Al Teatro Puccini da martedì 23 a giovedì 25 gennaio 2007 Armir
Partitura scenica per immagini suoni e pupazzi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 gennaio 2007 01:47
Al Teatro Puccini da martedì 23 a giovedì 25 gennaio 2007  Armir <BR>Partitura scenica per immagini suoni e pupazzi

(Firenze,20 gennaio) ARMIR, sta per Armata Italiana in Russia, cioè l'insieme delle divisioni che il Duce inviò nel 1942 a combattere, a fianco dei tedeschi, nelle sterminate steppe della Russia. ARMIR è soprattutto sinonimo di coraggio disperato e di completa sconfitta, di epica ritirata e terribile prigionia.. Nessuno spettacolo può fornire una ricostruzione dettagliata della Storia, forse neppure l'ennesimo spettacolo di narrazione. Era comunque importante aprire davanti agli occhi del pubblico, e dei giovani in particolare, questa pagina del secondo conflitto mondiale quasi dimenticata, come se non fosse stata una delle più assurde e tragiche della "nostra" guerra.

La spedizione italiana in Russia travalica, se possibile, i confini della ‘normale’ follia della guerra, diventa un deliberato atto criminale voluto personalmente da Mussolini (e osteggiato da Hitler stesso) al solo scopo di avere un numero consistente di morti da far pesare al futuro tavolo della pace.Mandare i nostri soldati a combattere come aggressori nel cuore della Russia, senza preparazione e soprattutto senza armi ed equipaggiamenti adeguati, fu un atto paradossale di cinismo politico e insieme di leggerezza tutta ‘italiota’ E’ utile ricordare alcune cifre che Nuto Revelli riporta nel suo libro “Le due guerre” : 227.000 uomini (di cui 60.000 alpini) partiti per il fronte, 75.000 tra morti, dispersi, congelati. 10.000 i prigionieri che tornarono in Italia alla fine della guerra, forse appena un terzo degli effettivamente catturati e mai più rintracciati, semplicemente ‘scomparsi’: si parla di altri 20.000 uomini. Come se non bastasse, questa vicenda è stata fin dal primo momento oggetto di polemiche e strumentalizzazioni politiche che, per ragioni opposte ma ugualmente ingiuste, si sono trascinate per anni.

Chi riuscì a sopravvivere all’orrore della Russia non trovò una ‘Patria’ desiderosa di accoglierlo con giustizia e comprensione. Al contrario, i reduci si scontrarono con una non troppo velata volontà di insabbiare, minimizzare, dimenticare. Nella direzione opposta è andato l'incredibile lavoro di ricerca e documentazione di un solitario, di un indipendente vero come Nuto Revelli, di uno che la Campagna di Russia l’aveva fatta e non poteva certo dimenticarla. Grazie a lui è possibile attingere ancora oggi, almeno in parte, alla memoria piena di dignità dei soldati del cuneese, alle loro lettere spedite dal fronte, insomma alla “guerra dei poveri”.

Si è scelto di far entrare il pubblico in una sorta di scatola magica dove immagini di repertorio, oggetti, pupazzi, suoni, voci, musiche possano suggerire le emozioni, i pensieri, le contraddizioni di una grande tragedia collettiva. Come in una matrioska russa, dentro la scatola si apre un'altra scatola, dentro la Storia c'è una piccola storia, raccontata per immagini semplici, per cenni poetici, per simboli. Gli attori qui sono manipolatori e creatori di immagine senza però perdere la partecipazione al racconto, in una sorta di dialogo interiore con la storia.

Lo spettacolo, presentato in forma di studio l'anno passato in occasione del 60° anniversario della Liberazione, è idealmente dedicato alla figura di Nuto Revelli, ufficiale degli alpini reduce dalla Russia e subito dopo Comandante partigiano nella lotta di Liberazione nazionale.
Posto unico numerato: € 16,00 + prevendita SPECIALE SCONTO SOCI COOP: € 8,00 + prevendita

Prevendite presso la cassa del Teatro Puccini dal lunedì al venerdì dalle 15.30 alle 19.00 e il sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.00 e il circuito regionale Box Office.


INFORMAZIONI: 055.362067 Teatro Puccini – via delle Cascine n° 41, 50144 Firenze

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