Rivolta in Iran: dalla Globalizzazione a Obama un drappo verde a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 giugno 2009 14:02
Rivolta in Iran: dalla Globalizzazione a Obama un drappo verde a Firenze


di Nicola Novelli Un drappo verde, la bandiera diventata simbolo della battaglia per la democrazia in Iran, sventola da ieri sulla facciata di Palazzo Vecchio in solidarietà al popolo iraniano e contro la violenza del regime. Anche il sindaco Matteo Renzi giovedì aveva partecipato alla manifestazione organizzata da un gruppo di studenti iraniani in Piazza Ghiberti. E' ciò che accade anche in altre città universitarie europee, dove i ragazzi di Teheran più fortunati economicamente possono permettersi un'educazione libera dai condizionamenti religiosi a cui è sottoposta la stragrande maggioranza dei loro coetanei in patria.

Stiamo parlando di un terzo della popolazione iraniana, che nata a partire dagli anni '80 ha vissuto la propria gioventù in periodo di pace e sviluppo economico. La lenta, ma progressiva estensione di sistemi di welfare in tutto il paese ha consentito l'accesso dei giovani all'istruzione. Le nuove tecnologie (internet e TV satellitare prima di tutto) diffusesi ovunque nel mondo, hanno portato poi anche in Iran, per chi sa masticare qualche lingua straniera, un po' di informazione libera e la possibilità di confrontarsi con modelli culturali e sociali attraenti. La rete e l'etere sono zeppi di materiale digitale in Farsi, la lingua nazionale, che mostra ragazzi e ragazze liberi di pensare, di cantare e ballare, di esprimersi artisticamente.

Immaginate l'effetto che questo può produrre su una moltitudine di giovani, ormai maggioritari nel paese, con più cultura dei padri, ma senza la libertà di vestirsi, o di dire liberamente la propria verità? Dal 2001 ad oggi in molti, non solo gli estremisti di Al Qaida, hanno favorito la contrapposizione tra Oriente ed Occidente tra Islam e resto del globo. Poi è arrivato il nuovo presidente degli Stati Uniti d'America, Barack Hussein Obama. Che effetto può produrre l'immagine di Obama tra le giovani masse cresciute tra il Marocco e l'Indonesia? I ragazzi di Teheran hanno di fronte il figlio di un musulmano keniano diseredato, immigrato negli USA negli anni '60, che a poco più di 40 anni è riuscito ad arrivare alla poltrona più importante del pianeta.

Un modello dirompente, in due generazioni dal nulla a tutto, per chi non si sente di possedere nemmeno la libertà di pensare. Proprio all'inizio di giugno il 44° presidente degli Stati Uniti, primo afroamericano a ricoprire la carica, si è recato al Cairo dove ha parlato in mondo visione ad un miliardo di musulmani. Attraverso le TV satellitari ha lanciato un messaggio di pace che ha toccato i cuori di molti. Chissà quanti giovani a Rabat come Algeri, Tripoli come Damasco, Riad come Bagdad, ascoltando le parole di Barack Hussein diffuse da Al Jazeera, devono aver pensato “Io che ci faccio qui?”? E certo deve aver irritato anche i pochi che in quegli stessi paesi monopolizzano il potere politico impedendo la libera espressione e di movimento dei giovani.

Non solo Al Qaida deve aver sofferto il colpo. E rimane intanto irrisolto il mistero di quell'aereo di linea esploso in volo sull'Atlantico proprio alla vigilia della visita di Obama al Cairo. Spesso i terroristi islamici non hanno rivendicato le loro azioni e a distanza di quattro settimane dalla tragedia nell'oceano rimane la fastidiosa sensazione che l'incidente aereo che è costato la vita anche a passeggeri italiani possa essere connesso in qualche modo alla strategia di apertura e di sfida culturale lanciata dal Presidente USA in Oriente. E' in questo delicato momento internazionale che si inseriscono le proteste per la libertà in Iran.

Ed è per questo che le manifestazioni di Teheran sono state represse nel sangue. Firenze e il suo sindaco fanno bene a fiancheggiare le sorti degli studenti. La nostra città non può che rispondere al grido di aiuto di quei giovani coraggiosi innalzando la bandiera verde della libertà.

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza