Esce il notiziario annuale di Idra: General contractors, partecipazione “democratica” e Val di Susa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 dicembre 2005 13:49
Esce il notiziario annuale di Idra: General contractors, partecipazione “democratica” e Val di Susa

Firenze, 29.12.'05- Una miriade di ‘piccole opere’ e di attività manutentive sul territorio: queste, da sempre, le grandi vere urgenze del Bel Paese. Per loro si batte l’associazione ecologista fiorentina Idra, amica del buon governo della spesa pubblica, della trasparenza e della legalità.

Di Idra esce in questi giorni il notiziario annuale, che passa in rassegna i principali interventi dell’associazione nel corso del 2005.

Nell’editoriale, a cura del vicepresidente Pier Luigi Tossani, corredato da foto della straordinaria mobilitazione popolare in Val di Susa, tre i temi in evidenza.

Il primo, trattato ne “Le Grandi Opere del Cavaliere” (Koinè Nuove Edizioni) dall’ingegnere bolognese Ivan Cicconi, direttore della NuovaQuasco, società di ricerca nel campo delle costruzioni, con i dettagli di alcuni meccanismi perversi dell’amministrazione dello Stato. Tra questi, in virtù della “Legge obiettivo”, l’istituzionalizzazione di un nuovo soggetto economico privato "monstrum", definito general contractor, che viene a godere al tempo stesso dei vantaggi dell'appaltatore e di quelli del concessionario, risultando sollevato da qualunque responsabilità sulla gestione dell'opera e quindi dall'attenzione alla buona esecuzione della medesima in termini di qualità e di rispetto dei tempi e dei costi preventivati.

Il secondo impegno di fondo, nel 2005, è stato quello legato al percorso proposto dall’Amministrazione comunale di Firenze sul nuovo Piano Strutturale.

Una strada rivelatasi lunga, accidentato e di fatto … poco partecipata. L’associazione ecologista ha presenziato a moltissimi incontri consegnando, nel tempo, numerosi documenti sui contenuti e sul metodo dell’iniziativa. Radicale, da parte di Idra, la critica all’Amministrazione per quella che è parsa un’operazione di mera facciata: il percorso avviato risulta generico, incerto, ripetitivo e soprattutto eterodiretto.

Il terzo momento, ancora in pieno svolgimento, è quello dell’articolato sostegno – con iniziative presso organi istituzionali, comunicati stampa e un presidio simbolico sotto la sede della giunta regionale toscana - dato da Idra alle popolazioni della Val di Susa che si oppongono al progetto di linea ferroviaria ad Alta Velocità Torino-Lione (ancora una mega-galleria…).

Il dissenso, ormai storico, non è solo finalizzato a salvaguardare l’ambiente della valle già abbondantemente attraversata da linee di collegamento con la Francia. L’obiezione primaria muove dal fatto che le previsioni – quelle attendibili - di incremento del traffico anche nel lungo periodo potranno essere soddisfatte tramite il potenziamento delle infrastrutture ferroviarie già esistenti, oggi ampiamente sottoutilizzate.

Niente di nuovo dunque sul fronte della politica infrastrutturale “macha” di stampo cemento-futurista marinettiano, oggi così in voga.

Continua a prosperare lo spreco delle risorse pubbliche. Ma la macchina del deficit spending in imprese inutili e ambientalmente devastanti appare sempre più fuori-giri. Perfino in un’Europa che certamente non brilla per l’attenzione all’uomo nelle politiche socio-economiche, l’organo di controllo del bilancio comunitario (Eurostat) ha dato tempo all’Italia solo fino al 2007 per rimettere in equilibrio i suoi conti pubblici nei quali ancora ticchetta la bomba a tempo dei debiti nascosti dell’Alta Velocità.

I nodi potrebbero venire al pettine prima di quanto si pensi. Forse sarà proprio il prosciugamento dell’erario il fattore limitante che costringerà alla rinuncia le lobbies altavelociste, a partire dall’assurdo progetto Torino-Lione. E questo potrebbe a sua volta innescare un processo virtuoso, un ripensamento complessivo delle procedure decisionali che abbiamo visto adottare, fino ad ora, nella promozione forzata di tanti investimenti infrastrutturali. Procedure non più basate cioè, Idra si augura, su suggestioni approssimate, amplificate incessantemente fino a suonare presso la pubblica opinione come necessità vitali.

Ma piuttosto, come consiglierebbero i princìpi di qualunque sana amministrazione, su valutazioni obiettive delle necessità reali, partecipate, basate su dati di fatto, su esigenze condivise, su previsioni non strumentali.

L’azione di Idra, al di là della critica militante e puntigliosa alla propaganda bi-partizan sottesa alle “grandi opere”, mira a far crescere nei cittadini il desiderio di responsabilità, consapevolezza, autonomia e capacità di discernimento tra informazione e disinformazione.

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