La crisi economica in consiglio regionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 novembre 2008 15:39
La crisi economica in consiglio regionale

FIRENZE– il Pdl abbandona l’aula, la seduta è stata momentaneamente sospesa e i capigruppo riuniti nell’ufficio del presidente del Consiglio, Riccardo Nencini, per decidere l’ordine dei lavori. Questo è accaduto questa mattina in apertura della seduta speciale “Crisi economica e finanziaria. Gli effetti delle proposte in Toscana”. E’ stato Alberto Magnolfi, capogruppo Fi-Pdl, unico consigliere del Pdl, assieme al capogruppoo di An - Pdl, Roberto Bendetti, presente in aula per il cendestra, a comunicare la decisione dell’opposizione: “Siamo qui solo per rispetto dell’istituzione, e per annunciare che i gruppi del Pdl non parteciperanno ai lavori della seduta speciale sull’economia: la Giunta ha già annunciato un pacchetto di misure alla stampa fin da ieri, ha già tratto le sue conclusioni in modo del tutto autoreferenziale.

E’ perfettamente in grado di continuare a sbagliare da sola”. Magnolfi ha affermato che la decisione assunta per la seduta speciale “non cambia nulla per il futuro: ci auguriamo di trovare il modo di lavorare, ma ristabilendo il ruoli in una Regione dove ci sono atteggiamenti eccessivamente autoreferenziali”. Da Roberto Bendetti, capogruppo di An-Pdl, l’auspicio che non vada disperso “il grande lavoro di preparazione portato avanti in queste settimane, interrogando le varie realtà della società toscana, e gli atti preparati per questo appuntamento, che saranno da noi presentati direttamente all’opinione pubblica”.

l capogruppoo dell’Udc, Marco Carraresi, sottolineando la presenza in aula dei consiglieri del suo gruppo e la disponibilità a partecipare ai lavori, ha chiarito di “considerare il Consiglio la sede istituzionale più ideonea e appropriata anche per comprendere e analizzare le proposte rese note alla stampa ieri (lunedì 10 novembre, ndr) dalla Giunta”, Il capogruppo ha affermato anche di considerare non opportune “le uscite mediatiche prima, durante e dopo un percorso istituzionale fissato”.

Ferma la replica del presidente della Giunta regionale, Claudio Martini: “Respingo ogni considerazione sulla scorrettezza istituzionale: in queste settimane in tutte le Regioni d’Italia i governi sono chiamati dalle comunità regionale ad assumere provvedimenti, a relazionarsi con le assemblee legislative”. Il presidente ha ricordato anche come la scorsa settimana, in sede di assemblea delle Regioni, all’ordine del giorno vi siano stati i provvedimenti che i governi regionali vanno assumendo di fronte alla crisi economica, anche senza interpellare le assemblee elettive.

Martini ha sottolineato “un punto fermo: adottiamo provvedimenti che rientrano nelle nostre funzioni: qui ci confrontiamo con il giudizio del Consiglio, che può dare linee di indirizzo che siamo pronti a recepire; insieme costituiamo la risposta delle istituzioni”. Il presidente ha chiuso ribadendo: “la competenze sono state rispettate: io pretendo altrettanto”. Il presidente del Consiglio, Nencini, ha rivolto un appello alle forze del Pdl a rivedere la posizione, a prendere parte ai lavori e far valere le proprie proposte per “rispettare l’autorevolezza dell’aula, in ossequio alla sensibilità istituzionale che anche voi avete”.

“A nessuno sfugge che i governi regionali possono prendere provvedimenti, ma qui c’era una riunione speciale del Consiglio convocata da settimane, e la Giunta ha consegnato alla stampa un pacchetto chiuso di misure già prese – ha replicato Magnolfi -. La discussione di questo Consiglio, al quale noi portiamo rispetto, è depotenziata”. Il capogruppo ha concluso con l’auspicio che “si cominci a lavorare sul serio, cercando di cogliere quanto di buono c’è nelle posizioni di tutti”.

