Memoria dell’antifascismo e della Resistenza: approvata la nuova legge

Via libera dal Consiglio regionale alla normativa che sostiene i soggetti che operano per la conservazione della memoria e che include anche la Fondazione di Figline di Prato e la Fondazione per il parco della pace di San’Anna di Stazzema.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 dicembre 2009 19:04
Memoria dell’antifascismo e della Resistenza: approvata la nuova legge

Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato all’unanimità (i gruppi dell’opposizione di centrodestra non hanno partecipato al voto elettronico finale, ndr) la proposta di legge che modifica la vecchia legge regionale del 2002 “Norme in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio storico, politico e culturale dell`antifascismo e della resistenza e di promozione di una cultura di libertà, democrazia, pace e collaborazione tra i popoli”. Il provvedimento, come ha spiegato il presidente della commissione Cultura Enzo Brogi (Pd, nella foto) illustrando il testo all’aula, ha tra i suoi obiettivi il sostegno, anche con contributi finanziari, ai soggetti che operano per la conservazione del patrimonio di memorie dell’antifascismo e della resistenza.

Tra i soggetti di riferimento viene inserita anche la Fondazione Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza-Luoghi della Memoria Toscana con sede a Figline (Prato), per la quale è prevista l’istituzione di un apposito contributo finanziario annuale. Altro obiettivo è l’individuazione di un’apposita fondazione, cui la Regione non partecipa, per la sovrintendenza del Parco Nazionale della Pace. Il soggetto fondatore del nuovo ente viene individuato nel Comune di Stazzema, Comune decorato, per la Versilia, con medaglia d`oro al valor militare per il martirio subito dalla sua popolazione con l`eccidio del 12 agosto 1944.

Il Comune avrà il ruolo di determinare i confini del Parco nazionale della pace e di redigere il progetto di sistemazione dell`area destinata al Parco stesso. In attesa della costituzione della Fondazione, il Comune di Stazzema continuerà a percepire un contributo per la realizzazione di iniziative e manifestazioni che abbiano come finalità l`esaltazione dei valori storici e civili dei quali è simbolo la frazione stessa. Giuliana Baudone (An-Pdl) ha annunciato il voto contrario del suo gruppo “perché questa legge rappresenta un’occasione mancata, quella di rendere attuale la normativa in materia con un atto di vera democrazia che bandisca barriere ideologiche e posizioni ormai superate”.

“La storia – ha proseguito Baudone – ha bisogno di essere riscritta nella sua globalità. Non c’è stato solo il fascismo in Europa, ma anche i totalitarismi rossi”. Marco Montemagni (Gruppo misto) ha invece voluto mettere in risalto il “grande valore di questa legge, perché la Regione promuove i valori dell’antifascismo e della Resistenza che sono fondamentali per la nostra democrazia” e che prelude in Versilia alla nascita della Fondazione per il parco della pace.

Montemagni ha chiesto anche che la Regione assuma l’impegno di migliorare la viabilità per Sant’Anna di Stazzema. Sulla stessa falsariga l’intervento di Fabrizio Mattei (Pd), per il quale “questa legge è un’opportunità colta e non un’opportunità mancata. E’ mancata invece da parte del centrodestra la volontà di capire lo spirito della legge. Con il dovuto rispetto per tutti i morti, la verità storica non si può modificare: c’era chi era dalla parte giusta e chi dalla parte sbagliata”. Anche Roberto Benedetti (An-Pdl) ha parlato di “occasione persa”.

“Si è perso l’occasione di creare in Toscana una memoria condivisa – ha detto -. Noi avevamo cercato dei punti di accordo, invece si è insistito per licenziare un provvedimento manicheo, che ha un’impostazione ideologica unilaterale, che lascerà un segno sulle discussioni future e che rappresenta un grosso errore di questa maggioranza”. Gino Nunes (Pd) ha al contrario rilevato che “fascismo e antifascismo sono parti sostanziali della nostra identità e che è necessario ricordare l’esperienza della dittatura in questo paese.

Tutto nacque perché in un periodo di grande crisi si cominciò a pensare che si potevano mettere da parte le lungaggini della democrazia. Questi rischi si ripresentano anche oggi”. Secondo Severino Saccardi (Pd), la legge “deve essere letta per i suoi due aspetti caratterizzanti: la memoria storica e la promozione attuale della democrazia, della pace e della cooperazione tra i popoli. Nella storia e nella storia del diritto c’è sempre una norma fondante per la comunità.

Per il nostro paese e per l’Europa si tratta dell’antifascismo e della Resistenza”. Stefania Fuscagni (Fi-Pdl) ha commentato che “siamo arrivati a un intoppo quando, senza nulla togliere alla Resistenza e ai suoi martiri, abbiamo chiesto che il Consiglio regionale fosse capace di dare un messaggio di identità europea attuale, che fosse di condanna per tutti i totalitarismi europei. Spero che la prossima legislatura sia capace di fare una legge sulla memoria, non su una memoria”.

“Non è vero che tutti ricordano quanto è accaduto e c’è invece un tentativo di riscrivere ciò che la storia ha già messo in chiaro”, ha detto Paolo Marini (Pdci). Secondo Marini è giusto avere memoria di quanto è successo in Europa “ma avendo ben chiara la memoria di quanto è successo in Italia con la dittatura e la Resistenza. E su questo non possono esserci dubbi”. Andrea Agresti (An-Pdl) rivolgendosi proprio a Marini ha ricordato che “la storia si scrive in tanti modi e i vinti non l’hanno mai scritta” e rispetto al dibattito sul testo della legge ha aggiunto: “Se tutti ci diciamo contrari ad ogni forma e colore di totalitarismo, allora bsogna scriverlo e specificarlo bene”. “Potevamo fare questo dibattito con più calma e più riflessione”, ha esordito Alberto Magnolfi (Fi-Pdl) “così da superare posizioni schematiche e ideologiche che invece continuano a resistere in quest’aula”.

Magnolfi ha ricordato che “la condanna del fascismo è indiscutibile, come indiscutibile è il ruolo della Resistenza. Manca però la condanna verso tutti i totalitarismi, che va fatta esplicitamente”. Magnolfi ha chiuso dicendo: “Potevo sottoscrivere la legge, ma per il modo in cui si è arrivati in aula annuncio che non potrò votarla”. Secondo Giancarlo Tei (Ps), il dibattito in Consiglio regionale è andato al di là dei contenuti della legge: “Stiamo modificando una legge già esistente, per introdurre modifiche tecniche coerenti con essa, non stiamo discutendo un testo di legge ex novo”.

Tei ha aggiunto che per condannare i totalitarismi non serve una legge e che “il Consiglio regionale deve legiferare sulla memoria storica di quanto avvenuto in Toscana e a questo doveva attenersi anche il dibattito”. D’accordo con questa osservazione si è detto anche l’assessore alla Cultura Paolo Cocchi: “Il dibattito è andato al di là del testo della legge”. Cocchi ha ricordato che la Giunta aveva, in principio, presentato una proposta di legge più ampia, il cui confronto si è arenato in Commissione.

“Per dare risposte al Comune di Stazzema abbiamo allora deciso di procedere a modificare la vecchia legge regionale”. L’assessore ha chiuso dicendo che bisogna “cercare di capire meglio la storia” e che “in materia di memoria condivisa la politica è in ritardo rispetto a quello che pensa il paese reale. Io penso che avremmo potuto fare di più, ma a giudicare dal dibattito del Consiglio credo che bisognerà aspettare ancora un bel po’”. (lm)

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