Da Firenze a Bologna, sopra e sotto l´Appennino

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 novembre 2005 22:35
Da Firenze a Bologna, sopra e sotto l´Appennino

Contenuti abbastanza enfatici, ma toni tutto sommato dimessi, quasi melanconici, stamani, alla presentazione della mostra TAV SpA “Da Firenze a Bologna, sopra e sotto l´Appennino", che sarà inaugurata sabato 26 novembre alle 18 al Museo Mediceo di Palazzo Medici Riccardi. Aleggiava evidentemente sull’iniziativa, organizzata dalla società del gruppo Ferrovie dello Stato per le linee Alta Velocità in collaborazione con la Provincia di Firenze, lo spettro dei gravissimi danni ambientali, dell’emorragia erariale, dei sensibili ritardi e delle incertezze progettuali che pesano sulla realizzazione della Grande Opera.

E forse, chissà, l’eco persistente del processo penale che si celebrava anche stamani, a poche centinaia di metri di distanza, a carico del consorzio di grandi imprese responsabile della cantierizzazione della linea.

Promette comunque effetti di qualche interesse artistico l’allestimento in programma, curato dall’arch. Carlo Anzilotti. Ampio il target individuato per l’evento: dai bambini agli specialisti. Intrigante si annuncia la ricerca sonora, a cura del maestro Francesco Giomi, co-direttore dell’associazione culturale “Tempo Reale”, che collabora con la Provincia orami da diversi anni: l’”installazione”, è stato detto, suggerisce “una continua variabilità, un’idea di movimento”, e una “geometria per cui c’è una dimensione verticale, un sopra e un sotto, e c’è una dimensione invece temporale, un prima e un dopo”.

Il visitatore troverà “degli impulsi che si muovono rapidamente, quasi a suggerire un futuro del viaggio”. Via via che ci si immerge all’interno del tunnel, è stato aggiunto, gli elementi della città svaniscono e “proprio a suggerire questa idea del passaggio, del movimento, ci troviamo in una zona intermedia in cui è forte questa idea del “sopra” e “sotto”: sopra, la natura simboleggiata dal canto degli uccelli; sotto, la realtà del lavoro, il suono della talpa, dei martelloni, dei picconi di varia natura, degli interventi di aerazione”.

Se l’assessore alla Cultura Maria Cassi si è detta senza mezzi termini affascinata dall’atmosfera da backstage che ha potuto assaporare nel corso del suo viaggio all’interno del tunnel, il responsabile della tratta Bologna-Firenze (già sindaco DS di Scandicci) Gianni Bechelli, ha giustificato l’iniziativa spiegando che “era importante non perdere il significato dell’opera”, e che con la mostra si intende fornire “un servizio informativo alla città e ai cittadini”.

Quanti conoscono le conseguenze della cantierizzazione TAV in Mugello hanno sentito certo correre un brivido nella schiena quando Gianni Bechelli ha ricordato che questi sono i giorni in cui è annunciata l’uscita del bando di gara per il nodo AV di Firenze, e che la mostra rappresenta dunque un’opportunità di “avvicinare l’opera alla conoscenza dei cittadini di Firenze, in qualche modo di entrarci anche più in confidenza”....
Secondo il responsabile della TAV la simulazione degli ambienti di lavoro sottoterra nelle sale di Palazzo Medici Riccardi (si vuole riprodurre in qualche modo – ha spiegato l’arch.

Anzilotti - la sensazione che si ha all’interno della galleria, “il passaggio della luce all’oscurità e di nuovo alla luce”) rappresenta anche un omaggio a tutti coloro che, completamente anonimi, ci hanno lavorato in condizioni molto spesso difficili, in cui c’è voluta “grande flessibilità, grande fantasia, grande capacità di gestione dello scavo”. “Il punto massimo che abbiamo raggiunto è stato di 3200 persone che hanno lavorato su vari fronti di scavo”, ha precisato il responsabile della tratta, che ha aggiunto: “il lavoro di scavo è finito, la parte caratteristica di quest’opera è finita: adesso si tratta dell’attrezzaggio, di mettere i binari e le tecnologie, e ci vorrà un paio d’anni per terminarlo”.



Ai giornalisti intervenuti non è stato possibile visionare la mostra, non ancora finita di allestire a causa – è stato detto - dello sciopero.

Girolamo Dell’Olio

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