Iso 14001: è di Torre del Lago la prima azienda di florovivaismo certificata in gestione ambientale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 marzo 2008 13:48
Iso 14001: è di Torre del Lago la prima azienda di florovivaismo certificata in gestione ambientale

Ad conquistare questo importante traguardo è la “Floricoltura Carmazzi” di Marco Carmazzi, fondata agli inizi del ‘900 e oggi una delle realtà del florovivaismo molto conosciute e stimate in Toscana, ed in italia. Azienda di produzione di piante in vaso fiorite, ma con un trascorso nel settore dei recisi, e persino “bio” nei primi anni ’70 quando il bio era poco conosciuto, l’azienda Carmazzi da qualche anno ha avviato un processo di produzione mirata alla tutela dell’ambiente e all’ottimizzazione delle risorse utilizzate nel processo produttivo.

Stop a sprechi d’acqua e avanti, a tutta forza, con la raccolta differenziata, lo smaltimento separato dei rifiuti, il monitoraggio costante degli interventi fitosanitari e delle fertilizzazioni che sono diventate quasi “zero” garantendo così, un bassissimo impatto ambientale: tutti accorgimenti che sono oggi la norma per questa piccola realtà imprenditoriale che sta portando avanti anche un metodo di irrigazione innovativo, chiamato tecnicamente subirrigazione che, attraverso una sorta di pavimento spugnoso innaffia dal basso e non dall’alto le piante evitando di utilizzare più acqua del necessario per far crescere e fiorire le piante.

Piccoli grandi modelli da seguire giornalmente che fanno di questa azienda la prima in Italia ad ottenere la prestigiosa certificazione ambientale che è andata ad aggiungersi, all’altro timbro, l’Iso 9001, rilasciato a quelle imprese che fanno produzioni in qualità. Una doppia soddisfazione in meno di un anno.
L’azienda di Torre del Lago, 16 mila metri quadrati di estensione, nata dall’intuizione e dalla passione del nonno di Marco, Giuseppe, che dopo aver avuto successo nel sogno Americano (il nonno aveva lavorato per diversi anni nella grande mela), e dopo un breve periodo iniziale di produzione estensiva (e di prova), si è specializzata nella produzione di orticole in piena terra, in particolare il peperoncino di cui ha oltre 800 varietà, destinate, principalmente, al mercato locale.

Ma il desiderio di un ritorno alle origini ha riportato l’azienda verso la produzione di orticole con metodo biologico in vaso e alla produzione, a partire dall’estate 2006, di piante bio di peperoncino e basilico, quest’ultimo coltivato con metodi high tech per poter combattere in anticipo la dannosissima ed insidiosa peronospora (una malattia tipica delle piante). Assieme alle orticole, l’azienda di Torre del Lago coltiva anche ciclamini, salvia e rosmarino bio. Una piccola azienda di floricoltura, nonostante la dimensionalità tipica degli artigiani, ben strutturata e dove trovano lavorano, oltre al titolare e alla moglie, un responsabile tecnico e dai cinque ai sette collaboratori interni che attraverso la suddivisione del lavoro e dei ruoli contribuiscono all’ordine, all’efficienza e alla gestione “pulita”.

E le risorse umane sono per la famiglia Carmazzi il vero punto di forza grazie ad un lavoro di equipe. Ogni singolo operatore è, infatti, messo nella condizione di lavorare al meglio perché sono l’etica e i valori, prima del lavoro, che stanno alla base del Dna di questa azienda. Naturalmente tutto deve saper coniugarsi con una grande capacità economico-gestionale, due aspetti che, insieme costituiscono in questa azienda una vera cultura d’impresa che si sta rivelando vincente. Complimenti per il traguardo raggiunto arrivano dalla Coldiretti Provinciale: “E’ l’esempio – ha detto Raffaello Betti, Direttore Coldiretti - di come l’agricoltura sia attenta alle questioni ambientali e alla tutela del territorio dove opera.

Agricoltura non significa solo produrre significa, soprattutto, contribuire a mantenere intatto il nostro patrimonio paesaggistico ambientale. L’azienda di Carmazzi è una delle tante aziende che in questi anni, soprattutto in Versilia e, soprattutto, nel settore del florovivaismo, si è prodigata per attivare una produzione a basso impatto ambientale instaurando rapporti con Università e specialisti. Complimenti da parte mia e da parte della Coldiretti per questo prestigioso traguardo”.

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