Congiuntura industriale: rallenta la crescita di produzione (+1,2%) e fatturato (+2,8%)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 novembre 2007 14:40
Congiuntura industriale: rallenta la crescita di produzione (+1,2%) e fatturato (+2,8%)

Firenze, 27 novembre 2007- Gli indicatori del sistema manifatturiero regionale, come evidenzia la rilevazione per il terzo trimestre 2007 curata da Unioncamere Toscana e Confindustria Toscana, conservano nel loro insieme il segno “più”, ma il ridimensionamento della ripresa cavalcata negli ultimi due anni è tangibile: in soli tre mesi i tassi di crescita della produzione flettono a +1,2% (era +4,5% ancora a fine giugno); con la stessa intensità planano fatturato (+2,8% contro +4,6%), ordinativi interni (+1,4% rispetto a +3,2%) e quelli esteri (da +1,9% a +0,5%).

La correzione di rotta del ciclo congiunturale, se confermata nei prossimi mesi, si abbatterebbe su un sistema produttivo ancora impegnato in un grosso sforzo di riposizionamento sui mercati internazionali; l'elevata esposizione del settore manifatturiero toscano sui mercati extra UE frapporrà verosimilmente nuovi ostacoli allo sviluppo dell’attività, sia per l’atteso rallentamento dell’economia mondiale nel 2008, sia per la troppa rivalutazione dell’Euro nei confronti delle altre valute.

Nel complesso, tuttavia, gli imprenditori non sono affatto rassegnati di fronte a questo trend, come evidenzia il saldo “ottimisti-pessimisti” relativo alle aspettative sulla produzione per gli ultimi tre mesi del 2007 che si mantiene su +11 punti percentuali dopo il +16 registrato per i mesi conclusivi del 2006.
Produzione e utilizzo impianti
L'ingrandimento settoriale mette in luce, pur tenendo conto che si tratta di medie aggregate, la tenuta di alcuni settori, in particolare la meccanica (+5,2% la produzione) e l’elettronica e mezzi di trasporto (+6,9%); per contro, il segno “meno” campeggia di nuovo tra i campioni del Made in Italy, vecchi e nuovi: tessile e abbigliamento (–1,6%), pelli, cuoio e calzature (–0,7%) e alimentare (–0,3%).
In linea con un trend che da un paio di anni prende sempre più campo nelle nostre indagini trimestrali, la performance delle imprese di dimensioni maggiori è decisamente più dinamica (+6,2%) rispetto a quella delle imprese minori (–0,3%).
La perdita di slancio del ciclo congiunturale è nitida anche nei tracciati del grado di utilizzo degli impianti che dal 79,0% registrato nel trimestre aprile-giugno, scivola con il 74,5% sotto la soglia media del 2006 (75,9%).
Fatturato, ordinativi e prezzi
Nonostante il rallentamento del passo di marcia, il fatturato e gli ordinativi interni chiudono il trimestre segnando ancora discreti progressi, rispettivamente del +2,8% e del +1,4%, più o meno come un anno prima (rispettivamente, +2,1% e +1,3%).

Più marcato il cambio di marcia della domanda estera: l'ago del barometro degli ordini dai mercati internazionali, che nel II trimestre segnava ancora una crescita pari a +1,9%, scende rapidamente a +0,5%.
Si riscaldano, infine, i listini delle imprese manifatturiere toscane che segnano +2,5% rispetto allo stesso periodo del 2006; un dato, inferiore, comunque, ai rialzi registrati dai costi delle materie prime. La correlazione con la spinta dei corsi sui mercati internazionali delle materie prime affiora nelle dinamiche dei prezzi dei diversi settori: +4,8% per il comparto alimentare, +3,3% per i prodotti non metalliferi e +2,7% per la chimica, farmaceutica, gomma e plastica.

La dimensione d’impresa
Come già anticipato, nel periodo luglio-settembre (come nei tre trimestri precedenti) il gruppo più dinamico è quello del “club esclusivo” delle imprese di grandi dimensioni (250 e più addetti): +6,2% la produzione e +8,7% il fatturato rispetto allo stesso periodo del 2006.

