Calciopoli: le istituzioni evitino violenze verbali ed atteggiamenti intolleranti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 luglio 2006 14:20
Calciopoli: le istituzioni evitino violenze verbali ed atteggiamenti intolleranti


di Nicola Perini, capogruppo della Margherita

«Dopo aver vissuto direttamente le sensazioni ed il coinvolgimento emotivo del gioco e dello spettacolo del calcio, mi risveglio oggi, tifoso della Fiorentina, di fronte a scenari che solo due mesi fa erano da ritenersi inimmaginabili. Tutto questo mi porta a sviluppare alcune riflessioni rispetto agli ultimi avvenimenti della cosiddetta "vicenda calciopoli". Le notizie, le supposizioni, l'incertezza che attanaglia una intera città, devono giustamente attivare un percorso di solidarietà da parte di tutti per raccogliersi intorno alla propria squadra, tenendo altresì presente che non possiamo fare a meno di sentirci preoccupati ed amareggiati di fronte ad una classe dirigente che nell'ingenuo tentativo di difendersi da un sistema di potere, magari non molto diverso da altre realtà economiche e sociali, ora è sottoposta al giudizio della giustizia sportiva.

Le richieste del Procuratore Federale Stefano Palazzi non devono farci smarrire maturità e coerenza. Legalità e giustizia sono condizioni che dobbiamo favorire e devono valere sempre per chiunque ed in qualunque situazione. In questa vicenda sono in ballo tante sensibilità ed interessi e noi dobbiamo guardare con attenzione a tutti. E' improprio ed inopportuno infatti evocare fantasmi giustizialisti o rischi di "tribunali speciali" (che avrebbero già deciso le sorti del calcio): dobbiamo aver fiducia nella giustizia, nel suo corretto percorso, nel suo giusto operato e dobbiamo contribuire tutti a creare condizioni di serenità necessarie a prendere decisioni giuste.

Le istituzioni devono servire e difendere la propria città, le realtà che l' arricchiscono e le sensibilità presenti attraverso comportamenti seri, che rifiutino una dimensione superficiale e personalistica, per dare chiavi di lettura forti ed adeguate a fornire approfondimenti e riflessioni mature proprio a quella parte di comunità che oggi si trova smarrita. Anche le ultime dichiarazioni che mettevano in luce ipotesi di ritorsioni sulle tariffe per l'utilizzo degli impianti sportivi sono inadeguate sia perché alimentano sfiducia e senso di ingiustizia sia perché avrebbero una ricaduta negativa eslusivamente sulle famiglie fiorentine che sono l'unico strumento di sostengono, oltre agli investimenti pubblici, delle tantissime associazioni sportive.

C'è bisogno, in particolar modo da parte delle Istituzioni, di promuovere un dibattito sereno scegliendo un percorso che eviti violenze verbali ed atteggiamenti intolleranti, che rischiano di alimentare una polemica ed uno scontento che non vorremmo si ritorcesse proprio contro la nostra squadra e la nostra città anche attraverso una giostra di episodi di insofferenza di cui sappiamo determinare l'avvio ma di cui non possiamo conoscerne gli effetti durane il proprio cammino. È inaccettabile che un'amministrazione pubblica tenti di condizionare un' altra istituzione che sta svolgendo il proprio operato al punto di screditarla.

Al contrario istituzioni e cittadini devono essere soggetti attenti, autorevoli e responsabili e mantenere un giusto profilo consapevoli che le eventuali rivoluzioni debbano passare non da slogan populistici ma da un lavoro serio e costante privilegiando trasparenza e serietà. E' noto a tutti gli addetti ai lavori che il sistema calcio ai vari livelli, non solo a Firenze, presenta criticità economiche gigantesche (basti pensare al 1,3 milioni di euro di deficit della Rondinella, seconda squadra di Firenze), e problematiche di tipo democratico viste le profonde trasformazioni che nel tempo molti dei soggetti sportivi hanno vissuto, passando da strumenti di partecipazione associativa concreta della comunità a realtà private gestite da un livello dirigenziale spesso autoreferenziale.

E se a questi dati si accompagna il grande investimento pubblico, che si concretizza non solo con gli impianti, ne deriva la necessita per tutti di iniziare a riflettere ed approfondire, in primis, prospettive nuove e processi funzionali allo sport nel suo complesso. Perché non iniziare a promuovere un modello di polisportiva strutturata sull 'azionariato diffuso, sul radicamento territoriale e sulla possibilità di sviluppare pluralità di servizi? Con questi approfondimenti e con un profondo senso di responsabilità nell' affrontare le vicende di questi giorni potremo acquisire gli elementi condivisi per domandarci a chi chiedere i danni in caso di condanna».

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