Aggressioni al personale sanitario: preoccupati medici e infermieri

Ecco le proposte dei due Ordini professionali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 gennaio 2024 14:36
Aggressioni al personale sanitario: preoccupati medici e infermieri

Firenze, 12 gennaio 2024 – «Sono in crescita negli ultimi anni le aggressioni al personale sanitario. In Toscana i numeri parlano da soli e non possono essere ignorati. Serve il contributo di tutti per rendere il nostro un ambiente di lavoro più sicuro».

Concordano David Nucci, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche Interprovinciale di Firenze e Pistoia, e Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Firenze.

Nello specifico (in base ai dati presentati recentemente nella Commissione sanità del Consiglio regionale toscano), nel 2020 sono state registrate 752 aggressioni al personale sanitario(561 aggressioni verbali, 191 aggressioni fisiche); 817 quelle del 2021 (591 aggressioni verbali, 226 aggressioni fisiche); nel 2022 il dato si conferma stabile, leggermente in crescita, con 1258 casi (935 verbali e 323 fisiche). I dati del 2023 sono in elaborazione ma si prefigurano numeri in aumento anche per la crescita dei flussi nei pronto soccorso.

«Sono sempre più urgenti e necessari interventi per arginare un problema non più trascurabile: siamo diventati un bersaglio. Oltre al pericolo concreto di non riuscire a fare il nostro lavoro in sicurezza, si rischia di demotivare e avvilire una categoria intera di lavoratori che è quotidianamente sul campo, al servizio della salute pubblica – dichiara David Nucci, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche Interprovinciale di Firenze e Pistoia -. Ci associamo dunque al “grido di aiuto” proveniente da altre regioni come, ad esempio, il Veneto o la Campania, dove si è per fortuna passati ai fatti: sono state chieste e attivate linee di intervento, intensificati i controlli presso gli ospedali, in sinergia con la Polizia.

Il nostro ordine professionale è a fianco dei colleghi e in prima linea nei progetti sulla sicurezza del personale sanitario. Ricordiamo anche che c’è ancora tempo per partecipare al progetto lanciato nelle scorse settimane dalla Federazione nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche per monitorare e migliorare la sicurezza negli ambienti di lavoro». Il questionario può essere compilato, in modalità anonima, tramite l’Area riservata dell’Albo Unico Nazionale e fino al 19 gennaio.

«Le aggressioni a medici e infermieri - dice Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Firenze - sono ormai una notizia settimanale se non addirittura quotidiana e sono per altro in crescita rispetto agli anni scorsi. Questa situazione avvilisce una categoria di lavoratori che da sempre si pone a servizio del cittadino. C’è bisogno che ogni aggressione verbale o fisica venga puntualmente denunciata: bisogna applicare le leggi esistenti. Oltre a questo, è però fondamentale fare un lavoro preventivo di tipo culturale sulla popolazione che faccia capire quanto medici ed infermieri siano i migliori alleati del paziente. Il rispetto per il lavoro e per la dignità dei professionisti della sanità è un punto irrinunciabile».

«Siamo di fronte ad un clima a dir poco avvelenato, ad una escalation di violenze che rischia di trasformarsi in tragedia. E a farne le spese potrebbero essere i nostri infermieri, uomini e donne prima che professionisti, padri e madri, che si trovano nel pieno di un ciclone, che non sembra destinato a placarsi» Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«Cosa sta accadendo? Ospedali in tilt, tempi di attesa anche di oltre 24 ore nelle strutture sanitarie deputate all'urgenza, infermieri che fanno del loro meglio per gestire afflussi in media di oltre 200 cittadini al giorno, alla base una carenza di personale che ormai è come una voragine senza fondo, un buio tunnel senza uscita.

Non avevamo mai registrato un tale accanimento nei confronti dei professionisti della salute, non siamo mai stati di fronte ad una tale rabbia da parte dei cittadini, che non può certo essere giustificata dagli ospedali fatiscenti e da disservizi e disorganizzazione all’ordine del giorno.

Se un paese civile, continua De Palma, ha il dovere di offrire alla propria collettività un servizio sanitario degno di tal nome, gli infermieri non possono ancora reggere a lungo questa situazione, diventando sempre di più il capro espiatorio di quella che a nostro avviso rappresenta una vera e propria emergenza sociale.

Qui rischia davvero di scapparci la tragedia, dice ancora De Palma, e dobbiamo evitarlo a tutti i costi. Perché a pagarne le spese potrebbero essere i nostri infermieri, o i medici, che con noi condividono questi rischi.

Chiediamo nuovamente al Governo l’invio urgente dell’esercito negli ospedali con maggiore bacino di utenza. Si pensi all’apertura di una indagine parlamentare che faccia emergere i profili di responsabilità politico istituzionale e che sensibilizzi le istituzioni ad attivarsi sul problema.

Insomma, siamo di fronte a veri e propri raptus di follia che fino a poco tempo fa non sfociavano in episodi di tale gravità. Non possiamo rimanere impassibili di fronte a tutto questo», conclude De Palma.

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