Buzzi-Unicem: convocato il primo tavolo dell’unità di crisi

Si terrà il 26 febbraio. Ieri i lavoratori in presidio hanno incontrato il sindaco di Calenzano ed il Presidente della Provincia di Firenze. Iniziative di solidarietà da tutta la società civile.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 febbraio 2010 15:57
Buzzi-Unicem: convocato il primo tavolo dell’unità di crisi

Il sindaco di Calenzano ed il presidente della Provincia di Firenze hanno incontrato ieri i lavoratori della Buzzi-Unicem, in presidio permanente davanti ai cancelli, per approfondire la conoscenza della situazione alla luce dell’incontro avvenuto nel pomeriggio presso l’Associazione Industriali. Venerdì prossimo, 26 febbraio, è stato convocato il primo tavolo dell’unità di crisi alla presenza di Regione, Provincia, Comune e organizzazioni sindacali. "L’obiettivo del Comune – ha detto il sindaco - è quello di riaprire il dialogo con l’impresa.

Dialogo che l’Amministrazione negli anni ha tenuto aperto, a differenza di quello che riportano oggi alcuni giornali, concertando con l’azienda ogni passo del suo sviluppo". "Sulla vicenda si assiste ad una vera e propria gara di solidarietà da parte di istituzioni, cittadini, associazioni e circoli – ha continuato il Sindaco – Penso che tutta la comunità calenzanese stia dimostrando una sincera vicinanza ai lavoratori, anche se il delicato periodo pre-elettorale può purtroppo portare ad alcune strumentalizzazioni a fini propagandistici".

Da sabato, quando è iniziato il presidio permanente, la presenza del sindaco e dell’amministrazione è stata costante, per far sentire la vicinanza delle istituzioni e rimanere direttamente informati sugli sviluppi. Molti cittadini si sono recati in Comune per esprimere la loro solidarietà ed offrire aiuti concreti ai cassaintegrati. Il circolo Arci di Settimello offre giornalmente il pranzo agli operai che presidiano la struttura, mentre venerdì sarà offerto dall’azienda di ristorazione "Qualità e servizi".

Per le istituzioni è prioritario il mantenimento del sito produttivo a Settimello, sia per garantire il livello occupazionale del cementificio, che per i tanti lavoratori dell’indotto e per quelli che si trovano oggi senza neanche gli ammortizzatori sociali. "Su quell’area non ci sarà alcuna speculazione edilizia – ha concluso il sindaco –. La Regione e il Comune hanno tutto l’interesse per valorizzare l’area tecnologica, che quindi non potrà in alcun modo prevedere insediamenti residenziali". In Provincia di Firenze La decisione assunta dal Gruppo Buzzi Unicem, secondo quanto riportato dai giornali nei giorni scorsi, di procedere alla richiesta della cassa integrazione ordinaria della durata di tre mesi per 51 dei 65 lavoratori del cementificio di Settimello, motivata da una una presunta flessione delle vendite negli ultimi mesi, per le modalità con cui è stata avanzata e per le motivazioni addotte, ha destato forte allarme fra i lavoratori e una sincera preoccupazione nella comunità locale in quanto sembra preludere ad un disegno strategico di disimpegno dell’impresa dal nostro territorio. Una decisione che, per il marcato unilateralismo, l’ambiguità e la pretestuosità che la contraddistingue, è stata respinta con forza dalle RSU e dai lavoratori che hanno risposto in maniera compatta attivando una fase di agitazione con sciopero e presidio di fronte allo stabilimento di Settimello. Una scelta fortemente negativa per un territorio quale la piana fiorentina, già caratterizzato da numerose situazioni di crisi aziendali, che coinvolge, oltre le famiglie dei lavoratori coinvolti nel provvedimento, un indotto considerevole rappresentato dalle aziende di trasporto e dagli addetti ad alcune attività di servizio interne ed esterne allo stabilimento. Un ulteriore duro colpo all’occupazione in una fase così drammatica, che nel caso del cementificio di Settimello, assume anche il significato di una profonda lacerazione nell’identità di un territorio, nel suo tessuto sociale e civile di cui la storia dello stabilimento, in oltre un secolo di vita, fa parte integrante.

Una storia che si è sistematicamente intrecciata nel bene e nel male con i destini della comunità e del territorio in cui era inserito, contribuendo ad avviare fin dall’inizio del secolo scorso con la formazione dei primi nuclei di operai, quel processo di trasformazione sociale e civile che ha travolto l’economia agricola mezzadrile e dato avvio alla vocazione manifatturiera del nostro sistema economico. Una storia segnata anche da conflitti laceranti all’interno e all’esterno dello stabilimento, superati anche grazie ad un profondo senso di responsabilità da parte di tutti, che ha consentito via via di risolvere le problematiche sindacali, sociali ad ambientali che nel corso del tempo si sono presentate. Desta ancora più sconcerto tale scelta perché, nonostante la crisi del comparto edilizio, le vendite di cemento dello stabilimento di Settimello nel 2009 hanno sostanzialmente tenuto, soprattutto se comparate alle condizioni della domanda negli altri siti italiani della stessa Buzzi-Unicem e guardando alla prospettiva delle grandi opere che interesseranno Firenze e la Toscana, la domanda dei prodotti del cementificio sarà senz’altro elevata anche nei prossimi anni.

In più in questi anni l’azienda ha continuato ad investire per migliorare la produttività dello stabilimento e le condizioni ambientali dell’esercizio dell’attività. Per questo non può che essere condivisa la lotta dei lavoratori volta a difendere il sito di Settimello quale punto di produzione, contro ogni tentativo di riduzione dello stesso ad semplice punto di smistamento commerciale del cemento prodotto altrove, che avrebbe come conseguenza un costo sociale ingentissimo con la perdita di decine e decine di posti di lavoro nella nostra area e anche con un costo ambientale rilevante, considerata l’incidenza che verrebbe ad assumere il trasporto su gomma del cemento dal luogo di produzione. Considerato tutto ciò si chiede di conoscere quali iniziative concrete l’Amministrazione Provinciale vorrà assumere, di concerto con il Comune di Calenzano, per esprimere fattiva solidarietà ai lavoratori, per sostenerne le ragioni, per offrire un tavolo di concertazione alle parti che veda protagoniste, insieme alle RSU, alle organizzazioni sindacali e alle associazioni datoriali, le istituzioni locali, nell’esercizio delle prerogative proprie definite dalla legge, ma anche e soprattutto in rappresentanza degli interessi delle comunità amministrate.

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