Lo sguardo nell’invisibile di De Chirico, Max Ernst, Magritte e Balthus

Un itinerario tra i capolavori del Novecento in una mostra che si rivela come una delle più importanti rassegne italiane dedicate alla Metafisica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 febbraio 2010 15:02
Lo sguardo nell’invisibile di De Chirico, Max Ernst, Magritte e Balthus

E’ significativo che si tenga a Firenze a Palazzo Strozzi dal 26 febbraio al 18 luglio la mostra 'De Chirico Max Ernst Magritte Balthus - Uno sguardo nell'invisibile'. E’ infatti a Firenze che nell'ottobre del 1909 Giorgio De Chirico ebbe la prima e completa "rivelazione" del misterioso rapporto che intercorre fra le cose che appaiono e il loro significato: «Durante un chiaro pomeriggio d'autunno ero seduto su una panca in mezzo a piazza Santa Croce (...) In mezzo alla piazza si leva una statua che rappresenta Dante avvolto in un lungo mantello (...) Il sole autunnale, tiepido e senza amore, illuminava la statua e la facciata del tempio.

Ebbi allora la strana impressione di vedere tutte quelle cose per la prima volta. E la composizione del quadro apparve al mio spirito; ed ogni volta che guardo questo quadro rivivo quel momento. Momento che tuttavia è un enigma per me, perché è inesplicabile. Perciò mi piace chiamare enigma anche l'opera che ne deriva». Da allora, l'artista soggiornò diverse volte a Firenze, giungendo addirittura ad autodefinirsi:Georgius de Chirico Florentinus. Da questa esperienza fiorentina ebbe origine l’intuizione dechirichiana degli aspetti enigmatici e inesplicabili dell’esistenza e del mondo, tradotta in forma plastiche nei suoi celebri “enigmi” degli anni Dieci e negli inquietanti accostamenti iconografici degli anni Venti.

Attraverso 100 opere, provenienti da esclusive raccolte private e da alcuni dei più importanti musei del mondo, la rassegna mette in evidenza “la rivoluzione copernicana” operata da De Chirico nell’arte del XX secolo, che aprì la strada a tutti quei movimenti che costituiscono la parte più interessante e vitale dell’esperienza artistica europea tra le due guerre, dal Dada al Surrealismo, dal Realismo Magico al Neo-Romanticismo dando un taglio netto alle prospettive di ricerca ormai esaurite del cubismo e delle avanguardie formali.

Una rassegna che vuole anche invitare a riflettere sui temi degli spazi e dei sogni, associando alla visione delle opere d’arte le suggestioni provocate dai quadri sulla psicologia dello spettatore. "La mostra - ha dichiarato Cristina Acidini Luchinat sovrintendente al Polo Museale Fiorentino - ha una statura eminente ma è anche un fenomeno di grande godibilità. Nessuno può rimanere indifferente ai temi sviluppati dalle correnti artistiche della pittura metafisica, il realismo magico, l'iperrealismo.

Fu proprio in Santa Croce, nella spazialità di acquario di questa magica piazza che De Chirico trovò ispirazione per la propria arte, noi oggi possiamo ri-guardare attraverso gli occhi di questi artisti la nostra città". La rassegna presenta alcune tra le più celebri opere del periodo metafisico di De Chirico, dipinti di Carrà e Morandi, capolavori di René Magritte, Max Ernst e Balthus. In dialogo con questi quadri vengono presentate opere estremamente significative di artisti come Niklaus Stoecklin, Arturo Nathan, Pierre Roy e Alberto Savinio, che sulla strada aperta da De Chirico si mossero in un ambito espressivo in bilico tra Metafisica, Realismo Magico, Surrealismo e Neo-Romanticismo.

Il progetto scientifico di questa mostra, che si impone per la qualità delle opere scelte e per un allestimento che ne permette un’ ottima fruizione, è di Paolo Baldacci e Gerd Roos. di Alessandro Lazzeri

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