Opificio delle Pietre Dure di Firenze: il restauro di un’inedita terracotta policroma del XV secolo, raffigurante Santa Caterina da Siena

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 maggio 2008 21:22
Opificio delle Pietre Dure di Firenze: il restauro di un’inedita terracotta policroma del XV secolo, raffigurante Santa Caterina da Siena

Il restauro di un'inedita terracotta policroma del XV secolo, raffigurante Santa Caterina da Siena, sarà terminato dall'Opificio delle Pietre Dure di Firenze grazie al premio Invito a Palazzo dell'Associazione Bancaria Italiana, che ogni anno viene assegnato al miglior diplomato restauratore all'Alta Scuola di Formazione.
Il Premio ha l'obiettivo di valorizzare il patrimonio storico artistico del nostro paese: "Le banche investono 300 milioni di euro ogni anno per salvaguardare e valorizzare una fetta importante del nostro patrimonio" afferma Corrado Faissola, presidente dell'Associazione Bancaria Italiana, “e questo premio all'Opificio delle Pietre Dure, una delle più antiche e prestigiose istituzioni europee, fondata da Ferdinando I de' Medici, rappresenta per l'ABI un richiamo alle radici del mecenatismo bancario.

Il premio Invito a Palazzo, vuole essere anche un sostegno concreto ai giovani che si apprestano ad intraprendere una professione di così grande valore, spesso troppo poco considerata e valorizzata”. Il Premio, che consiste in una somma di denaro ed una medaglia in argento con l’Arco degli Argentari, simbolo dei banchieri dell’antica Roma, sarà consegnato a Filippo Tattini durante un incontro aperto al pubblico che si terrà mercoledì 7 maggio 2008, alle ore 11.00, presso la sede dell’Opificio delle Pietre Dure a Firenze (in via Alfani 78).

Interverranno Pio Baldi, dirigente generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Bruno Santi, soprintendente Opificio delle Pietre Dure, Guido Palamenghi Crispi, responsabile Relazioni Culturali ABI, Alessandra Griffo, direttore della Scuola di Alta Formazione dell’Opificio e Laura Speranza, direttore del Settore Materiali Ceramici e Plastici dell’Opificio delle Pietre Dure.
Grazie al Premio sarà possibile terminare il restauro di una terracotta inedita del XV secolo, raffigurante Santa Caterina da Siena, giunta in condizioni di conservazione estreme dai Depositi del Rondò di Bacco al laboratorio di Materiali Ceramici e Plastici dell'Opificio delle Pietre Dure.
Con la fine del restauro, previsto entro un anno, l'opera potrà essere riletta nei suoi valori storici e stilistici originali, offuscati oggi da maldestri interventi passati.
La Santa è raffigurata con un abito domenicano, secondo la moda del tempo, un libro nella mano sinistra e una figura zoomorfa, il Diavolo, sotto i piedi.

Sulla base delle ricerche effettuate dall'Opificio delle Pietre Dure, la terracotta potrebbe essere ricondotta ad ambito senese ed attribuita a Neroccio di Bartolomeo detto anche Neroccio de' Landi. Si pensa che l’artista, vissuto nella seconda metà del XV secolo a Siena, abbia compiuto l'apprendistato come pittore e scultore nella bottega del Vecchietta e successivamente collaborato con Francesco di Giorgio Martini.
La scultura necessita di un complesso intervento di restauro. Se ad un primo esame l’opera sembrava aver subito dei danni a causa di un incendio, le indagini diagnostiche hanno dimostrato come invece i gravi fenomeni di degrado fossero dovuti essenzialmente alla tecnica di esecuzione.

Foggiata a tutto tondo in un unico pezzo, per un altezza complessiva di 165 cm inclusa la base, la statua subì una cottura non omogenea che causò gravi lacune materiche al volto e alla mano destra, oltre a fessurazioni, annerimenti e mancanze di modellato, soprattutto nella parte inferiore della figura. Le lacune furono risarcite, subito dopo la cottura, con stucchi e "cartapesta", su cui, in epoche diverse, sono stati stesi fino a cinque strati di ridipintura. I saggi di pulitura in combinazione con le analisi stratigrafiche hanno permesso di individuare una superficie policroma originale, caratterizzata da una maggiore finezza e qualità pittorica rispetto alle ridipinture sovrastanti.

Dell’opera, che prima del restauro era conservata nei Depositi statali del Rondò di Bacco a Palazzo Pitti, non sappiamo purtroppo la provenienza. Il restauro della scultura permetterà dunque di poterla presentare all’attenzione del pubblico per poterne rintracciare eventuali notizie.
Nel 2007, per la prima edizione, il premio Invito a Palazzo è stato assegnato al miglior diplomato dell’Alta Scuola di Formazione dell’Opificio per il restauro della famosa “coperta di Usella”: un antico tessuto del XIV secolo, conservato al Museo Nazionale del Bargello.
Il premio Invito a Palazzo, istituito nel 2006, prende il nome dall’omonima manifestazione dell’ABI, la giornata nazionale di apertura al pubblico dei Palazzi delle banche italiane, che si tiene ogni anno a partire dal 2002.

Nelle prime sei edizioni di Invito a Palazzo hanno partecipato alla manifestazione circa 500.000 visitatori: 82 le banche che hanno preso parte all’iniziativa, rendendo possibile la visita di ben 173 palazzi e collezioni d’arte in 100 città diffuse su tutto il territorio nazionale. La manifestazione e il premio Invito a Palazzo stanno diventando il fiore all’occhiello dell’impegno e dell’intensa attività dell’intero settore bancario italiano nel campo dell’arte e della cultura. Quest’anno Invito a Palazzo si svolgerà sabato 4 ottobre dalle ore 10,00 alle 19,00.

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