Carraresi ha chiesto un’interruzione dei lavori d’aula per ripensare l’ordine della seduta in accordo con la Giunta. Una richiesta a favore della quale si è espresso anche il capogruppo del Pd, Alberto Monaci.
“Sul Piano istituzionale siamo di fronte ad un tentativo di “commissariamento” dell’Assemblea regionale da parte del Presidente Claudio Martini che non rispetta lo spirito dello Statuto toscano”. “Il Presidente Martini rivendica le prerogative della Giunta a cui spetta l’azione di Governo, tuttavia dimentica che al Consiglio regionale compete la discussione e la formulazione di indirizzi precisi alla stessa Giunta sui temi all’ordine del giorno.

Ma quali indirizzi possono avere valore concreto se le decisioni sono già state annunciate ed assunte dall’esecutivo regionale? Tutto ciò avviene con la completa accettazione, da parte dei consiglieri di maggioranza, di un ruolo puramente “accessorio” del Consiglio regionale di cui fanno parte”.
“Stiamo attraversando uno snodo drammatico. Non è solo l’economia di carta della finanza ad essere in crisi. E’ crollato un modello di economia, un modello che già da tempo la sinistra criticava duramente, ed è l’economia reale che comincia a soffrire.

Questa dev’essere la priorità nell’azione politica”. Con queste parole Vittorio Bugli (Pd, presidente della commissione Attività produttive) ha aperto il suo intervento alla seduta speciale che il Consiglio regionale toscano ha dedicato alla crisi economica e finanziaria. Bugli ha fornito qualche dato sulla sitazione toscana: le previsioni parlano di un PIL in calo di un punto percentuale nel 2008 e di 2.1 punti nel 2009, di consumi in calo di 1 punto nel 2008 e 2.4 nel 2009, di investimenti in calo dello 0.6 nel 2008 e del 2.1 nel 2009, di un export in calo di mezzo punto nel 2008 e di 0.8 nel 2009.

“La crisi “morde” molti dei settori centrali per l’economia toscana – ha detto Bugli – il manifatturiero in primo luogo, ma anche il turismo e l’agricoltura, e sicuramente la finanziaria 2009 del Governo nazionale non aiuta. E’ in questo scenario che si deve collocare l’azione della Toscana: le misure annunciate dall Giunta regionale vanno nella giusta direzione”. Sulle polemiche scaturite dopo la conferenza stampa di ieri della Giunta regionale, Bugli ha puntualizzato: “Io credo che la Giunta abbia fatto il suo dovere.

Non ha preso un decreto d’urgenza, ha fatto quello che fa il Governo quando si presenta in Parlamento a proporre i propri atti. Non credo che questo penalizzi il Consiglio, anzi l’arricchisce, perché così possiamo giudicare come sono questi provvedimenti, proporre integrazioni, correzioni”. Bugli ha quindi ricapitolato le azioni annunciate, con il potenziamento del sistema delle garanzie sul fronte dell’emergenza-credito grazie a due nuovi fondi per le PMI, con le azioni per le famiglie, per i giovani, la task force per le situazioni di crisi aziendale, con i finanziamenti a disposizione: 3.661 milioni complessivi, che attiveranno oltre 4 miliardi di investimenti.

E ancora, con le azioni per la semplificazione delle procedure, per la competitività del territorio, per il sapere e la ricerca. “Oggi inizia un impervio itinerario di crisi, che purtroppo ci accompagnerà per un lungo tempo – ha concluso Bugli – Io propongo di intraprendere questo percorso come Consiglio regionale, con una mobilitazione straordinaria. Dobbiamo fare in modo di operare come se questo Consiglio regionale fosse in riunione permanente sulla crisi, e chiedo anche alla minoranza di assumere un ruolo attivo in tutto questo”.
“Il momento è grave.

Gli effetti della crisi sulle famiglie e sui lavoratori sono difficilmente prevedibili ma tutti ritengono che il peggio debba ancora venire. In questo frangente la Regione deve assumere un atteggiamento di estrema preoccupazione, ma deve allo stesso tempo lanciare un messaggio che dia il senso della volontà di reagire”. Queste le parole dell’assessore al bilancio, Giuseppe Bertolucci. “L’obiettivo che ci siamo posti – ha continuato l’assessore – è quello di lavorare perché tutti facciano la loro parte, per convergere verso l’unica finalità di fronteggiare la crisi.

