1.133 gli episodi denunciati in Toscana nei primi sei mesi dell'anno

Dai dati emerge che circa il 78% delle violenze segnalate avviene dentro le mura domestiche.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 ottobre 2009 22:40
1.133 gli episodi denunciati in Toscana nei primi sei mesi dell'anno

Sono 1.133 le segnalazioni giunte ai centri anti violenza del territorio toscano nel I semestre 2009. Il dato allarmante è emerso all’interno del Convegno di studi organizzato dall’Osservatorio nazionale abusi psicologici “I Volti della Violenza – Condotte criminali e dignità violate” in corso a Prato presso il salone vescovile Mons Pietro Fiordelli. Secondo i dati forniti da Gianni Salvadori, assessore regionale alle politiche sociali, di queste 1.133 segnalazioni 767 sono segnalazioni dirette, eseguite dalle vittime, pari al 67,7%.

Sono 305, pari al 26,9%, le segnalazioni indirette, giunte ai centri anti violenza da altre persone, vicine alla vittima. Per quanto riguarda l’età delle vittime, 271 segnalazioni, il 24% del totale, riguardano donne in età compresa tra i 30 e i 39 anni. Sono 298, cioè il 26,4%, le segnalazioni di abusi che coinvolgono donne tra i 40 e i 49 anni. Nell’ambito dell’intervento l’assessore Salvadori ha fornito alcuni dati anche sugli aggressori: nel 41,1% dei casi l’aggressore è il coniuge.

Nel 16% dei casi l’aggressore è il partner convivente. Nel 2,9% dei casi invece ad abusare è il partner non convivente. L’aggressore è l’ex coniuge nel 12,6% dei casi. E’ coinvolto nella violenza l’ex partner convivente nel 5,1% dei casi. Si tratta dell’ex partner non convivente invece nel 3,4% dei casi di segnalazione di abusi ai danni di una donna. Da questi dati emerge che circa il 78% delle violenze segnalate avviene dentro le mura domestiche. Proccupato e allarmato si è dichiarato l’assessore regionale Gianni Salvadori: “E’ uno scenario inquietante e preoccupante che mette in risalto una necessità in particolare, quella di ridiscutere le questioni educative legate alla famiglia.

E’ necessario inoltre fare una riflessione sulle risposte positive che possono provenire dal nucleo famigliare. Per questo occorre attuare un nuovo e ampio progetto educativo che coinvolga innanzitutto le famiglie”.

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