Anche in questo gruppo le prime spie del cambio di velocità in atto sono accese sugli ordini interni (che scendono a +3,6%) e soprattutto su quelli esteri (–1,1%). Discreti gli indicatori anche per le medie aziende (50-249 addetti) con un +1,6% per la produzione ed un +4,3% per il fatturato. Già in evidente affanno, infine, le imprese di minori dimensioni (10-49 addetti) con un –0,3% per la produzione ed un +0,8% per il fatturato.
I settori
Nel passaggio dal secondo al terzo trimestre, il numero dei settori che registrano variazioni negative degli indici della produzione sale da 1 a 3: tessile e abbigliamento (–1,6%), pelli, cuoio e calzature (–0,7%) ed alimentare (–0,3%).
Il vento continua invece a soffiare sulle vele del settore elettronica e mezzi di trasporto (+6,9% la produzione, +8,7% il fatturato e, rispettivamente, +7,6% e +4,1% la domanda interna ed estera) e, con meno intensità, della meccanica (+5,2% la produzione e +7,6% il fatturato, mentre hanno già virato gli ordini, sia nazionali che esteri: –3,8% e –5,3%).
Il rallentamento della marcia, per contro, inizia a prendere copro in altri settori: la produzione di metallo e fabbricazione di oggetti in metallo (+1,6% la produzione e +2,6% il fatturato), il legno mobilio (rispettivamente +0,3% e +1,3%), la chimica, farmaceutica, gomma e plastica (+0,3%, +1,4%) e i prodotti non metalliferi (+0,5%, +1,4%).

Previsioni per il IV trimestre 2007
Il sentiment degli operatori per le prospettive di questo ultimo trimestre del 2007 non si lascia condizionare troppo dalla caduta di giri del motore congiunturale.

Il 25% degli imprenditori intervistati, infatti, prevede ancora un aumento della produzione: era il 31% nel corrispondente periodo del 2006; il saldo tra ottimisti e pessimisti pende a favore dei primi per +11 punti percentuali (contro il saldo +16 registrato per i tre mesi conclusivi dello scorso anno). A livello settoriale, la differenza “ottimisti – pessimisti” ricalca fedelmente i rispettivi consuntivi del trimestre appena terminato: +32 punti percentuali per il settore elettronica e mezzi di trasporto; +19 la meccanica; +16 la chimica, farmaceutica, gomma e plastica e per il legno e mobilio; +8 l'alimentare.

Le due correnti, infine, si equivalgono nel tessile e abbigliamento (+2), nel settore pelli, cuoio e calzature (0) e nei prodotti non metalliferi (–1).
Il punto di vista di Pierfrancesco Pacini – Presidente di Unioncamere Toscana
“Il rallentamento della Toscana del terzo trimestre era già stato previsto nella nostra precedente rilevazione; il +1,2% registrato dalla produzione tendenziale per quanto positivo ed in linea con le aspettative, deve essere archiviato con cautela. In prospettiva preoccupa soprattutto l’indebolimento della congiuntura internazionale, la ripresa della corsa delle quotazioni delle materie prime così come la svalutazione del dollaro, il cui valore, secondo le previsioni più autorevoli, dovrebbe rimanere debole nei confronti dell’euro anche nei prossimi mesi.
Tuttavia, se da un lato un dollaro debole può pesare in maniera negativa al momento della definizione dei listini delle nostre imprese, rendendole meno competitive, dall’altro è però vero che in questo frangente contribuisce a moderare le quotazioni elevate delle materie prime, specialmente del petrolio.

Ma non è tutto, il dollaro debole può infatti rappresentare una buona opportunità per le nostre imprese per investire, con costi sicuramente più sostenibili che nel passato, nei paesi dell’area del dollaro. In particolare negli Stati Uniti che, anche se nel mezzo a turbolenze di un certo rilievo, non possono certo essere definiti un mercato secondario per le imprese toscane.”
"Il rallentamento atteso dell’economia toscana presenta –spiega il presidente di Confindustria Toscana, Sergio Ceccuzzi– un aspetto molto variegato: le medie complessive mostrano in frenata la produzione industriale, così come il fatturato e gli ordinativi, sia interni che esteri.

Dall’analisi settoriale arrivano, invece, conferme e novità: le conferme vengono dalla crescita della meccanica, dell’elettronica e dei mezzi di trasporto, nonché dal mantenimento del segno negativo per i settori tessile abbigliamento e pelli-cuoio-calzature; la novità è rappresentata dalla mancata crescita del settore alimentare. Sotto il profilo dimensionale, le grandi e medie imprese continuano a mostrare maggiore capacità di reazione al trend congiunturale. Resta, comunque, ancora positivo il sentiment degli imprenditori per l’ultimo trimestre dell’anno, anche se un troppo repentino apprezzamento dell’Euro nei confronti del Dollaro e le previsioni di una minore crescita del commercio mondiale per il 2008, richiedono conferme operative a questa previsione; che dimostra, tuttavia, il forte spirito di reazione degli imprenditori industriali toscani".

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