Avevamo impostato il Dpef 2009 su previsioni già negative, sulle quali si è poi abbattuta la tempesta finanziaria. E’ per questo che, oltre a concentrare tutte le risorse a disposizione sull’economia, abbiamo previsto un pacchetto di misure di emergenza”. Tre le priorità sulle quali la Regione, insieme a tutti i soggetti del mondo economico, è chiamata adesso a lavorare, secondo l’assessore: in primo luogo fronteggiare l’impatto della crisi sull’economia reale; quindi velocizzare strategie ed azioni; e rendere complessivamente più competitivo il territorio.

E’ l’emergenza del credito uno dei settori più critici e sui quali la Regione ha deciso di intervenire con forza: “Abbiamo deciso di istituire due nuovi fondi di garanzia per le imprese, in particolare per le PMI, con 48 milioni totali messi a disposizione, ai quali si aggiungono 6 milioni per i Confidi, sempre per l’erogazione di garanzie alle imprese. Si tratta di risorse in grado di mobilitare un credito di oltre 500 milioni: è questo il dato significativo”. L’assessore ha ricordato inoltre gli interventi per favorire l’accesso al credito da parte degli universitari e dei giovani professionisti, la task force per le crisi aziendali, la richiesta al Governo di due milioni in deroga per la cassa integrazione per le aziende con meno di 15 dipendenti.

“Provvedimenti insufficienti”. Questo il giudizio dell’Udc sulle misure annunciate dalla Giunta regionale. E’ stato Giuseppe Del Carlo a spiegare la posizione del gruppo. “Le categorie economiche e le associazioni imprenditoriali hanno più volte messo in evidenza quali sono le cause della crisi – ha affermato – In Toscana la crisi non è solo di natura congiunturale ma strutturale, e si manifesta in modo più forte e drammatico perché la nostra regione è esposta più di altre sul fronte dei rapporti con l’estero.

I veri problemi – ha continuato – sono proprio i problemi di fondo, quelli che ormai da troppi anni non vengono affrontati; la questione delle infrastrutture, su tutte, e la questione della semplificazione e della sburocratizzazione”. Per Del Carlo, gli imprenditori stranieri sono diffidenti nei confronti della Toscana, perché “i tempi dei passaggi burocratici sono talmente lunghi da scoraggiarli”, ed è dunque questa una delle priorità da affrontare. “E invece – ha sottolineato – i provvedimenti regionali non ne parlano”.

Altre questioni-chiave, per Del Carlo, sono la promozione economica, che “necessita di una profonda riorganizzazione, da tempo richiesta dal mondo imprenditoriale”; i servizi pubblici locali, “vera e propria palla al piede”, che “vanno snelliti e resi più efficienti”; lo smaltimento dei rifiuti, settore nel quale si dovrebbe anche ricorrere ai poteri sostitutivi se necessario per realizzare gli impianti; le politiche energetiche, per le quali però “le fonti rinnovabili devono essere integrative, e non sostitutive, rispetto a quanto già esiste”; il sistema dei trasporti e della logistica.


Come fare sistema, “guardando alla Toscana del futuro, meno effimera e più concreta?”. Secondo Pieraldo Ciucchi (Ps), nel contesto dell’attuale e grave crisi, occorre “dare nuova linfa alle imprese” ed operare su tre direttrici: “Concentrare le risorse creando un’unica grande banca di garanzia regionale; chiamare il sistema economico toscano a partecipare e a contribuire ad un unico progetto condiviso; salvaguardare con tutti i mezzi a disposizione il sistema bancario regionale”.

Per uscire dal tunnel, sono urgenti “regole, regole e ancora regole”. Ha detto Marco Montemagni (Gruppo misto) e soprattutto è necessario “mettere al centro i lavoratori, i precari, i disoccupati, le famiglie, i salari e le pensioni”. Quindi “lavorare ad un progetto di cambiamento su un nuovo modello di sviluppo e coesione”, puntando essenzialmente alla “ristrutturazione dell’economia”, alle “infrastrutture” e alla “tenuta sociale”. Alessandro Starnini (Pd) ha chiamato all’appello il sistema bancario, parlando di tassi: Euribor e Bce, e quindi richiamando le banche ad applicare il tasso Bce e non l’Euribor, come ha chiesto lo stesso Governatore della Banca d’Italia.

