanitario il 36% di essi, MEDU fa appello alle istituzioni perché parallelamente si attivino di fronte ad una grave situazione di violazione dei diritti e della dignità delle persone che persiste oramai da circa dieci anni e non si può più ignorare.

Grazie all'intervento dei suoi operatori, MEDU ha svolto una funzione di prima assistenza e di collegamento ai servizi sanitari pubblici a garanzia sia della salute individuale che della salute collettiva, tenendo sotto controllo l’insorgere di malattie infettive grazie al coordinamento con il Dipartimento di salute pubblica della Asl 10. E' stata più volte chiesta una collaborazione con le istituzioni per raggiungere l’obiettivo minimo di una condizione igienico sanitaria accettabile negli insediamenti, perché lo stato attuale di famiglie costrette a vivere in baracche situate tra montagne di rifiuti senza accesso ad acqua e luce non rendono possibili azioni di prevenzione e promozione della salute ed in particolare la presa in carico di pazienti cronici.

Le periodiche e ripetute operazioni di sgombero, attuate senza preavviso, senza interventi di assistenza e senza soluzioni alternative, hanno avuto come unico risultato solamente lo spostamento delle persone in zone limitrofe o in altre zone della città, la perdita dei pochi effetti personali e dei medicinali e l'aggravamento della salute psicologica e fisica soprattutto degli individui più vulnerabili, cioè donne e bambini. L'uso della forza mette fortemente in crisi l'attività svolta da MEDU nella direzione dell'inserimento socio-sanitario, minando il rapporto di fiducia con gli utenti che ne sta alla base.

MEDU auspica pertanto l'inizio di una nuova fase di dialogo e coordinamento tra istituzioni e soggetti del terzo settore per una programmazione degli interventi opportuni.

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