Come si concilia una lista d’attesa di sette mesi per una risonanza magnetica con il diritto alla salute dei toscani?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 febbraio 2006 14:43
Come si concilia una lista d’attesa di sette mesi per una risonanza magnetica con il diritto alla salute dei toscani?

Firenze, 3 Febbraio 2006- E’ quanto domandano direttamente a Martini il Presidente di Alleanza Nazionale in Regione Toscana Maurizio Bianconi e il Consigliere regionale Achille Totaro (membro della Commissione sanità), balzati sulle loro seggiole leggendo sulle cronache locali dei quotidiani di stamani il caso della paziente fiorentina che, bisognosa di prenotare una risonanza al ginocchio per un suo familiare con sospetta lesione, si è sentita rispondere dal Cup metropolitano che il primo posto disponibile in tutta l’area provinciale era per settembre.

E intanto? Zoppicare e zitti.

A spron battuto, ecco decollata l’interrogazione urgente a risposta scritta verso i tavoli del Presidente della giunta Martini e dell’assessore alla sanità Rossi: «Si apprende dalla stampa – scrivono i consiglieri di An nel loro documento – che le liste d’attesa per effettuare una risonanza magnetica nell’area metropolitana fiorentina superano al momento i sette mesi».

«E’ evidente – spiegano Bianconi e Totaro – che questo costringe il paziente a scegliere fra effettuare l’esame privatamente a pagamento o tenersi una sospetta lesione al ginocchio fino a settembre inoltrato.

E questo sarebbe diritto alla salute? Questa sarebbe la Toscana dei diritti tanto declamata dalla giunta regionale? A noi sembra che i toscani abbiano un diritto solo assicurato: a zoppicare e tacere», affermano i due esponenti di An. I quali, per altro, non per la prima volta affrontano il problema delle lunghe liste d’attesa diffuso su tutto il territorio regionale. «Tant’è che il centralino del Pronto Salute approntato dalla Regione per fornire notizie sui tempi d’attesa per accedere alle prestazioni – osservano Bianconi e Totaro – è risultato inaccessibile alla paziente in questione perché sempre occupato.

Segno che le disfunzioni e i casi concreti, caro assessore Rossi, non mancano di certo».

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