“Oggi è come se una rata di 100 euro mi diventasse di 172, e in questo quadro, dove le banche sono garantite dallo Stato, si crea una stretta creditizia, che provoca la richiesta di maggiori garanzie”. Da qui l’invito al presidente Vittorio Bugli a convocare le banche, per invitarle a muoversi sulla linea annunciata dal Governatore. “Va bene il sostegno al credito, ma caratterizzato da maggiore concertazione e soprattutto da equità”: Luca Ciabatti (Prc) ha parlato di crisi scaricata sui soggetti deboli dell’occidente, di rischio in Toscana di “macelleria sociale”, con tanta gente che sta veramente scendendo in picchiata.

Per dare risposte concrete sono quindi necessari una serie di provvedimenti per riequilibrare il sostegno alle imprese, ma soprattutto per andare verso “un sistema giusto di ammortizzatori sociali”. Nel mezzo di una crisi che ha grosse ripercussioni sull’economia reale, secondo Mario Lupi (Verdi) “è giusto affrontare i temi dell’energia pulita, dei cambiamenti climatici, di prodotto interno lordo ambientale, di infrastrutture leggere, per collegare la nostra regione all’Europa”. Così come è importante che le piccole e medie imprese toscane abbiano aiuti mirati e possano accedere al credito in maniera più agevole, “in un contesto – ha detto Lupi – dove il ruolo della cooperazione e della sussidiarietà è forte e autorevole”.

“Noi questa crisi non la paghiamo”, così recitava lo slogan degli studenti in corteo – ha ricordato Bruna Giovannini (Sd) – “ed è giusto che questa crisi non venga pagata neppure dalle famiglie italiane, anche se le scelte del Governo nazionale: tagli a sanità e istruzione, abolizione dell’Ici per i ricchi, non aiutano”. Da qui la necessità, per la Giunta regionale, di muoversi in due direzioni: “rafforzare il tavolo di confronto con tutti gli attori del sistema e continuare a investire sui bisogni sociali delle persone, gurdando ai grandi temi ma anche alla quotidianità”.
E’ stato interamente dedicato a due realtà produttive in crisi, la Eaton di Massa ed i Nuovi cantieri Apuania, l’intervento di Paolo Marini.

Il consigliere dei Comunisti italiani ha sollecitato nuovi interventi nei confronti del Governo sia per aprire un tavolo negoziale e garantire la permanenza sul territorio dell’azienda massese, sia per riaprire quello sui Nuovi cantieri Apuania. A suo parere il futuro dei Cantieri non può essere nella produzione di maxi yacht, perché la domanda è di soli dieci unità l’anno in tutto il mondo. Secondo il presidente della commissione Agricoltura, Aldo Manetti (Rifondazione comunista), la crisi internazionale dimostra che è andato in crisi un intero modello di sviluppo.

“Si è molto parlato di interventi a favore delle attività produttive – ha rilevato - poco si è detto della produzione agricola”. “Si parla di filiera corta, ma solo nel settore agricolo e non nell’industria – ha aggiunto – E’ l’intero concetto di produzione che deve essere ripensato”. “Senza nulla togliere alle prerogative della Giunta, alcune questioni devono essere affrontate in Consiglio” ha affermato il capogruppo dei Comunisti italiani, Eduardo Bruno. A suo parere occorre dare una risposta alla crisi di segno “diametralmente opposto” alle scelte del Governo Berlusconi, una “risposta straordinaria, condivisa dalla maggioranza”.

“Le imprese non sono tutte uguali – ha osservato – Il sostegno deve essere selettivo e privilegiare chi fa innovazione, stabilizza i precari, garantisce sicurezza sul lavoro ed adeguati standard ambientali”. “Abbiamo fatto un lavoro che non ha uguali in Italia, coinvolgendo anche banche, camere di commercio, università” ha dichiarato il presidente della Giunta regionale, Claudio Martini, sottolineando che intervenire sull’impresa significa anche intervenire a tutela dei lavoratori e dell’indotto.

Il presidente ha assicurato che entro gennaio saranno pubblicati i bandi per i fondi strutturali, già tutti approvati (“unica Regione in Italia”), ed entro febbraio quelli del piano energetico. “E’ giusto tenere aperta la dialettica politica, ma occorre anche senso di responsabilità – ha concluso – Al Consiglio il compito di trovare le strade per continuare la discussione anche con l’opposizione. L’assemblea consiliare non è stata sminuita dalla Giunta regionale, ma da chi ha scelto di non partecipare”.

“Dobbiamo dare alle istituzioni la giusta dignità – ha affermato il capogruppo Pd Alberto Monaci - La seduta straordinaria è stata chiesta da tutti i gruppi politici, ma nulla è perduto. La discussione non si conclude oggi, ma proseguirà in commissione”. Più in generale, Monaci ha osservato che, di fronte ad una crisi di sistema, le banche non devono solo guardare ai bilanci, ma tornare a fare il loro mestiere: erogare il credito, anche con qualche rischio, per garantire la ripresa imprenditoriale.

“La condivisione si può raggiungere solo nelle sedi politiche ed istituzionali – ha rilevato il capogruppo Udc, Marco Carraresi - E’ un fatto grave che l’opposizione, esclusa la mia piccola parte, non sia in aula”. Secondo Carraresi gli interventi annunciati sono solo un “pannicello”, perché ben altri sono i nodi da sciogliere, come la legge sui servizi pubblici locali (“le tariffe sono costi per famiglie ed imprese: potremo giungere ad una legge condivisa da una parte della maggioranza e da una parte dell’opposizione”), lo smaltimento dei rifiuti (”rischiamo di doverli spedire in Germania a costi esorbitanti), la mancata realizzazione della Comunità dell’Arcipelago (“un rifiuto ideologico ci farà perdere finanziamenti statali”), le infrastrutture (“non si vuole ampliare l’aeroporto di Firenze”).

Con l’intervento di Carraresi la seduta straordinaria del Consiglio regionale si è conclusa.
Cna Toscana dà un giudizio positivo sulle misure anti-crisi presentate ieri dal Presidente della Regione Toscana, Claudio Martini. È positiva la strada intrapresa. Le misure vanno nella direzione del rafforzamento al credito alle pmi attraverso l’utilizzo dei Consorzi Fidi. È anche strategica l’attenzione al rifinanziamento della cassa integrazione straordinaria. Positivo è inoltre l’impegno per il pagamento dei fornitori da parte della Regione e delle ASL.

È interessante anche l’impegno del sistema bancario ad intervenire a favore delle altre pubbliche amministrazioni in modo che anche queste possano assolvere ai pagamenti.
“La non autosufficienza: Un problema della nostra società. Quali interventi delle istituzioni?” È il titolo del convegno promosso da Cna Lucca in programma a Viareggio lunedì 17 novembre nella sede dell’associazione di Largo Risorgimento (a partire dalle ore 18) per illustrare gli interventi regionali e ministeriali attraverso fondi a favore delle persone non autosufficienti e a cui parteciperanno i rappresentanti dell’amministrazione provinciale e dei Comuni di Lucca e Viareggio.

Un incontro prima di tutto per aprire il dibattito su una categoria della nostra società dimenticata come quella delle persone non autosufficienti che a causa di problemi fisici e mentali non possono condurre una vita normale e si affidano, quando non hanno il sostegno dei familiari, alle cure di badanti e Residenze Sanitario Assistenziali; in seconda battuta per capire in quale misura e in quale direzione saranno destinati a livello provinciale i fondi per la non autosufficienza messi a disposizione a livello nazionale e regionale (463 mila euro per il triennio 2008-2010).

Un problema, quello della non autosufficienza che riguarda molto da vicino i pensionati – il 19% hanno più di 65 anni, il 47% più di 80 - che devono far fronte, spesso con modiche pensioni, al costo di badanti e assistenti diventate figure fondamentali per la loro sopravvivenza. Costi di assistenza che diventano maggiori se la persona non autosufficiente è un malato di Alzheimer. All’incontro (partecipazione libera e gratuita) parteciperanno il Segretario Regionale dei Pensionati Cna, Giulio Cesare Brandini; l’assessore Provinciale, Mario Regoli; l’assessore al Comune di Lucca, Antonio Monticelli e l’assessore al Comune di Viareggio, Vittorio Fantoni.

Coordina la fase del dibattito pubblico il Presidente Provinciale Cna Pensionati, Massimo Del Pistoia.

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